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Igiaba Scego: il colonialismo spiegato ai ragazzi

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Igiaba Scego: il colonialismo spiegato ai ragazzi
Getty Images

Il colonialismo è crudeltà, razzismo, arroganza, egoismo ed è all'origine della povertà e della diseguaglianza di molti Paesi africani. Così la scrittrice di origine somala racconta nel suo ultimo libro "Figli dello stesso cielo" l'espansione coloniale italiana in Africa. Un capitolo nero della nostra storia che però non dobbiamo dimenticare.

Vi sarà capitato di sentire la parola "colonialismo", una parola che a pronunciarla non fa troppa paura. Tanto che il termine "coloniale" è usato per richiamare uno 'stile' di abbigliamento: vestiti ispirati a quelli usati nei safari; o di arredamento: mobili dall'aspetto esotico. Niente di più sbagliato: colonialismo è una parola che deve fare paura. Molta paura. Il perché lo spiega bene la scrittrice di origine somala Igiaba Scego nel libro Figli dello stesso cielo (Piemme).

La voce è quella del nonno che va a trovare la nipote in sogno e le racconta quello che è accaduto in Africa quando, alla fine dell'Ottocento, tutte le nazioni europee si lanciarono nella corsa per spartirsi il continente (scramble for Africa). L'Italia, che non volle essere da meno, si prese la Libia, la Somalia e l'Eritrea. Poi Mussolini cercò di annettere anche l'Etiopia, ma non diventò mai una vera colonia.

Figli dello stesso cielo
Figli dello stesso cielo
Credits: Piemme

IL COLONIALISMO È COME DIVORARSI UNA TORTA

Così il nonno spiega alla nipote che cos'è il colonialismo: "è un po' come quando vedi un bel dolce nella vetrina di un pasticcere e non hai i soldi per comperarlo. Anche se la desideri così tanto la torta non è tua, è di qualcun altro che l'ha ordinata per il suo compleanno e non si può mangiare senza permesso (...). L'Europa ha sfondato la vetrina e si è mangiata la torta lo stesso: cioè molte nazioni europee hanno occupato e sfruttato territori extraeuropei usando la violenza, l'inganno e la forza delle armi. Praticamente col colonialismo è successo che una parte di mondo si è letteralmente mangiata l'altra".

COLONIALISMO È RAZZISMO

Oggi è un pensiero che fa rabbrividire, eppure alla fine dell'Ottocento era diffusa la convinzione che i bianchi fossero superiori. Esistevano teorie pseudoscientifiche che sostenevano che le persone dalla pelle scura fossero stupide. Erano considerate un po' come animali esotici. Il nonno a proposito racconta una storia tremenda: un gruppo di assabesi (così erano chiamati gli abitanti nella baia di Assab, nel Corno d'Africa) fu mostrato all'Esposizione generale italiana di Torino del 1882 come un'attrattiva dello zoo. Si crearono file lunghissime per andarli a vedere. Tutt'ora in alcune pasticcerie di Torino si vendono biscotti al cioccolato e caramelle di liquirizia che si chiamano assabesi in ricordo di quell'evento.

Esisteva poi il fenomeno del black face: gli attori per rappresentare gli africani si dipingevano la faccia di nero con un trucco pesante tipo lucido da scarpe. "Era una cosa bruttissima" spiega il nonno, "proprio razzista (...). dipingendola in quel modo la faccia diventava stranissima, orribile, un incubo. I personaggi neri venivano rappresentati come caricature. Erano goffi, tonti, inopportuni. Era il nero visto dagli occhi di chi (bianco, colonizzatore, schiavista) lo voleva umiliare e sfruttare".

Il razzismo peggiorò drammaticamente con l'arrivo del fascismo. Il razzismo c'era già prima del fascismo. Ma con Mussolini divenne sistematico. Per esempio, i fascisti proibirono la scuola ai bambini africani. "Il fascismo" racconta il nonno "ha infranto i sogni di tanti bambini che volevano essere dottori, dottoresse, architetti, ingegneri, veterinari". Perché il colonialismo si basa sull'ignoranza e sulla sottomissione. E senza scuola non c'è futuro.

Un'altra pratica razzista era la segregazione: alcune aree erano proibite alla popolazione locale, così come cinema e ristoranti. Poco dopo queste stesse leggi razziali vennero applicate in Italia agli ebrei.

IL COLONIALISMO È UN CRIMINE

L'Italia ha cercato di dimenticarlo, ma la verità prima o poi viene a galla (grazie anche al lavoro dello storico Angelo del Boca). Il nonno racconta a Igiaba che durante la presa delle colonie l'esercito italiano usò i gas chimici contro la popolazione civile. Un atto criminale che all'epoca veniva celebrato da una canzone con protagonista Topolino che canta di essersi offerto volontario per l'Abissinia armato di mitragliatrice, spada e una riserva di gas asfissiante... Insomma il fascismo ha trasformato il simpatico Topolino in un malvagio peggio di Voldemort.

Ma i Voldemort esistevano per davvero e non solo nelle canzonette. Uno su tutti: il governatore dell'Etiopia Rodolfo Graziani. "Una persona davvero cattiva", spiega il nonno che per un periodo gli ha fatto da interprete. Graziani, mandato in Africa da Mussolini, è l'artefice di una delle stragi più sanguinose della storia del colonialismo: per vendicarsi di un attentato fece uccidere più della metà degli abitanti di Addis Abeba.
Non è mai stato processato per questo.

COLONIALISMO OGGI

Conoscere la storia è importante per capire cosa succede oggi. La causa principale delle migrazioni di oggi è proprio il colonialismo. "Noi nel senso di migranti, figli di migranti siamo qui perché voi europei siete stati in Africa a spartirvela" spiega Igiaba alla fine del libro. "Il colonialismo ha depredato l'Africa di ricchezze e l'ha condannata alla povertà perenne. Ma anche oggi nuove forme di colonialismo continuano a depredare con modalità diverse". La storia del colonialismo e la storia della nostra contemporaneità sono intimamente legate.

LA MEMORIA

"Questo libro" scrive l'autrice a conclusione "è solo un tentativo di conoscere il passato per non ripeterlo. Il passato ci serve per costruire una società migliore. Chiuso questo libro non smettete di ricercare memoria. Sarete voi nel futuro a fare la differenza".

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