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La mafia: che cos’è?

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Cos'è il crimine organizzato? Come e quando è nata la mafia che ancora oggi attanaglia molte zone del nostro Paese (e non solo)? Scoprilo con noi.

Capire la mafia può sembrare complesso e non sempre è facile spiegarlo. Anche gli adulti, chi ha studiato, se non hanno approfondito l’argomento potrebbero avere difficoltà nel dare una definizione precisa di cosa è la mafia. Proviamoci quindi insieme, per provare a capire questo “sistema” tutto italiano, diffusosi poi in tutto il mondo.

Che cos’è la mafia

La mafia è un’organizzazione criminale con radici in Sicilia, Calabria e Campania sviluppata poi anche nel Nord Italia, in Europa e nel mondo. Ciò che interessa ai mafiosi è il potere economico, e cioè i soldi che riescono a ottenere grazie al traffico di armi, di uomini, di droga. I mafiosi fanno anche affari con i politici in modo da ottenere favori in cambio di voti e protezione. O ancora, la mafia può arricchirsi e diventare sempre più potere col cosiddetto “pizzo”, una sorta di “tassa” che i mafiosi chiedono ai commercianti in cambio di protezione. Chi non paga il pizzo, per esempio, può subire anche danni gravi alla propria attività.

La mafia ha un nome diverso a seconda della regione di appartenenza:

  • in Sicilia è Cosa Nostra
  • in Campania è la Camorra
  • in Puglia è la Sacra Corona Unita
  • in Calabria è la ‘Ndrangheta

Quali sono le mafie in Italia

Come dicevamo, la mafia prende nomi diversi a seconda della regione di appartenenza dei clan. La mafia in Italia è diffusa in tutta la nazione, ma fuori dalle regioni di appartenenza si tratta di “cellule”, di “distaccamenti” che si scontrano tra loro per contendersi il controllo dei territori. Ecco qualche informazione in più sulle mafie italiane:

  • Cosa Nostra è molto organizzata: ha dei “soldati” o “uomini d’onore” che si occupano di compiere omicidi o di chiedere il “pizzo” e dei capi che fanno parte della “cupola”, una specie di commissione che regola tutti gli affari (leggi anche: chi era Totò Riina?). Negli anni Novanta lo Stato, grazie al lavoro di magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, inferse durissimi colpi alle cosche di Cosa Nostra, ridimensionandone la forza criminale.
  • La Camorra è nata in Campania e resta molto radicata, sviluppata in quella regione dove ha creato dei veri e propri “sistemi” criminali che sfruttano soprattutto la povertà delle persone nelle periferie della città più importanti come Napoli. In particolare si occupa dello spaccio della droga, del traffico d’armi e di rapine ma anche di traffico di rifiuti illeciti.
  • La ‘Ndrangheta è calabrese anche se oggi è ormai diffusa anche in Emilia Romagna, Lombardia e all’estero. Si è organizzata in ‘ndrine che sono presenti in ogni comune e sono formate da famiglie che prevedono un vero e proprio rito per entrarne a far parte. Oggi è la più ricca delle mafie soprattutto grazie al traffico di droga ma anche alla conquista del potere in alcuni comuni.
  • In Puglia, nel Salento, dove andiamo tutti in vacanza, è nata la Sacra Corona Unita. Per entrare a farne parte serve un “giuramento”

Come e quando è nata la mafia?

Ma quando e dove nasce la mafia? Sì, la mafia è nata in Italia: più precisamente, pare che già nell’Ottocento ce ne fosse traccia, perché il termine “mafiusu” era comparso in un dramma teatrale del 1863 in scena a Palermo. Cosa Nostra esisteva quindi già nel diciannovesimo secolo, si pensa agli inizi. Originariamente il fenomeno era nato come un'organizzazione di proprietari terrieri locali che aveva esteso il proprio controllo a qualsiasi ambito della società. Questi padroni, servendosi di uomini violenti e pronti a tutti, decidevano chi doveva essere eletto, chi doveva lavorare e chi, avendo mancato di rispetto doveva essere punito.

Alla fine del XIX secolo molti italiani emigrarono, a causa della povertà, verso l’America e alcuni migranti "esportarono" mentalità e metodi criminali nel Nuovo Mondo. Negli Stati Uniti si svilupparono così potenti organizzazioni criminali con dei capimafia, come il conosciutissimo Al Capone.

Era italiano (campano, per l’esattezza) anche Joe Petrosino, un eroico poliziotto di New York che con una squadra speciale di agenti riuscì a combattere la mafia italoamericana e a rispedire in Italia circa 500 criminali.
In Sicilia, intanto, questi criminali si organizzarono e nel dopoguerra i gruppi mafiosi furono usati per fermare le rivolte dei contadini che chiedevano la proprietà delle terre che coltivavano.

Il primo maggio 1947, a Portella della Ginestra, vicino a un paese che si chiama Piana degli Albanesi (provincia di Palermo), avvenne la prima strage di mafia: furono uccisi giovani contadini, donne e persino bambini.

Come agisce la mafia?

Le organizzazioni di stampo mafioso non si limitano a commettere reati, ma creano un sistema, un vero mondo parallelo e alternativo alla società legale, in cui interi territori finiscono sotto il loro controllo, condizionando direttamente o indirettamente la vita della comunità. Nelle zone controllate dalla mafia, infatti, sono i clan della malavita a decidere chi lavora, chi può costruire un palazzo, chi può avviare un'impresa, chi viene protetto o chi, viceversa, va punito.

La mafia, insomma, si sostituisce allo Stato, e quindi finisce per essere appoggiata non solo dai suoi membri o dai soci in affari, ma anche da gente comune che, trovandosi in difficoltà, vede nella malavita un modo per guadagnarsi da vivere.

I principali ricavi della mafia provengono dallo spaccio di droga, dal traffico d'armi, dalla gestione degli appalti e, in certe zone, dallo smaltimento illecito di rifiuti tossici, un giro d'affari milionario con cui molte famiglie mafiose si sono arricchite risparmiando sui costi e rilasciando nell'ambiente tonnellate di rifiuti nocivi e altamente inquinanti.

La mafia indica organizzazioni criminali. È nata in Italia, probabilmente in Sicilia, per poi diffondersi a macchia d’olio in tutto il mondo.