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Il sogno di Dante: il Giro della legalità in bici per combattere la mafia

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Il sedicenne toscano Dante Bigi vuole girare l'Italia in bicicletta, da Nord a Sud, per incontrare i cittadini e sostenere la lotta alle mafie. E per realizzare il suo progetto è disposto a tutto...

Sedici anni, una grande passione per la bici e l'entusiasmo senza confini di chi sa di poter fare la differenza. Potrebbe non sembrare molto, ma tanto è bastato al giovane Dante Bigi per inventarsi il "Giro della Legalità", un'avventura on the road in cui la meta non è un luogo particolare o il viaggio fine a se stesso, ma una causa concreta e decisamente importante: pedalare lungo tutta Italia, da Nord a Sud, per incontrare persone, raccontare storie e sostenere tutti insieme la lotta alla mafia.

IN SELLA PER UN SOGNO

Tutto è nato con un'intuizione, una piccola follia estiva:

«Questo luglio ero al Lago di Garda insieme ai miei genitori - ci racconta Dante - e mi ero posto l'obiettivo di fare il giro in bici dell'intero lago (circa 140 km, non proprio uno scherzo N.d.R). Così, mentre stavo pedalando, mi è nata l'idea di questo Giro. Lì per lì ho subito bocciato l'idea, mi sembrava senza senso, ma poi ci ho ripensato e mi sono messo a inviare un sacco di mail per cercare sostegno».

Un giovane liceale senza mezzi o particolari amicizie ha quindi iniziato a spedire migliaia di mail per trovare qualcuno che lo aiutasse nel suo progetto. "Qualcuno mi risponderà" pensava. E infatti qualcuno ha risposto...

«Ci sono state anche delle repliche che mi hanno fatto arrabbiare - confessa - gente che ancora oggi pensa che le mafie non esistano o non siano il problema principale dell'Italia. Però per fortuna altri hanno già fatto sentire il loro sostegno e quindi, io e gli amici che hanno accettato d'imbarcarsi in questa avventura con me, speriamo di riuscire a intercettare associazioni, sponsor o patrocini che possano darci una mano concreta».

Tra i primi a dare manforte all'iniziativa persino l'attrice Claudia Gerini, la quale ha risposto con un vocale su Whatsapp mettendo in contatto Dante con Federica Angeli, la giornalista che dal 2013 vive sotto scorta in seguito alle sue denunce contro le mafie di Ostia. Ma anche i cittadini "comuni" si sono dimostrati interessati ad aiutare il Giro della Legalità: «C'è stato perfino un pensionato che si è offerto di accompagnarci in camper per tutto il tragitto!».

DAL TRENTINO A CORLEONE

Già nei primi di settembre Dante, che si avvale dell'aiuto di un esperto di questo tipo di viaggi, conta di presentare l'itinerario delle città da toccare lungo il percorso, con tappe disseminate lungo tutta la Penisola, dal Trentino alla Sicilia. Presumibilmente l'intero Giro durerà circa un mese e si cercherà di raggiungere almeno una provincia per regione, pedalando 80-100 km al giorno.

«Tenteremo di fermarci in due-tre città al giorno con un evento in piazza dove poter mettere un palco e delle casse per dare vita ad un'iniziativa con artisti, cantanti e politici che metteranno la loro faccia per supportare l'iniziativa e lanciare un messaggio significativo: la mafia esiste ancora e tocca a noi sconfiggerla».

Tutt'oggi infatti, sebbene meno visibile e riconoscibile, l'attività mafiosa continua a prosperare e a stritolare anime ed economie di questo Paese, impedendo alle persone oneste di poter vivere e lavorare serenamente. Per questo il Giro della Legalità sarà anche una possibilità per cittadini e imprenditori locali di denunciare le loro storie

«C'è giovane gelataio palermitano - racconta Dante - che tre giorni dopo aver aperto la sua attività si è visto arrivare dei brutti ceffi che chiedevano il pizzo. Il gelataio ha scelto di reagire e ha denunciato i mafiosi, ma ora lui ha dovuto chiudere il negozio. Tutto questo deve cambiare».

UNA PASSIONE NATA A SCUOLA

La triste storia che lega la criminalità organizzata alla nostra bella Italia è da sempre un argomento che infervora il giovane Dante, un esempio "vivente" di come una brava insegnante possa instillare nei suoi studenti la passione e la volontà di cambiare le cose.

«Alle medie avevo una grandissima professoressa d'italiano che ha saputo trasmettermi questa passione. Ci ha fatto leggere testi, libri come Per questo mi chiamo Giovanni (Luigi Garlando, Rizzoli, 2004 N.d.R), e fatto fare ricerche che hanno portato a scoprire questi temi partendo proprio dalle storie personali, sia famose che quelle meno note, di coloro che si sono opposti all'illegalità. Ancora oggi la sento spesso e la aggiorno sull'evoluzione del progetto».

Volete supportare il Giro della Legalità?

Ecco i contatti utili

Mail: ilgirodellalegalita@gmail.com

Facebook: Il Giro della Legalità

Instagram: ilgirodellalegalita

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