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Lotta per il clima: che cos’è Extinction rebellion

In questi giorni a Milano si combatte per il clima. Tutti gli occhi sono puntati su Greta Thunberg e i suoi Fridays for future e la loro lotta per portare proposte concrete alla  prossima Cop26 di Glasgow, la Conferenza sul clima delle Nazioni Unite. Ma in città c’è anche un altro movimento che vuole farsi sentire: si tratta di Extinction Rebellion (abbreviato in XR, il simbolo una clessidra, ovvero: non c’è più tempo), che suona un po’ come: “ribellione all’estinzione”. Già perché ora è il momento di ribellarsi. Ma chi sono e cosa fanno?

Alla mostra Come comunicare la crisi ecoclimatica allestita in questi giorni al Tempio del Futuro Perduto di Milano, abbiamo incontrato Titus, attivista di origine olandese, ma da più di dieci anni in Italia.

INTERVISTA A TITUS

Titus, cos’è XR?
Extinction Rebellion è un movimento nato in Inghilterra, più o meno negli stessi anni in cui Greta iniziava i suoi scioperi, sulla base di uno studio che mostrava come in 40 anni di lotte ambientali nulla era cambiato.

Da qui l’esigenza di creare un movimento del tutto nuovo.

In cosa è nuovo?
Intanto la struttura: non c’è un capo, né una gerarchia, ma piccoli gruppi locali a cui chiunque può aggiungersi e ognuno può fondare il suo gruppo. Ovviamente abbiamo dei principi basi a cui bisogna aderire. Il più importante in assoluto è la non violenza, che deve essere un’attitudine; anche il modo di comunicare non deve essere violento (facciamo anche della formazione proprio sulla non violenza).
Inoltre il nostro metodo di lotta si basa su azioni spettacolari anche artistiche per attirare l’attenzione della gente. Per esempio in occasione del Pre-Cop 26 di Milano, abbiamo costruito uno struzzo gigante per simboleggiare la situazione in cui ci troviamo.

Lo struzzo, infatti, è l’animale che mette la testa sotto la sabbia quando c’è un pericolo, e questo è quello che sta succede con Cop26. Parlano parlano, ma alla fine tutti mettono la testa sotto la sabbia.
Solo che se non facciamo dei cambiamenti drastici oggi, tra dieci anni il mondo così come lo conosciamo ora non ci sarà più. Per esempio, in Italia usiamo due volte le risorse che abbiamo a disposizione. Ci vorrebbero due Italie per riuscire a mantenere uno stile di vita come il nostro.

Da cosa si differenzia XR dal movimento di Greta?
Non c’è nessuna competizione: solo accenti un po’ diversi. All’inizio Fridays parlava solo del clima, mentre noi abbiamo subito indicato che il problema era il sistema della nostra società basato sullo sfruttamento (di uomini e terre) e causa dell’inquinamento.

Ma ora anche loro parlano della necessità di un cambio di sistema. Inoltre Greta è una fan di Extinction Rebellion. Spesso si fa vedere sui luoghi delle nostre imprese. Diciamo che la differenza principale è che loro fanno dei cortei con gli studenti e noi cerchiamo di fare un altro tipo di iniziative, speso provocatorie, di disobbedienza civile. Per esempio il primo aprile in piazza Affari a Milano, ispirandoci all’ultima cena di Leonardo da Vinci, abbiamo messo in scena l’ultima cena dell’umanità: banchieri ingordi di cibo scacciano il vero Gesù e lo sostituiscono con uno falso. Ma saremo comunque presenti ai cortei dei Fridays che ci saranno a Milano venerdì e sabato.

Cosa pensate di Cop 26?
Ci sono tante persone motivate che stanno lavorando davvero molto, ma hanno di fronte un sistema che non accetta il cambiamento. Il mondo finanziario ha tutto il potere in mano. E la politica fa quello che interessa alle multinazionali non ai cittadini. Detto questo dal cop non ci aspettiamo niente perché non sono loro che decidono..

Ma allora cosa dobbiamo fare?
Azioni molto visibili per scuotere l’opinione pubblica.

La politica per cambiare le cose, deve avere una forte pressione dal basso. Noi ci ispiriamo al movimento di Gandhi e Martin Luther King con milioni di persone in piazza non violente. Se andiamo a Roma con 2 milioni di persone e rimaniamo lì finché non cambia qualcosa, come ha fatto Gandhi, alla fine qualcosa succede. E’ l’unica speranza che abbiamo.

Come mai ci sono anche molti giovani poco interessati al clima?
Per tanti il problema sembra troppo grande e questo provoca l’effetto struzzo. Non sappiamo come risolvere la situazione, “ma tanto ci penseranno altri”. C’è questo senso di impotenza misto a senso di colpa per il nostro stile di vita (tutti abbiamo la macchina…) che ci blocca.
Se prendessimo davvero coscienza del problema e ascoltassimo la scienza, andremmo subito tutti in piazza a protestare. Inoltre molti ragazzi sono disillusi verso il futuro e questo li rende apatici.

Cosa diresti a un ragazzo che si sente così?
Attivati.

Cerca un gruppo locale di Extinction Rebellion. Tutte le età sono benvenute e puoi fare quello che vuoi: qualcosa di artistico, seguire i social, abbiamo tanti gruppi di lavoro. Questo ti può dare il senso di essere coinvolto in qualcosa. Devi uscire dall’apatia!

Titus, ce la facciamo?
Io penso di sì. Questa secondo me è una fase di transizione. E’ un po’ come la pubertà. Dopo la fase dell’infanzia in cui si è molto legati alla mamma, poi sopraggiunge la pubertà in cui ci si ribella. Ecco la Terra è la mamma. Noi abbiamo avuto l’infanzia e ora siamo nella pubertà: cresce l’ego, ci importa solo di noi uomini (nessun rispetto per oceani, ghiacciai, deserti, specie animali)… Poi però si va verso il diventare adulti e si costruisce un nuovo rapporto con la mamma.

Questa è una parabola per dire come dopo anni che ce ne siamo fregati della natura e pensavamo solo a noi e a costruire, adesso abbiamo capito che così non può funzionare e dobbiamo trovare un rapporto nuovo con il nostro Pianeta.
Poi tutti noi sappiamo quanto si sta bene nella natura, andiamo in vacanza in montagna, al mare e ci sentiamo felici. Dobbiamo seguire questo istinto che abbiamo dentro di noi, l’amore per la Terra. E avremo un futuro bellissimo!

This post was last modified on 29 settembre 2021 14:08

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