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Il Sup, lo sport acquatico per tutte le età

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Il Sup, lo sport acquatico per tutte le età
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Probabilmente lo avrete visto praticare al mare o al lago e benché sia diventato da poco di moda, è uno sport acquatico antichissimo: ecco i segreti del Sup, un po' surf, un po' canoa...

Non è il surf né il windsurf. È una disciplina dalle origini antiche ed è piuttosto semplice da imparare, rispettosa dell’ambiente e alla portata di tutti, sia adulti che ragazzi. Questo sport acquatico è uno dei più in voga da anni non solo in Italia, ma in tutto il mondo. E non c’è differenza tra uno specchio d’acqua e l’altro: lo si può praticare al mare, su un fiume o su un lago. Solo d’estate? Eh no, anche d’autunno e d’inverno quando la temperatura non è troppo rigida, ovviamente. Nudi? Macché!!! Sia in autunno che in inverno indossando una buona muta che vi protegga, è logico. Ma insomma, che razza di sport è questo? Si chiama SUP, che è l’acronimo (ossia un nome formato con le iniziali di più parole) di Stand Up Paddle, dicitura inglese che significa in piedi sulla tavola. Sì, esattamente come abbiamo visto fare in certi film ad alcuni nativi delle isole Hawaii e della Nuova Zelanda: in piedi sulla tavola avanzando grazie ad una sola pagaia.

Il SUP è un po’ surf e un po’ canoa, e vi svelo un segreto: conquista chiunque lo provi! Provate ad alzarvi in piedi sulla tavola e a guardarvi intorno, e ditemi se vi piace o no quel punto di vista… Non solo potete apprezzare il paesaggio e la natura che vi circondano, ma potrete allenare ottimamente il vostro fisichetto e liberare la mente se siete un po’ stanchi, nervosi o arrabbiati.

IL Sup, uno sport nato alle Hawaii

Molti pensano che il Sup come sia uno sport di recente invenzione. Per carità!, Si tratta di una disciplina antica di mooolti secoli, forse di millenni. Nei suoi diari ne parlava un grande esploratore inglese di nome James Cook, che visse nel XVIII secolo e che visitò le Hawaii, descrivendo quello che noi oggi chiamiamo Sup come un modo di pescare utilizzato in quelle isole: una tavola e una pagaia per spostarsi sull’acqua e catturare i pesci. E da quello che diceva il signor Cook, già all’epoca questa disciplina era antichissima in quei luoghi... Ma a volte deve passare tanto tempo perché noi umani ci possiamo accorgere che una cosa usata in un certo modo può essere utilizzata anche in un altro.

Così tanto tempo dopo che il passaggio da metodo di pesca a sport vero e proprio avvenne all’incirca nel 1950, quando si diffuse tra i surfisti di Waikiki. Vent’anni dopo sarebbe stato il famoso surfista Laird Hamilton a lanciarne la moda negli Stati Uniti. E si sa che quando una moda viene lanciata nel Paese a stelle e strisce, prima o poi arriva in tutto il mondo. E così è stato.

Gli strumenti del Sup

La tavola da SUP è molto più lunga di quella da surf (può essere anche il doppio!), e per questo viene chiamata longboard. Questo perché deve essere più stabile per poter permettere di starci in piedi, altrimenti sarebbe un problemone...

Sì, ma insomma quanto è lunga? Varia dai 3 ai 3,60 metri, ed è dotata in superficie di una specie di antiscivolo per agevolare l’attrito e la stabilità. È dotata del leash, che è un laccio che si aggancia al piede ed evita di perderla se cadete in acqua. Esistono tavole rigide ma anche gonfiabili. Quelle rigide sono più adatte per i principianti e per percorrere tragitti piuttosto brevi, mentre quelle rigide avanzano meglio sull’acqua e sono più stabili, adatte a chi conosce già la disciplina e a percorrere tragitti più lunghi. La pagaia può essere a lunghezza fissa o a lunghezza regolabile, e la sua cima può avere varie forme e dimensioni, e la migliore è quella in carbonio!

Le specialità

Ma vediamo un po’ per gli amatori o gli aspiranti praticanti come voi quali sono le specialità con cui ci si può divertirw nel Sup. Si inizia dal Sup Cruising (chiamato anche Sup Touring): stare in piedi a pagaiare un po’ dalla parte destra e un po’ dalla parte sinistra per rilassarsi, senza forzare, e guardarvi la bellezza di ciò che ci circonda. Se rilassarvi non vi basta, ma volete avere qualche briciolo di emozione in più, potete praticare il Sup Downwind, cercando di farsi spingere alle spalle dal vento mentre si pagaia.

Esiste poi una specialità che non si può provare all’inizio ma solo quando sarete diventati un po’ più grandi e un po’ più bravi. È il Sup Wave, ossia il "Sup da onda", molto difficile perché con l’aiuto della pagaia bisogna letteralmente cavalcare le onde! Se ancora non siete contenti, lo potrete (fra un po’, eh) praticare in forma adventure, per percorrere luoghi inesplorati come laghi ghiacciati, isole o grotte.

E la modalità fitness? Con essa si coniugano il SUP, lo yoga e, appunto, il fitness! Ci sono poi i veri e propri atleti di questo sport, che lo praticano facendo gare di tipo amatoriale o professionistico. E fra l’altro l’Italia ha alcuni dei migliori al mondo, sia in campo maschile che in campo femminile

E i campioni, che gare fanno? I campioni fanno gare da una quindicina d’anni, e dal 2012 si svolgono i Campionati Mondiali sia individuali che per nazioni. Durante queste gare, i professionisti – che hanno doti davvero eccezionali – affrontano le specialità del Sup Wave (o Sup Surf), del Sup Race, che si dividono in Sprint (brevi), Beach Race (tecniche) e Long distance (dai 10 km in su). E c’è perfino chi affronta, nelle gare, delle distanze di oltre 50 chilometri!

Tutti i benefici del Sup

Oltre ad essere rilassante e divertente, ragazzi, il Sup porta molti benefici al corpo e alla mente. È capace di migliorare l’equilibrio, dato che si deve andare in cerca del giusto baricentro sulla tavola per non cadere in acqua; tonifica la muscolatura, perché in questa disciplina vengono usati tutti, ma proprio tutti, i muscoli del corpo: dagli addominali ai glutei, dagli arti alle spalle e alla schiena. Il Sup poi modella il corpo (e potrete fare colpo su chi volete, con una strizzatina d’occhio!) e aiuta a bruciare grassi. In un’ora di Sup Cruising (cioè pagaiando su superfici d’acqua piatte) si bruciano addirittura fino a 430 calorie! Tutto qui? Non è poco, ma non è tutto: migliora l’agilità, i riflessi e la coordinazione.

 

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