Per quasi una settimana tutto il mondo è rimasto con il fiato sospeso per la sorte delle cinque persone disperse al largo delle coste canadesi, nell'Oceano Atlantico, che si erano immerse con un sommergibile per visitare il relitto del Titanic, situato a circa 3.800 metri di profondità.
Un sommergibile galleggia grazie all'equilibrio di due forze. La prima è il "peso" legata forza di gravità (la forza che, sulla Terra, attira tutti gli oggetti verso il suolo): a causa del suo peso, il battello viene tirato verso il fondo del mare.
La seconda forza invece impedisce al sottomarino di affondare. Quando si mette una barca in acqua, prende il posto di un certo volume (quantità) di acqua. Questo crea una forza che spinge l'imbarcazione verso l'alto, verso la superficie: è la cosiddetta legge del galleggiamento di Archimede, nota come principio di Archimede. Stabilisce che un corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal basso verso l’alto pari al peso del liquido spostato, dove la spinta esercitata dal fluido è una forza detta spinta idrostatica.
Quindi un sottomarino galleggia quando si raggiunge l'equilibrio tra queste due forze. Ciò avviene quando la massa dell'acqua spostata è uguale alla massa del battello.
Per spingere un sottomarino in acqua è necessario aggiungere del peso. Per farlo, vengono riempite d'acqua le sue zavorre (una sorta di grandi serbatoi). Bisogna trovare il giusto equilibrio: se si aggiunge troppo peso, il sottomarino affonda! Per portarlo in superficie, basta svuotare i serbatoi di zavorra per alleggerire il sommergibile".
In acqua, il sottomarino è soggetto ad attrito. Quindi, anche se gli si dà una velocità alla partenza, finita la spinta finisce per fermarsi. Si deve quindi creare una nuova forza in grado di spingere il sottomarino in avanti. Per farlo viene utilizzato un motore. Questo motore dà energia a un'elica. Quando l'elica gira, produce una forza che spinge il sottomarino in avanti.