Salve, ragazzi! "Salve", già...Ma che significa? Da cosa deriva e perché lo usiamo ancora? Il "Salve" è uno dei saluti più usati che abbiamo. Che abbiamo noi italiani, dico. Perché a differenza del "Ciao", che è ormai diffuso in tutto il mondo, il "Salve" lo usiamo soltanto qui in Italia.
DALL'ANTICA ROMA AD OGGI
Nell'antica Roma – perché è in quel popolo e in quel tempo che questo saluto ha avuto origine – si usava dire Salve per salutare e al contempo augurare ad una persona di stare in salute. Salve infatti significa questo: stai bene, stai in salute. Era il saluto più comune insieme ad Ave.
Questa parola deriva dal verbo salvēre, che vuol dire appunto "essere in buona salute". Da espressione augurale, come salute a te, si è trasformata nel tempo in un saluto. Nella Roma antica era spesso associata a vale, che significa "addio" ed è una parola rimasta in uso nella penisola iberica e usata al momento del commiato. In latino si diceva infatti vale atque salve, ossia "addio e stai bene". Nell'antica Roma il salve era usato sia quando si incontrava qualcuno, sia quando lo si lasciava per andar via.
Oggi questo saluto è ancora molto usato in Italia, e sono comuni alcune formule, come il "salve a tutti "quando qualcuno deve salutare più persone. Ma è confidenziale quanto il "Ciao"? Non proprio. E' usato in occasioni che si trovano un po' a metà tra la confidenza e la formalità.
IL RITORNO DI MODA TRA I GIOVANI
Ma da qualche anno sta tornando di moda tra i giovani, che lo usano spesso quando non sanno se dare del tu o del Lei o quando ci sono più persone da salutare insieme. È tuttavia vero che l'uso sia, oltre che molto usato, anche dibattuto; oggi ci si chiede spesso in quali contesti si possa e si debba usare.
Innanzitutto, è un saluto che si usa quando ci si incontra o quando ce ne andiamo? A differenza di come lo si usava nell'antica Roma, oggi lo si usa decisamente di più quando ci si incontra e quasi mai al momento di andare via. Mentre gli adulti non lo usano in segno di rispetto e in senso formale, i giovani invece sì o nell'incertezza dell'uso del tu o del Lei, soprattutto per permettere a chi viene salutato di aiutarli nella scelta della confidenza o della formalità. Oppure, in alcuni contesti, per cercare una relazione più vicina verso un adulto: ad esempio il "Salve", prof che i ragazzi delle scuole superiori rivolgono ai loro insegnanti, o il "Salve coach" o "Salve Mister " in alcuni ambienti sportivi.
Ma proprio perché in italiano manca una forma intermedia tra la confidenza e la formalità, il salve ha colmato questo vuoto.