L'usanza di intagliare zucche, classica di Halloween, inizia con la leggenda di Jack, un grande bevitore di birra, che, dopo essere riuscito a imbrogliare il diavolo in persona, una volta morto non fu accettato né all'inferno né in paradiso. Così, mentre vagava senza meta, per fare un po' di luce prese una grossa rapa, ne tolse la polpa, fece dei buchi attorno attorno e ci mise dentro alcune braci ardenti. E da allora vaga nell'aldilà con la sua lugubre lanterna. Agli inizi della tradizione, infatti, i Jack-o'-lantern (si chiamano così le zucche vuote e intarsiate che si espongono nella notte di Halloween nei paesi anglosassoni), venivano ricavati da grandi rape, barbabietole e cavoli rapa. Ecco come si festeggia Halloween nel resto del mondo.
A Singapore a settembre si festeggia la festa dei fantasmi affamati, per celebrare l’assoluzione delle anime dei morti, così possono partecipare ai festeggiamenti.
Questa festa è celebrata sia da taoisti sia da buddisti, i primi festeggiano il compleanno dell’Imperatore Chinghsu (il dio delle tenebre) e per ingraziarsene lo spirito fanno offerte di cibo ai templi. I secondi chiamano questa festa Ullambana e ricordano il viaggio fatto negli inferi da Maudgalyayana, un discepolo del Buddha Shakyamuni per salvare l’anima della madre.
Il piatto colorato della foto qui sopra si chiama Fiambre, ed è il piatto tradizionale del Guatemala, preparato in occasione della festa dei morti, il 1 e il 2 novembre. È salato, molto piccante, e può contenere più di 50 ingredienti tra diversi tipi di carne, insaccati, affettati, tantissime verdure e altrettante spezie. Esistono testimonianze dell’esistenza di questo piatto dal lontano 1595. A seconda del posto in cui viene cucinata ha un colore e un sapore diverse perché cambiano le spezie usate e gli ingredienti vengono dosati in quantità diverse. Mangiare questo piatto colorato e tradizionale è un modo per ricordare tutti quelli passati a miglior vita.
Nel Peten, la regione più grande del Guatemala, i bambini vanno in giro nella notte del 31 ottobre a chiedere, per i teschi, la ixpasà, una bevanda fatta con il mais nero usata anche per fare i dolci per i morti. Questi dolci sono delle piccole facce simili a zucche; dentro a questi dolci ci si mette una candela.
Il 18 ottobre si accolgono i defunti chiamati "di pallottola, incidente o affogamento", cioè quelli che non hanno avuto il tempo di confessarsi e che quindi si presume soffrano maggiormente nell'aldilà. Per loro quindi i festeggiamenti si prolungano fino al 30 novembre con pranzi, canti, scoppi di mortaretti e bevute di un certo tipo… Nelle domeniche comprese fra il 18 ottobre ed il 30 novembre, chiamate domingos grandes, le case vivono nell'entusiasmo, nel "delirio di accoglienza" dei defunti.
Il 30 ottobre, invece, si celebra il "giorno degli archi ": gli uomini costruiscono archi di fiori, e sulle tombe si portano bottiglie di birra e cibi di ogni tipo, differenti nel gusto e buffi nelle forme, trasformando così i monumenti in banchetti, dove i parenti pranzano in allegria, perché ricongiunti con le persone care. Nel giorno dei morti è consuetudine invitare sulla tomba apparecchiata il primo estraneo che passa. Al passante vengono raccontati alcuni episodi curiosi della vita privata o della storia del defunto, verso i quali si brinda con gioia. Le date della festa furono spostate quando, nel XV secolo, i conquistatori spagnoli tentarono di convertire i nativi americani al cattolicesimo.
Il dolce tipico di queste occasioni si chiama calaveras azucàr (foto sotto), è un teschio fatto di zucchero di canna, coloratissimo con strisce a zig zag di verde, azzurro, amaranto e rosso.
La festa chiamata Chuseok, o Han-ga-wi cioè "il grande mezzo". È la festa del buon raccolto e viene celebrata per due giorni a partire dal giorno 15 dell’ottavo mese del calendario lunare coreano (in pratica tra metà settembre e i primi di ottobre). Per celebrare il buon raccolto i coreani mangiano cibi tradizionali e tornano alle loro case di nascita per celebrare gli spiriti dei loro antenati. Visitano le tombe dei loro cari, curandone le piante e lavando l’area attorno alla tomba e offrono cibo, bibite e riso ai loro cari defunti.
Il Songpyeon è uno dei piatti più apprezzati durante questa festa. Si tratta di piccole torte di riso cotto a vapore, a forma di mezza luna e con sopra ingredienti diversi. Durante questa festa si fanno anche molti giochi tradizionali, che variano da regione a regione: una danza dei leoni nel nord ovest, un gioco di guerra nelle provincie di Jeolla e Gyeongsang, incontri di wrestling e di tiro con l’arco in altre regioni.
La festa dei morti in Cina cade in aprile. In questa occasione la famiglia si reca presso le tombe dei propri cari e se ne cura, sistemando le piante, pulendo e ridipingendo i caratteri sulla tavoletta tombale. Poi, sulla tomba mette cibo in offerta e bastoncini di incenso da bruciare. Tè e vino vengono versati attorno alla tomba assieme al riso. Al termine del rito, la famiglia consuma il cibo rimasto come in un Picnic. Questa ricorrenza si chiama festival Qingming.
Il simbolo della festa dei morti ad Haiti si chiama Baron Samedi (vuol dire Signore del Sabato, nella foto), ed è uno degli aspetti del signore della morte della tradizionale religione Vudù (o Vodoo) di Haiti. Spesso porta un cappello bianco, uno smoking nero, occhiali scuri e tappi di cotone alle narici. Ha come faccia un teschio e parla con voce nasale. Sua moglie si chiama maman Brigitte, e ha le sembianze di un grosso gallo nero, che beve tanto pepe caldo. Bizzarro, non vi pare?
Abbiamo visto come si festeggia Halloween nel resto del mondo. Ma come si celebra in Italia? Beh, nonostante le molte importazioni dal mondo anglosassone (il dolcetto o scherzetto, le feste vestite da mostri ecc...) anche qui la tradizione la fa da padrone,
In Abruzzo, Puglia e Calabria, ai morti viene offerto un letto con le lenzuola fresche di bucato. In Valtellina, alla vigilia del 2 novembre, si raccoglievano segale, formaggio, uova e salsiccia, utilizzate per pagare le messe di suffragio in onore dei morti. Nelle case di tutt'Italia un tempo non mancava mai un secchio d'acqua, una candela per fare luce e cibo, destinato ai defunti che quella notte affrontavano un lungo viaggio per andare a trovare i vivi e portar loro aiuto.
A Palermo si credeva che i defunti, la notte tra l'1 e il 2 novembre, colti da un raptus di fame piombassero sul mercato della Vuccirìa per rubare dolcetti.
La tradizione italiana è ricca di cibi e dolci speciali per la ricorrenza dei defunti. Come per esempio i biscotti di pasta morbida coperti di glassa chiamati "ossa di morto"; le paste di mandorle a forma di teschio o le durissime fave dei morti, impastate con mandorle, pinoli e spezie, da intingere nel vino. Inoltre c'è il tradizionale "pane dei morti" morbido e ricco di amaretti, fichi e uvette. Per finire non mancano le castagne, semplici o cotte con zucchero e vino, o il castagnaccio.