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Antichi Egizi, Romani, Maya e Atzechi: perché queste antiche civiltà sono scomparse?

Se vi siete mai posti una domanda di questo genere, sappiate che avete toccato uno dei punti più difficili del lavoro degli storici. Capire perché nascano le civiltà è complicato, ma riuscire a comprendere perché crollino lo è ancora di più. A volte succede all’improvviso e a volte è una cosa che avviene addirittura in centinaia di anni.

La crescita delle civiltà

In effetti “qualcuno ha pensato che le civiltà seguano un ciclo uguale per tutte, che le porta a un periodo di crescita, fino al massimo della fioritura e poi al crollo e alla scomparsa. Ma è una visione un po’ troppo meccanica”, racconta Luca Castellin (che ha letto molte cose su questo argomento e le insegna all’Università Cattolica di Milano).

Allora un grande storico inglese che si chiamava Toynbee ha scritto una storia delle civiltà in dieci volumi per cercare di spiegare che «le civiltà progrediscono finché sanno rispondere alle sfide che si trovano davanti e che possono essere molto diverse: dei nemici, oppure il clima, un ambiente difficile o favorevole.

Quando invece non sono più capaci di trovare buone risposte, cominciano a sfiorire», dice sempre il nostro storico.

Che cosa è successo agli Egizi?

Un’idea che sembra adatta a spiegare, per esempio, quello che accadde alla civiltà egizia, che impiegò un tempo lunghissimo a dissolversi. Molte volte nella sua storia sembrava che fosse finita e poi risorgeva e poteva sembrare destinata a non finire mai. Invece a un certo punto un re persiano che si chiamava Cambise invase il Paese senza fare nemmeno troppa fatica e lo trasformò in una provincia del suo impero, perché la civiltà egizia era ormai esaurita, come un’auto senza più benzina. Anche se nessuno sa spiegare davvero quale fosse la benzina.

Gli Egizi, “risorti” tante volte

Il bello della storia dell’Antico Egitto è che non si riesce mai a saperla tutta. Ci sono così tante dinastie e così tanti periodi diversi che sembra impossibile di avere a che fare con una sola civiltà.

Da Cheope, che costruì la prima piramide di el-Giza, a Ramsete II passano ben 1200 anni, come da Carlo Magno a noi!

L’Antico Egitto si divise molte volte, attraversò periodi di decadenza e di rinascita, fu invaso da popoli misteriosi come gli Hycsos e si riprese sempre e durò più di 2500 anni. Dopo le lotte con i Popoli del mare, alla fine dell’Età del Bronzo, divenne però sempre più debole. Quando venne conquistato dai Persiani, poi da Alessandro Magno e infine dai Romani la sua civiltà era già pronta per finire al museo.

Le civiltà finiscono davvero?

Ma si può almeno trovare il momento in cui succede che una civiltà finisca? In qualche caso sì.

Si può dire che il 13 agosto del 1521, quando i conquistadores spagnoli guidati da Hernán Cortéz diedero alle fiamme la città di Tenochtitlán, capitale dell’impero Azteco, fu il giorno che segnò la fine della civiltà azteca.

Nel giro di appena due anni da quando Cortéz era sbarcato sulle coste del Messico, il regno del famoso Moctezuma (o Montezuma) era scomparso.

«Questo degli Aztechi, come quello degli Inca, è un caso eclatante, ma piuttosto raro», sostiene Enrica Salvatori, che la storia la insegna all’Università di Pisa. «Le civiltà scompaiono in moltissimi modi diversi, spesso trasformandosi e lasciando tracce nelle civiltà successive”, aggiunge”. E Castellin conferma: “Ogni civiltà non è mai sola nel mondo e si incontra e scontra con le altre e continuamente ci sono pezzi di una che passano a un’altra».

Pensate agli Etruschi, che persero le battaglie contro i Romani e apparentemente furono sconfitti. Essi però avevano una civiltà così bella e raffinata che molte delle cose che facevano sono diventate parte della civiltà romana. Persino la corona d’oro dei re, quella che disegniamo ancora oggi, l’hanno inventata loro!

Isola di Pasqua: la stupidità umana

L’Isola di Pasqua, sperduta nell’oceano Pacifico, era una immensa foresta di palme quando ci arrivarono i primi abitanti.

Vivevano bene, erano sempre di più e così cominciarono a tagliare le piante, per avere terreni da coltivare e tronchi su cui far rotolare le grandi statue che intagliavano nella pietra, i Moai. Solo che a forza di tagliare alberi, l’isola divenne arida e brulla e la popolazione si ridusse quasi alla fame: a quanto pare per sopravvivere si cibarono dei topi. Sarebbe stato decisamente meglio pensarci prima

I conquistadores

Ma torniamo nell’America del 1500.

I suoi regni e le sue civiltà finirono così in fretta perché i conquistadores non solo erano spesso spietati (e Cortéz lo era forse più di tutti gli altri!), ma avevano i cavalli, avevano armi più moderne e conoscevano la polvere da sparo e nessuna delle popolazioni che incontrarono riuscì a resistere a una superiorità tecnologica così schiacciante. Senza contare che dall’Europa arrivarono pure malattie che quei popoli non avevano mai visto e che fecero strage anche senza bisogno delle armi.

Dunque la tecnologia è importante per decidere la vittoria e la sconfitta.

Basta pensare a come, nell’antichità, gli Ittiti sbaragliassero i nemici solo grazie ai loro carri da guerra più agili e con tre posti anziché due. Ma non basta. E molti casi lo dimostrano.

Gli Etruschi: assorbiti dai Romani

Se pensate che gli Etruschi fossero toscani, vi sbagliate. Gli Etruschi sono un enigma e non si sa come siano capitati in Italia. Forse arrivarono attraverso il mare dall’Asia Minore. Di certo si stabilirono un po’ ovunque, dalla Campania all’Emilia Romagna e al Veneto. Anche Roma è stata etrusca per un certo periodo. Poi però i romani decisero di cacciare il re etrusco, Tarquinio, dalla loro città. E alla fine si misero a combatterli e li sconfissero sempre.

Così gli Etruschi si misero a parlare latino e smisero di avere un proprio re in ogni città, ma continuarono ancora a lungo a costruire tombe sotterranee, gioielli e tante altre cose di classe. Scomparvero, ma senza mai sparire davvero.

Greci contro Persiani

Pensate a ciò che successe ai Greci contro i Persiani: i Greci erano molti di meno e meno organizzati, ma così determinati che riuscirono a sconfiggere i nemici per ben due volte e così diedero inizio a un periodo di splendore, coltivando il teatro, la filosofia e inventando la democrazia, costruendo i templi e portando la loro cultura in giro per il Mediterraneo e anche in Italia.

Poi però, a forza di farsi la guerra le une con le altre, le città greche finirono male e Alessandro Magno non fece quasi nessuna fatica a sconfiggerle. Un po’ come successe all’Egitto contro Cambise.

Cause dei crolli? Spesso sono più di una…

Di solito, quando uno storico studia una civiltà, trova molti motivi che l’hanno indebolita e però ne sceglie uno come principale.

Per il crollo della civiltà Romana, per esempio, c’è chi pensa che abbiano contato di più i barbari e chi il Cristianesimo, qualcuno pensa che l’impero fosse troppo grande e qualcuno che a un certo punto, come si dice, gli Antichi Romani non fossero più quelli di una volta. Ma anche il cambiamento del clima può essere un nemico assai pericoloso. E a volte, come accadde agli abitanti dell’Isola di Pasqua, una civiltà può persino essere causa della propria rovina senza saperlo.

E la civiltà minoica?? Mistero fitto!

Uno dei più grandi misteri della storia è la fine dell’Età del Bronzo, attorno al 1200 avanti Cristo.

All’improvviso scompare la civiltà minoica di Creta: i suoi splendidi palazzi vengono abbandonati.

Molti storici pensano che sia stato per colpa di uno tsunami provocato dall’esplosione del vulcano di Santorini, un’isola greca che si trova di fronte a Creta, avvenuta proprio in quel periodo. Ma la cosa strana è che quasi contemporaneamente crollarono altre civiltà e imperi: in Turchia quello Ittita, in Mesopotamia, in Siria, e persino l’Egitto cominciò a indebolirsi.

C’è chi dà la colpa ai misteriosi popoli del mare, che sbarcarono un po’ ovunque ma non si sa bene chi fossero. Chi pensa che c’entri un cambiamento del clima che fece scarseggiare il cibo. Chi dice che fu colpa dei terremoti.

Gli archeologi continuano a indagare, ma il mistero rimane.

This post was last modified on 10 novembre 2022 18:11

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Published by
Stella Tortora

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