Curiosità

I 10 inizi più famosi della letteratura

Alcune opere letterarie sono così celebri che basta citarne le prime due/tre righe per far capire di quale libro si stia parlando. Certo, a volte la memoria gioca brutti scherzi (come capitato recentemente alla tiktoker Elisa Esposito, la “maestra del parlare in corsivo” che non ha riconosciuto l’attacco della Divina Commedia), quindi ecco la classifica dei inizi più famosi della letteratura.

I 10 inizi più famosi della letteratura

La Divina Commedia (Dante Alighieri)

«Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
ché la diritta via era smarrita».

Iniziamo proprio con l’incipt della Divina Commedia, l’opera più celebre di Dante Alighieri che la povera Elisa Esposito non ha riconosciuto nel corso di una diretta radiofonica. Sono i primissimi versi del primo Canto dell’Inferno, quando Dante, giunto alla metà della sua vita (Nel mezzo del cammin di nostra vita), perde la retta via e si smarrisce in una foresta , la quale rappresenta il peccato.

L’intero viaggio dantesco tra Inferno, Purgatorio e Paradiso è infatti un’allegoria del percorso spirituale compiuto dal poeta verso la purificazione del suo spirito.

Moby Dick (Herman Melville)

«Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa – non importa quanti esattamente – avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m’interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo».

Il romanzo scritto da Herman Melville nel 1851 presenta uno degli inizi più famosi della letteratura. La storia si apre infatti con il celeberrimo “chiamatemi Ismaele” che introduce la figura del narratore, un giovane marinaio che racconterà le vicende della nave Pequod e del leggendario capitano Achab, un lupo di mare ossessionato dall’idea di catturare la colossale balena bianca che gli ha divorato una gamba, Moby Dick appunto.

Se questo è un uomo (Primo Levi)

«Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no […]»

Questa è la prima parte della poesia che apre l’opera più conosciuta di Primo Levi, ebreo italiano che in Se questo è un uomo raccontò la propria tragica esperienza di prigionia all’interno del campo di concentramento nazista di Auschwitz.

Don Chisciotte, di Miguel de Cervantes

«In un paese della Mancia, di cui non voglio fare il nome, viveva or non è molto uno di quei cavalieri che tengono la lancia nella restrelliera, un vecchio scudo, un ossuto ronzino e il levriero da caccia».

Il Don Chisciotte è probabilmente il romanzo più noto dell’intera letteratura spagnola. Scritto tra il 1605 e il 1615 da Miguel de Cervantes, un poeta e scrittura che nel corso della sua vita passò davvero di tutti i colori, l’opera attinge dal genere picaresco e dal romanzo epico-cavalleresco per raccontare le bizzarre imprese di Don Chisciotte, un nobile decaduto talmente innamorato dei romanzi cavallereschi da non riuscire più distinguere la fantasia dalla realtà, arrivando infine a credere di essere lui stesso un cavaliere e partire a vivere avventure (o meglio, a combinare disastri) in sella ad un cavallo malandato, Ronzinante, e insieme al suo improbabile scudiero, Sancho Panza.

L’Iliade di Omero

«Cantami, o Diva, del pelide Achille
l’ira funesta che infiniti addusse lutti
agli Achei […]»

Inizia così il poema epico per eccellenza, l’Iliade, che racconta le imprese di eroi, guerrieri e divinità che si scontrarono durante la Guerra di Troia. In realtà però, come si evince dall’incipit dell’opera, il poema non vuole descrivere tutta la lunga guerra che porterà alla caduta della città Troia, ma delle vicende legate ad Achille, il più grande eroe dell’epica classica, che quando si vide togliere dal re greco Agamennone il suo bottino – la schiava Briseide – s’infuriò a tal punto da non voler più combattere, cambiando le sorti dello scontro tra Achei e Troiani (anche se poi la morte dell’amico Patroclo lo convincerà a tornare ad imbracciare le armi).

La Metamorfosi di Franz Kafka

«Gregor Samsa, svegliatosi una mattina da sogni agitati, si trovò trasformato, nel suo letto, in un enorme insetto immondo».

Un altro big tra gli inizi più famosi della letteratura: l’incipit delle Metamorfosi di Kafka infatti mette subito il lettore di fronte all’evento che darà inizio all’intera storia. Il giovane Gregor Samsa, un onesto commesso viaggiatore, si sveglia infatti tramutato in un insetto senza saperne il motivo (e mai lo si scoprirà), innescando una serie di complicati confronti con la sua famiglia che lo porterà ad una drastica decisione.

Insomma, un libro da leggere almeno una volta nella vita, ma quando si è già abbastanza grandicelli!

Harry Potter e la Pietra Filosofale di J.K.Rowling

«Il signore e la signora Dursley, di Privet Drive numero 4, erano orgogliosi di poter affermare che erano perfettamente normali, e grazie tante. Erano le ultime persone al mondo da cui aspettarsi che avessero a che fare con cose strane o misteriose, perché sciocchezze del genere proprio non le approvavano».

Qui invece abbiamo uno dei libri più amati dai ragazzi (e non solo).

Il primo libro della saga di Harry Potter infatti inizia introducendo la vita e il punto di vista degli antipaticissimi zii di Harry, i quali all’inizio del libro non s’immaginano proprio che nel giro di poche pagine si troveranno sull’uscio di casa una lettera e una culla dove dorme beato un bambino con una strana cicatrice a forma di saetta sulla fronte…

Anna Karenina di Lev Tolstoj

«Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo. In casa Oblonski tutto era sottosopra»

Inizia così uno dei capolavori intramontabili della letteratura russa (anche questo da leggere quando si è un po’ più grandi). Anna Karenina racconta la tragica storia di una giovane e rispettabile nobildonna di San Pietroburgo che nella Russia degli Zar sposa un ufficiale, Karenin (da cui ha anche un figlio molto amato), ma che si innamora di un altro uomo, il conte Aleksej Vronskij.

Pinocchio di Carlo Collodi

«C’era una volta… ‐ Un re! ‐ diranno subito i miei piccoli lettori.

No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno. Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d’inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze».

Alzi la mano chi non ha riconosciuto l’incipit di Pinocchio, il romanzo italiano per ragazzi più famoso al mondo e che racconta le avventure di un burattino con il vizio della bugia e che non vuole andare a scuola.

I Malavoglia di Giovanni Verga

«Un tempo i Malavoglia erano stati numerosi come i sassi della strada vecchia di Trezza; ce n’erano persino ad Ognina, e ad Aci Castello, tutti buona e brava gente di mare, proprio all’opposto di quel che sembrava dal nomignolo, come dev’essere».

Con I Malavoglia, Giovanni Verga divenne l’autore più importante del Verismo, corrente letteraria dell’Ottocento che nacque in Italia per descrivere in modo realistico e senza troppi filtri la società e in particolare la dura vita delle classi meno agiate del Sud Italia.

This post was last modified on 20 aprile 2023 10:19

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Published by
Niccolò De Rosa

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