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FocusJunior.itNewsLa guerra tra Russia e Ucraina spiegata ai ragazzi

La guerra tra Russia e Ucraina spiegata ai ragazzi

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La guerra tra Russia e Ucraina spiegata ai ragazzi
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Perché c’è in atto una guerra tra la Russia e l’Ucraina? Come sta andando il conflitto? Insieme ad un esperto analizziamo dieci punti da conoscere per comprendere la crisi in corso. (Articolo in aggiornamento)

A scuola si studiano la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, gli ultimi conflitti che hanno sconvolto l’Europa. Un altro scontro, vicino ai nostri confini, si è consumato nei Balcani (in particolare in Serbia, Bosnia, Croazia e Kosovo) nei primi anni Novanta. Se chiedete a mamma o papà, ricorderanno ancora le immagini della città di Sarajevo assediata. Da allora non si è più sentito parlare di guerre vicino a noi, fino a febbraio 2022. È la notte tra il 23 e il 24 quando, pochi minuti prima delle 5, il presidente russo Vladimir Putin annuncia l'inizio "di un'operazione militare speciale" per "demilitarizzare e denazificare" l'Ucraina. È l'inizio della guerra che ad oggi ha ufficialmente portato alla morte di oltre 230 mila persone tra vittime civili dell’Ucraina ( secondo le Nazioni Unite a fine gennaio scorso sarebbero 7.110 e 11.547 feriti), soldati di Kiev (a detta di un rapporto dei servizi segreti militari statunitensi, sono stati uccisi tra i 15.500 e i 17.500 militari e ne sono stati feriti tra i 109 mila e i 113.500) e 200 mila militari russi morti a causa dei combattimenti ma anche all'abuso di alcool e per l'ipotermia (fonte intelligence britannica). Tra questi – dato Unicef – ci sarebbero 1500 minori morti ma è un numero sottostimato.

Perché c’è in atto una guerra tra la Russia e l’Ucraina? Che cosa vuole il presidente russo Vladimir Putin?

Per rispondere a queste domande e per spiegarvi nel migliore dei modi possibili questo conflitto abbiamo chiesto aiuto a un giornalista, inviato di guerra: Domenico Quirico che oggi è il caposervizio delle cronache estere del quotidiano La Stampa. Lui, è stato anche sequestrato in Siria e da sempre si occupa dei conflitti nel mondo. Ecco dieci passi per capire la crisi in corso scritti con la consulenza di Quirico (ARTICOLO IN COSTANTE AGGIORNAMENTO).

P.S: leggi anche Russia e Ucraina: 10 parole chiave per seguire la guerra.

Dov'è e cosa rappresenta il territorio ucraino?

L’Ucraina è uno dei maggiori produttori di grano del mondo, nonché il Paese da dove vengono molte delle donne che si occupano dei nostri nonni. Forse avete sentito parlare di questo luogo proprio perché avete in casa una di queste persone. In realtà la maggior parte delle badanti viene da una sola città dell’Ucraina: Leopoli. Altro motivo per cui, in passato, si è parlato di Ucraina è il disastro alla centrale nucleare di Černobyl', una località a circa cento chilometri a nord di Kiev, la capitale del Paese: quell’incidente avvenuto nella notte del 26 aprile 1986, provocò e continua a provocare, a causa della diffusione della nube tossica, gravi malattie nella popolazione.

Kiev dista poco meno di tre ore da Milano in aereo. La capitale era una città molto ricca, con molti negozi di lusso, un bellissimo centro storico, tantissimi giovani che studiavano e che si divertivano nei tanti locali alla moda che esistono. Fuori dalla capitale si vive ancora come se fossimo negli anni Cinquanta in Italia: ci sono villaggi di agricoltori con case che hanno un bagno all’esterno; macchine vecchie e molti orfanatrofi. L'Ucraina è divisa in 24 regioni e una repubblica autonoma: la Crimea. Tra queste regioni c’è il Donbass, la zona di cui si parla in queste settimane.

Cos'è il Donbass?

Il Donbass – che significa "bacino del Donec" – è un'area dell'Ucraina orientale suddivisa in tre regioni: quella di Donetsk, che è la città principale; quella di Luhansk e quella di Dnipropetrovsk. Da qui, Kiev è distante 700 chilometri. In questa zona tutto, o quasi, è a predominanza russa: dalla lingua alla chiesa.

mappa Ucraina
La mappa dell'Ucraina. Nel tondo le regioni del Donbass a maggioranza russa proclamatesi indipendenti.

Nel Donbass ci sono cinque milioni di persone e un milione ha il passaporto russo. Nelle regioni di Luhansk e Donetsk, vivono in maggioranza persone che si sentono separate dall’Ucraina, infatti si definiscono “separatisti”. Lì, parlano la lingua russa e guardano il campionato di calcio russo. A scuola si studia la versione sovietica della storia. In televisione i canali trasmettono programmi in lingua russa. Per molti italiani, il Donbass è familiare grazie alla squadra di calcio, lo Shakhtar Donetsk, che negli ultimi 10 anni ha disputato quasi sempre la Champions League. Nell'estate 2021 il club aveva ingaggiato un allenatore italiano, Roberto De Zerbi.

Guardare la Storia per capire cosa accade oggi

L’Ucraina è una sterminata pianura solcata da grandi fiumi (il Dnepr, il Donec, il Dnestr) dove grazie a questa mancanza di confini naturali (le montagne) ci sono state da sempre invasioni di diversi popoli. Dal 1919 fino al 1960, l’Ucraina, faceva parte dell’Unione Sovietica.

C’è una data da non dimenticare nella storia dell’Ucraina ed è forse il principio del conflitto tra Russia e Ucraina: tra il 1932 e il 1933, milioni di ucraini morirono di fame. Stalin, il capo dell’Unione Sovietica, decise di prendere tutte le terre: i contadini non ricevettero più uno stipendio ma una quota dei beni prodotti. Molti si opposero a questa decisione e vennero ammazzati: chiunque fosse stato trovato a nascondere qualcosa da mangiare, anche solo delle bucce di patata, sarebbe stato fucilato. Altri morirono di fame. Ancora oggi questa tragedia è una delle ragioni del risentimento degli ucraini verso i russi.

Nel Donbass furono realizzati grandi insediamenti siderurgici che hanno attratto la popolazione russa. Gran parte della popolazione del Donbass non ha mai nascosto una certa insofferenza verso Kiev, ritenendo che dal 1991 (anno in cui l'Ucraina dichiarò l'indipendenza dall'Urss) le condizioni di vita siano peggiorate.

Una guerra iniziata otto anni fa

Non è vero che la guerra è iniziata ora. Semmai si può dire che ha raggiunto il punto più grave in queste settimane ma è dal 2014 che nella regione del Donbass c’è un conflitto in corso. Nel 2014, a Kiev, c’è stata una rivolta contro il presidente Janukovyč, amico dei russi. La popolazione fece una battaglia per chiedere l’adesione all’Unione Europea con manifestazioni nella piazza Maidan. Si crearono degli scontri, ci furono dei morti e il presidente venne cacciato.

A quel punto la Russia, per rispondere a questa iniziativa, si prese la penisola della Crimea, nel sud dell'Ucraina. Da quel momento è partita la mobilitazione anche del Donbass: gruppi militari delle regioni di Lugansk e Donetsk sono riusciti in breve tempo a prendere il controllo di parte della regione, grazie all'appoggio occulto di Putin che ha fornito denaro e armi. Così è stata proclamata la nascita della Repubblica Popolare di Donetsk e la Repubblica Popolare di Lugansk che sono indipendenti dall’Ucraina.

Dopo 13mila morti, città abbandonate e migliaia di civili in fuga, gli scontri si sono fermati – almeno ufficialmente – con gli accordi di Minsk, siglati nel 2015 da Russia e Ucraina. Gli accordi prevedevano il ritorno delle regioni ribelli all'Ucraina, in cambio di maggiore autonomia. Ma non sono mai stati rispettati veramente tant’è che ora il conflitto è riesploso.

La guerra tra Russia e Ucraina spiegata ai ragazzi

L'inizio dell'invasione dell'Ucraina

A fine febbraio Putin ha riconosciuto, senza accordi con nessuno la Repubblica di Donetsk e la Repubblica di Luhansk come russe e ha già fatto entrare i carri armati su quei territori. Di fatto, però, si tratta di una vera e propria invasione, perché quelle due aree sono a tutti gli effetti dell’ Ucraina. In questo modo gli accordi di Minsk sono saltati.

Nella notte tra mercoledì 23 e giovedì 24 febbraio 2022, alle 4,27 ora italiana il presidente russo ha annunciato l’operazione militare mentre il consiglio ONU era ancora in corso. L’ha definita una “operazione speciale per smilitarizzare l’Ucraina”. Mosca ha fatto sapere di aver “soppresso il sistema di difesa anti aerea” ucraino con attacchi di precisione. Putin vuole impedire all’Ucraina di difendersi. Tuttavia, benché nei primi giorni di lotta i carri armati russi siano entrati nella capitale e in altre città, l'avanzata si è dimostrata molto più complicata del previsto a causa della decisa resistenza ucraina (e forse di qualche problema organizzativo tra le file dei russi) e in molte zone sembra scattata la controffensiva da parte dell'esercito ucraino.

I civili ucraini però sono costretti a fuggire e l'intensità degli attacchi aumenta giorno dopo giorno, con attacchi rivolti anche ad ospedali e facoltà universitarie. La notizia più tragica in questo senso è arrivata il 16 marzo, a circa tre settimane dall'inizio del conflitto, quando un bombardamento (negato dalle autorità russe) ha colpito il Teatro d'Arte Drammatica di Mariupol - una delle città dove gli scontri si sono fatti più serrati - nonostante la struttura fosse diventata un rifugio per un migliaio tra donne e bambini. Per prevenire attacchi, i responsabili del Teatro avevano anche realizzato una grande scritta nel cortile del Teatro, in modo che fosse facilmente visibile dal cielo. La scritta riportava una sola parola: "bambini".

Dopo più di cento giorni dall’inizio della Guerra però, la crisi continua a non vedere alcuna fase risolutiva. A Kiev e nella zona Ovest la situazione è più tranquilla. Nella capitale, la gente è tornata per strada, i bar e persino i teatri e i cinema hanno riaperto. La guerra ora è concentrata sull’Est del Paese dove una parte è già sotto il controllo dei russi. Fino ad oggi è stato impossibile un incontro tra Putin e il presidente dell’Ucraina Zelensky. La tensione resta alta al punto che l’ex presidente della Russia, Dmitrij Medvedv, ha detto in maniera provocatoria: «L’Ucraina tra due anni esisterà ancora sulla mappa del mondo?».

A tentare di mettere d’accordo Putin e l’Ucraina ci sta provando la “diplomazia” cioè gli incontri dei diversi capi di Stato che provano a fare una trattativa, un patto. A giugno, sono andati a Kiev, per parlare con Zelensk, il nostro presidente del Consiglio Mario Draghi; il capo del Governo tedesco Olaf Scholtz e il primo ministro francese Emmanuel Macron. La loro idea è quella di fare un nuovo accordo come quello fatto a Minsk nel 2015. In quest’ultimi mesi ha assunto un ruolo significativo Papa Francesco e il Vaticano. Dopo l’incontro con il presidente Zelensky a Roma, è stato inviato nella capitale per avviare un accordo il cardinale di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Matteo Zuppi che presto potrebbe anche volare a Mosca. Monsignor Zuppi è stato già in passato autore tra tanti della pace in Mozambico ai tempi della guerra civile.

 

 

Chi è Vladimir Putin?

Il capo del Governo della Russia, è una ex spia dei famosi servizi segreti del Paese. È al Governo da più di vent’anni. Lui non sta al potere perché usa solo la violenza ma vince perché la maggioranza dei russi crede nella sua idea di realizzare una grande potenza mondiale come la Cina. Putin vuole fare un impero. È un uomo solo al comando con un grande potere.

In questi cento giorni però, Putin è apparso sempre meno in pubblico e chi l’ha osservato ha detto che potrebbe essere gravemente ammalato ma nessuno può dirlo con certezza. Gli unici capi di Stato a parlare con lui sono il presidente della Turchia, Erdogan, e quello della Cina, Xi Jinping attraverso delle telefonate.

Guerra Russia Ucraina - Putin
Il presidente russo Vladimir Putin, di fatto al potere da vent'anni. (Getty Images)
Credits: Getty Images

Perché a Putin interessa l'Ucraina?

Si tratta di una questione geo-politica. Putin vuole riaffermare che la Russia ha diritto ad avere uno spazio “vuoto” (l’Ucraina) tra le sue frontiere e la potenza occidentale. I russi hanno l’ossessione, nel caso scoppiasse la guerra, di essere assediati. Avere l’Ucraina nelle loro mani permetterebbe uno spazio di manovra.

È vero che si tratta di una "guerra sul gas"?

Non esattamente. L’Ucraina per il mondo occidentale non rappresenta alcun interesse sulla questione gas. È la Russia ad essere un produttore di materie prime; gas, petrolio. C’è un interesse solo geo-politico da parte della Russia e degli Stati Uniti. Le implicazioni economiche ed energetiche però sono evidenti: già in queste settimane il costo di benzina e gasolio è schizzato alle stelle: siamo arrivati a pagare in Italia, due euro al litro.

Inoltre a giugno, la Gazprom, la società russa che fornisce il gas a molti Paesi europei, ha ridotto la sua fornitura all’Italia del 15% dopo averlo azzerato a Polonia, Bulgaria, Olanda, Danimarca e Finlandia.
Per l’estate – secondo gli esperti – non avremo problemi ma a febbraio prossimo, rischiamo di non avere il gas necessario a mantenere sia le industrie sia il riscaldamento nelle nostre case.

L’altro enorme problema è la fuga delle persone: molti stanno scappando nei nostri Paesi. In Italia sono arrivate (secondo i dati del Ministero dell’Interno) più di cento mila persone che hanno abbandonato il loro Paese. Secondo gli ultimi dati dell l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato che si celebra il 20 giugno, la guerra in Ucraina è stata il motore principale degli esodi forzati nel 2022. Il numero di rifugiati dall’Ucraina è salito da 27.300 alla fine del 2021 a 5,7 milioni alla fine del 2022, costituendo così il più rapido esodo di rifugiati al mondo dalla Seconda guerra mondiale. In Italia le persone che sono state costrette ad abbandonare il proprio paese a causa di guerre e persecuzioni sono 354.414, di queste il 41% proviene dall’Ucraina.

Scoppierà la terza guerra mondiale?

Nessuno è così folle da volere un conflitto internazionale. Lunedì 28 febbraio 2022 c’è stato un incontro tra i vertici dello Stato russo e di quello ucraino, per trovare una soluzione. Mosca ha presentato alcune condizioni per la fine delle operazioni militari (cessione Crimea, neutralità dell'Ucraina ecc...) e le parti si sono riaggiornate la settimana successiva per concordare un cessate il fuoco per permettere l'istituzione di corridoi umanitari, ma la tregua è solo durata poche ore. Un terzo incontro, conclusosi il 10 marzo, si è rivelato anch'esso inconcludente, soprattutto sulle richieste ucraine di interrompere le ostilità per almeno 24 ore. Da giorni però le parti continuano a dialogare e sembra che si stia cominciando ad intravedere qualche punto d'incontro.

C’è tuttavia un problema di crisi umanitaria che coinvolge i paesi più poveri e di conseguenza anche noi: si chiama crisi del grano. In Africa non arriva più, a causa del blocco delle navi, il grano prodotto in Ucraina. La guerra in Ucraina e le sanzioni su larga scala contro la Russia hanno portato a una riduzione del volume del commercio mondiale e a un forte aumento dei prezzi dei generi alimentari e dell'energia. C'è stato un forte aumento dei prezzi anche del gas e del petrolio. L'Ucraina è il quarto maggiore esportatore di mais e grano e il più grande esportatore mondiale di olio di girasole; Russia e Ucraina che insieme esportano il 29% della fornitura mondiale di grano e il 75% delle esportazioni mondiali di olio di girasole.

Questo può essere pericoloso quanto una bomba atomica perché stanno aumentando i Paesi che hanno delle carestie, che restano senza cibo, aggravando anche la situazione sanitaria degli abitanti. Di conseguenza, molte più persone cercano di scappare dall’Africa verso l’Italia e l’Europa. Dalla fine di maggio sono arrivate in media (secondo i dati del ministero dell’Interno) sulle nostre coste 300 persone al giorno che attraversano il mare rischiando la vita.

La condanna a Putin

La Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto per il presidente russo Vladimir Putin a proposito dell'invasione dell'Ucraina. Il tribunale dell'Aia ha accusato il capo del Cremlino di essere responsabile dei crimini di guerra che le sue truppe hanno commesso in Ucraina. Il mandato, però, "non ha alcun valore legale", secondo il Cremlino, perché "la Russia, come un certo numero di Stati, non riconosce la giurisdizione di questo tribunale, quindi, dal punto di vista del diritto, le decisioni di questo tribunale sono nulle", ha spiegato il portavoce del presidente russo, Dmitri Peskov. Putin, ha spiegato la Cpi, è accusato del "crimine di guerra di deportazione della popolazione" e di "trasferimento illegale della popolazione", in particolare bambini dalle aree occupate dalle truppe di Mosca in Ucraina dall'inizio della guerra. Kiev stima che siano oltre 16 mila i bambini trasferiti forzatamente in Russia o nelle zone occupate. Nei fatti Putin è rimasto al suo posto, nessuno è andato ad arrestarlo. Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, Dmitri Medvedev, ha paragonato a "carta igienica" il valore del mandato di arresto spiccato dalla Corte penale internazionale (Cpi) nei confronti del presidente russo Vladimir Putin per "crimini di guerra".

Le parole da capire

  • "Z". In queste settimane questa singola lettera è diventata il simbolo dell'invasione ai danni del popolo Ucraino. La "Z" maiuscola infatti è la lettera che campeggia su molti mezzi corazzati e bandiere sventolate dai sostenitori di Putin. Il significato di tale simbolo tuttavia non è ancora ben chiaro. Il Ministero della Difesa russo ha affermato che si tratta dell'iniziale dell'espressione Za pobedu ("Per la vittoria"), tuttavia molti si chiedono perché utilizzare una lettera dell'alfabeto latino  e non di quello cirillico, usato in Russia.
  • Nato. è un'organizzazione internazionale per la collaborazione nel settore della difesa.
    Il trattato istitutivo della NATO, il Patto Atlantico fu firmato a Washington il 4 aprile 1949, ed entrò in vigore il 24 agosto dello stesso anno. Attualmente, fanno parte della NATO 30 Stati del mondo. Ha sede a Bruxelles e l’Ucraina vorrebbe aderirvi per rafforzare la sua posizione.
  • Sanzioni. Le sanzioni sono azioni intraprese da Stati; istituti sovranazionali, come l'Unione Europea; organizzazioni internazionali, come la Nazioni Unite, nei confronti di un Paese per impedirgli di agire in modo aggressivo o per punire una violazione del diritto internazionale. L'obiettivo è quello di determinare un cambiamento nella politica o nell'attività del Paese di destinazione, evitando lo scoppio del conflitto. Spesso progettate per danneggiare l'economia, prevedono in realtà una varietà di forme: divieti di viaggio, embargo sulle armi, restrizione del movimento dei capitali, riduzione degli aiuti dall'estero e restrizioni commerciali.
    Il presidente Joe Biden ha vietato l'esportazione, la vendita, la fornitura di beni, servizi e tecnologie dagli Stati Uniti alle due repubbliche separatiste nell'Ucraina orientale. La Russia è stata esclusa anche dal circuito bancario internazionale e pure i grandi miliardari del Paese - i cosiddetti oligarchi - sono stati colpiti da durissimi sequestri e congelamenti di beni in tutto il mondo.
  • Guerra ibrida. Una guerra ibrida è una strategia militare che impiega una guerra politica e mescola una guerra convenzionale (condotta impiegando armi militari e tattiche di battaglia) e una guerra cibernetica (l'uso di tecnologie elettroniche, informatiche e dei sistemi di telecomunicazione) con altri metodi di influenza, come fake news.
  • Negoziato. Sono trattative che precedono la stipulazione di un accordo diplomatico, di un contratto, di un patto che dev’essere rispettato da chi lo fa.
  • Chernobyl. Località ucraina dove il 26 aprile 1986 si verificò il più disastroso incidente occorso ad una centrale nucleare della storia europea, rendendo radioattiva inagibile la zona per decenni. Durante i primi giorni del conflitto questo luogo è stato al centro di una serrata battaglia tra forze russe e ucraine, con conseguente preoccupazione per eventuali danni al reattore della centrale. Ora il territorio è controllato dall'esercito russo.

Articolo aggiornato al 20 giugno 2022

Per leggere maggiori informazioni sullo sviluppo del conflitto consigliamo la lettura anche dell'articolo LA GUERRA IN UCRAINA CONTINUA: COSA SPIEGARE AI RAGAZZI

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