Ne sentiamo parlare da tempo, soprattutto quando il prezzo di benzina e gasolio schizza alle stelle, e in tanti vorrebbero che venissero eliminate: ma cosa sono queste tanto discusse accise?
Per funzionare e poter garantire i servizi essenziali (scuole, sanità, servizi pubblici eccc..) gli Stati hanno bisogno di imporre tasse, imposte o tributi, affinché ogni cittadino e impresa versi nelle casse stateli una certa somma di denaro in modo da contribuire al bene comune. Le accise rientrano in queste categorie.
Le accise sono infatti delle imposte sulla fabbricazione e la vendita di determinati prodotti. Questo significa che chi produce e distribuisce un bene sul quale è imposta un'accisa - come la benzina - deve pagare una tassa allo Stato italiano. Ma se a dover pagare è chi produce la benzina, perché allora si lamentano quelli che fanno rifornimento al distributore? Perché i fornitori del bene non vogliono rimetterci e quindi aumentano il prezzo del prodotto, di fatto facendo pagare l'accisa al consumatore.
In Italia le accise riguardano un ventaglio limitato di prodotti: carburanti, appunto, ma anche sigarette, energia elettrica, gas metano, fiammiferi, oli lubrificanti e alcune bevande alcoliche. Le accise riguardanti il settore energetico però sono le più chiacchierate, proprio perché riguardano beni indispensabili.
Ma come sono nate le accise? In realtà si tratta di una tassa molto antica, che originariamente colpiva i beni di lusso. Il fatto che simili imposte garantiscano un "guadagno" immediato e sicuro da parte dello Stato (non si può scappare all'accisa, la paghi nel momento in cui acquisti il prodotto!), si cominciò a imporre le accise per far fronte a periodi d'emergenza, quando c'era bisogno di molto denaro in poco tempo.
Fu così che nel 1935 Benito Mussolini impose la prima accisa sul carburante per sovvenzionare la spedizione coloniale in Etiopia. Da quel momento i costi extra pagati dagli italiani al momento dell'acquisto della benzina sarebbero serviti a supportare le truppe italiane in Africa. Il bello (anzi, il brutto) è che questa accisa non è mai più stata tolta, anche se fortunatamente l'Italia non ha più colonie da 70 anni!
Non solo, a questa odiosa accisa sul carburante nei decenni ne vennero aggiunte altre - per un totale di 18 - in seguito a diversi momenti di crisi.
Oltre alla già citata accisa del 1935, ad oggi, quando un italiano fa benzina paga anche per questi interventi:
Dal 1995 però tutti questi interventi sono stati raccolti in un'unica imposta la quale, stando ai dati di marzo 2022, pesa per 0,728 euro sul prezzo della benzina (fonte: SkyTg24)
Le accise vengono percepite dalla maggior parte dei cittadini come ingiuste e ingiustificate. Per quale motivo nel 2022 bisognerebbe pagare di più per la crisi di Suez che è scoppiata e conclusa nel 1956? Tuttavia, per quanto possa sembrare strano, la verità è che le accise non si possono togliere (o almeno, non si possono togliere tutto) perché lo Stato italiano moderno ha un bisogno assoluto di queste entrate di denaro - pari a quasi 24 miliardi di euro l'anno - per poter poter pagare le pensioni, tenere aperti gli ospedali, garantire l'istruzione pubblica e fornire tutti quei servizi indispensabili per la vita della nostra società,