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Vita da scrittrice: intervista a Marta Palazzesi

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Vita da scrittrice: intervista a Marta Palazzesi

Vincitrice del Premio Strega Ragazzi e Ragazze 2020 con il romanzo "Nebbia", Marta Palazzesi ha realizzato il suo sogno da bambina: "Il mio segreto? Non ho mai mollato"

Un'insaziabile lettrice diventata scrittrice di successo nonostante qualche piccola deviazione lungo il percorso. Si può riassumere così la storia di Marta Palazzesi, milanese, classe 1984, e autrice di riuscitissimi libri per ragazzi come Mustang e Nebbia, che nel 2020 le è valso anche il prestigioso Premio Strega Ragazzi e Ragazze 2020 per la categoria 6-10 anni. D'altronde scrivere libri e raccontare storie era sempre stato il sogno di Marta, fin da piccolissima.

«Avevo 8 anni - ci ha raccontato - stavo leggendo Ascolta il mio cuore di Bianca Pitzorno, tutt'ora uno dei miei titoli preferiti, e ad un certo punto chiusi il libro e dissi ai miei: “Mamma, papà, voglio raccontare storie come questa signora”». E lo ha fatto davvero!

Ma come si diventa una scrittrice di successo? La stessa Palazzesi non ha una ricetta, ma un grande consiglio che condivide con tutti noi: «non permettete mai che siano gli altri a dire che i vostri sogni non possono realizzarsi»

INTERVISTA A MARTA PALAZZESI

Ciao Marta, quindi quello della scrittrice è il lavoro che hai sempre voluto svolgere. Qual è stato il tuo percorso per arrivare a fare ciò che ami?
Per fare gli scrittori non c'è una strada precisa come quella per diventare medico o ingegnere, devi un po' arrangiarti. Dopo elementari, medie e liceo classico, che ho amato, a 18 anni il mio sogno ha vacillato, o forse ha prevalso l'esigenza di avere qualcosa di più “concreto” tra le mani, mi sono iscritta ad Architettura, non si è capito perché. Il giorno della laurea poi ho guardato i miei genitori e ho detto loro che non volevo fare l'architetto. La risposta è stata “Molto bene. Ti arrangi”. E mi sono arrangiata, lavorando e dedicando alla scrittura in ogni momento di tempo libero.

E poi?
Quando ero convinta di aver scritto qualcosa di decente stampavo tutto – ai miei tempi c'erano meno mezzi per farsi notare rispetto all'era social – e spedivo i testi a tutti gli editori italiani. Per tre anni ho solo ricevuto dei grandi “no”, ma ho insistito e alla fine le cose sono andate nella direzione giusta.

Sei stata tenace...
Sì, non ho mai vacillato. Non potevo accettare l'idea che fossero gli altri a dirmi che il mio sogno non poteva realizzarsi. Avevo messo in conto il fallimento, ma volevo essere io a decidere come e quando cambiare strada. Quindi non ho mollato e dopo il primo “sì” ci sono stati tanti anni duri, chiamiamoli “di gavetta”, poi ho scritto Nebbia è c'è stata la svolta.

Nebbia di Marta Palazzesi
"Nebbia" (2020; Il Castoro), il libro con cui Marta Palazzesi ha vinto il Premio Strega Ragazzi e Ragazze 2020.
Credits: Il Castoro

Come mai ti sei dedicata proprio alle letteratura per ragazzi?
All'inizio non lo capivo, mi hanno aiutato gli stessi ragazzi durante i tanti incontri con le scuole. Alla fine ho capito che voglio restituire ai giovani ciò che gli autori trasmisero a me quando ero una ragazza. Bianca Pitzorno e gli altri autori della mia infanzia hanno acceso dei fuochi in me, e io vorrei farlo a mia volta con chi legge i miei libri, senza la pretesa d'impartire chissà quale insegnamento. Il mio obiettivo è scrivere belle storie e raccontare ciò che mi piace, poi sono i lettori stessi a cogliere un messaggio, anche in base al proprio vissuto.

A chi ti ispiri? Quali sono i libri che ti hanno formato?
I miei libri della vita sono principalmente tre “mappazzoni” di narrativa storica che non sono propriamente per ragazzi, ma che ho letto ai tempi delle scuole: Shogun di James Clavel, un lungo romanzo che racconta il naufragio di un vascello olandese nel Giappone feudale, Radici di Alex Haley, che è stato il riferimento per Mustang e parla dello schiavismo dei neri d'America, e Il re e il suo giullare di Margaret George, la biografia del re inglese Enrico VIII raccontata dal punto di vista del suo buffone di corte.

Come si crea un'ambientazione credibile in un libro storico?
Serve grande entusiasmo per fare accurate ricerche storiche. Quando l'epoca lo consente, come per Nebbia ad esempio, mi sono molto basata sulle fotografie, partendo da quelle immagini per descrivere ambientazioni credibili. Spesso mi dicono che ho una scrittura “cinematografica”.

Guardi anche film e serie TV?
Tutto quello che è in costume, lo guardo. Poi ho un film che mi è servito per più libri: Balla coi Lupi. Ma anche Amistad, L'ultimo dei Mohicani, insomma, quel genere lì...

Usi i social?
Non è uno strumento che rifiuto, ma sono un po' una cavernicola, posto solo qualche foto dei miei cani o qualche edizione straniera che è piaciuta particolarmente.

Come organizzi le tue idee in modo da costruirci una storia?
Io scrivo solo di quello che mi importa veramente, e già questo aiuta. All'inizio mi mettevo davanti al computer alla ricerca dell'idea del secolo, ma era solo un'illusione: l'idea del secolo non esiste, tutto è già stato scritto, quello che fa la differenza è il modo in cui si racconta qualcosa. Quindi se si scrive di qualcosa che ci interessa davvero, che ci emoziona o magari ci fa arrabbiare, se ne parlerà in modo efficace. Poi altre a questo c'è un po' di organizzazione. Io per esempio per ogni libro prendo un quadernone dove faccio schemi, butto giù le suggestioni, creo collegamenti. Insomma, un libro è come una una lasagna, si forma strato dopo strato e quando tutto sembra quadrare... la si mette in forno!

Hai qualche trucco per concentrarti durante il lavoro?
Avendo due figli e un cane in casa non posso mai isolarmi completamente. Nebbia l'ho scritto al bar perché benché anche lì ci fosse confusione, almeno non mi toccava da vicino e quindi potevo lavorare. Poi quando m'inceppo – può capitare – vado a farmi una passeggiata nella natura con il mio cane.

Esiste un lato negativo dell'essere una scrittrice?
Lavorare da casa ha tantissimi pregi e faccio quello che ho sempre sognato, ma si tratta di un mestiere solitario. Quando poi con la pandemia si sono fermati anche gli incontri con i lettori e nelle scuole ho accusato ancora di più questa situazione. Ma non mi lamento assolutamente, sia chiaro.

Qual è il complimento da parte di un lettore che ti ha reso più felice?
Non sono tipo che si emoziona facilmente ma circa un mesetto fa ero in una scuola e una classe aveva letto Mustang, dove sul retro della copertina viene citata la frase “non lasciare che siano gli altri a definire il tuo valore, ciò che importa è quanto vali per te stessi”. Ebbene durante l'incontro una ragazza si è alzata e, facendo intendere di essere stata vittima di bullismo, mi ha ringraziato perché quella frase le è stata di conforto durante un periodo complicato.

Altri hobby?
Passione per le case. Adoro i programmi di ristrutturazioni in TV e ogni tanto cerco su Internet le case in vendita in giro per il mondo.

Materie preferite?
Storia, ovviamente, poi Italiano, poi al liceo Filosofia, Letteratura Greca e Latino. Ma studiavi sempre anche le materie che non mi emozionavano particolarmente, come Biologia o Matematica, perché non mi piaceva farmi trovare impreparata davanti agli insegnanti. Però qualche insufficienza l'ho presa...

In matematica?
Sì, ma quella più “clamorosa” – che però mostra come gli errori facciano parte della vita di tutti e ci si può sempre rialzare– è stata l'unico che ho mai preso in Italiano: quella nel tema di Maturità!

Ma allora puoi darci qualche consiglio per fare un tema perfetto?
Solo uno: fate la scaletta! Prendetevi cinque minuti e mettete in ordine le idee. Io alla Maturità non l'ho fatto e infatti è stato fatale.

A che storie stai lavorando adesso?
Il prossimo libro uscirà ad ottobre e sarà un po' diverso: sarà un fantasy, ma per ora non si può ancora dire nulla. Ne ho anche un altro già in fase di lavorazione e posso rivelare che sarà ambientato nel Giappone dell'Ottocento.