La gioia che regalano le parole è incommensurabile (ossia: non si può misurare). Usiamo una parola oggi, la usavamo anche uno o più secoli fa e il significato era leggermente diverso. Poi ci chiediamo: ma qual è la sua origine? E se cerchiamo di trovarne le radici, ci addentriamo in un viaggio meraviglioso. Bene, oggi la parola della cui origine vogliamo parlare è cabaret. Anche i più piccoli tra di voi l’avranno sicuramente sentita dire. Si tratta, oggi, di uno spettacolo che per noi italiani è di genere comico, in cui gli attori comici salgono sul palco a cercare di far ridere gli spettatori mentre magari questi sorseggiano qualche bevanda.
In Spagna, tutt’oggi, questa parola denota sì uno spettacolo, ma di un genere particolare, con molta seduzione. La parola per come la conosciamo oggi sembra provenire dalla Francia, da cui ebbe origine questa forma di spettacolo nata alla fine del secolo XIX e che, più che di genere comico o erotico come in Spagna, denotava un tipo di ricerca e di sperimentazione dei linguaggi teatrali. Ma questa parola ha sempre significato un genere di spettacolo? Vediamo.
Esistevano in Francia già nel 1300 dei locali chiamati così: erano delle specie di taverne in cui si beveva, si mangiava e ci si intratteneva con della musica dal vivo, di solito tra urla e battute piuttosto volgari. Ci si fermavano spesso i viaggiatori, che di passaggio cercavano un po’ di ristoro e di divertimento in compagnia della gente del posto. Bene, ricapitoliamo: il nome di un locale ha dato vita ad un genere di spettacolo. Origine: Francia. Anno: 1300 circa.
Siamo proprio sicuri che ci si debba fermare al 1300 e alla Francia, dove questa parola significava “piccola stanza” ed era forse di origine piccarda o vallona (da camberete o cabret)? Io direi di no. Guardate.
Non molti sanno che l’origine della parola cabaret non è francese e che il suo uso non ha “soltanto” 700 anni. Sì, perché è molto, molto più antica! E non viene neanche dall’Europa, ma dalla Mesopotamia, antica terra dei Sumeri, dei Babilonesi, degli Assiri e dei Persiani, che oggi si trova in gran parte in Iraq. Lì la parola cabaret denotava una “taverna”, ossia un locale in cui si poteva mangiare e bere in compagnia, magari con della musica dal vivo in sottofondo, già 2.000 anni prima della nascita di Cristo!
Di solito questi locali erano frequentati soprattutto da uomini ma gestiti da donne. Nell’Epopea di Gilgamesh (il testo mitologico assiro-babilonese più importante) appare Siduri, che era la più famosa padrona di cabaret. Il Codice di Hammurabi, che è la più antica raccolta di leggi scritte pervenuta fino a noi (risale al 1800 a.C. circa) ed è babilonese, cita varie volte il cabaret. Ad esempio, si vieta l’ingresso in tali locali alle sacerdotesse, pena la morte sul rogo.
Nei riti di purificazione denominati namburbu, chiunque voleva purificarsi di una macchia fisica o morale doveva passare dal cabaret e rivolgere la parola ai clienti del locale, venendo in tal modo “reintegrato” nella società umana.
Secondo ciò che riportano alcuni testi del 1.000 a.C. circa, in un comune cabaret si consumava soprattutto alcool di datteri fermentati e cibo proveniente dai vicini orti. In ogni cabaret c’erano anche molti letti – un po’ come nelle locande di un po’ di tempo fa – in cui i viaggiatori di passaggio potevano dormire da soli oppure in compagnia di qualche donna. A volte c’erano dei suonatori ad intrattenere.
Il viaggio della parola cabaret inizia quindi circa 4.000 anni fa in Mesopotamia, e significa “taverna”. Poi in Francia, nel Medioevo, troviamo il “cabaret” proprio con il significato di taverna in cui si poteva mangiare e gustarsi qualche spettacolo. Poi nel secolo XIX il locale, ossia la taverna, inizia a denotare anche un genere di spettacolo: il cabaret, appunto, è sia il genere di spettacolo che il nome del locale.
In Francia anche il Moulin Rouge è un cabaret, ed è piuttosto osé, più che comico. In Italia il viaggio finisce, tanto per fare un esempio, a...Zelig! Sì, avrete sicuramente visto il programma condotto da Claudio Bisio e Vanessa Incontrada, no? Ebbene, lo “Zelig” è un famoso locale milanese nato nel 1986 in cui sono stati lanciati molti comici famosi e giunto dopo i fasti dell’altro locale milanese di cabaret, il “Derby Club”. Allo Zelig – il programma televisivo si è trasferito dal 2006 al Teatro Arcimboldi di Milano – si sono esibiti e si esibiscono tuttora molti dei migliori comici del nostro Paese. Allo Zelig si faceva e si fa cabaret.
Lo Zelig era ed è un cabaret. E il viaggio lungo 4.000 anni si conclude qui! Ah, dimenticavamo: in certe zone d’Italia, cabarè (scritto proprio così) significa “vassoio”...Come si rincorrono i significati di una stessa parola, eh ragazzi?