Sui dinosauri sicuramente avrai letto molti libri e avrai visto che il T-rex e il Brontosaurus sono ritratti come bestioni pesanti ed enormi che assomigliano a lucertole o coccodrilli un po’ troppo cresciuti.
Nei primi studi sui dinosauri si pensava che avessero lo stesso metabolismo a sangue freddo (esotermico) dei rettili. In altre parole, il corpo è a temperatura variabile, e l’animale si scalda al sole se ha freddo, e si ripara all’ombra se ha troppo caldo; proprio come fanno le lucertole.
Tuttavia, alla fine degli anni '60 e '70, i paleontologi iniziarono a dubitare di questo stereotipo. La scoperta di specie vivaci e più piccole simili agli uccelli come Deinonychus antirrhopus ha rivelato che alcuni dinosauri erano veloci, intelligenti, agili, e crescevano più velocemente di quanto si pensasse. Tutti segnali che portavano a supporre che i dinosauri erano animali a sangue caldo (ovvero a temperatura corporea quasi costante, governata dal metabolismo interno degli stessi animali e dal calore generato dai muscoli o da altri organi).
Altri scienziati hanno sostenuto che, forse, i dinosauri non erano né ectotermi (a sangue freddo) né endotermi (a sangue caldo) e che avrebbe potuto esserci una terza opzione, ovvero che fossero mesotermi, come le tartarughe di oggi, ovvero animali con una strategia di termoregolazione intermedia agli ectotermi a sangue freddo e agli endotermi a sangue caldo.
Un nuovo studio condotto da un team di scienziati con a capo la paleobiologa molecolare Jasmina Wiemann della Yale University, Usa, e pubblicato sulla rivista Nature, esamina una delle caratteristiche basilari del metabolismo: l’uso dell’ossigeno. Quando gli animali respirano, si formano sottoprodotti che reagiscono con proteine, zuccheri e lipidi, lasciando dietro di sé “detriti” molecolari. Questi rifiuti sono estremamente stabili e insolubili in acqua che vengono preservati durante il processo di fossilizzazione.
Gli scienziati hanno cercato questi frammenti molecolari nei femori e in altre ossa fossili con la spettroscopia a infrarossi, un metodo non invasivo. Il team ha analizzato i femori e altre ossa fossili di 55 diverse specie di animali, inclusi i dinosauri (tirannosauri, adrosauri, triceratopi, stegosauri e allosauri); i loro cugini volatili, gli pterosauri; i loro parenti marini come i plesiosauri; e gli uccelli, i mammiferi e le lucertole di oggi. Hanno confrontato la quantità di sottoprodotti molecolari relativi alla respirazione con i tassi metabolici degli animali viventi e hanno utilizzato quei dati per dedurre i tassi metabolici di quelli estinti.
"Questo è davvero eccitante per noi paleontologi: la domanda se i dinosauri fossero a sangue caldo o freddo è una delle domande più antiche della paleontologia; ora pensiamo di avere conferme sul fatto che la maggior parte dei dinosauri fosse a sangue caldo", afferma Wiemann.
Un tempo si pensava che la mancata termoregolazione avrebbe potuto influenzare l’estinzione dei dinosauri (dopo l’impatto di un grosso meteorite) nel Cretaceo, in quanto incapaci di adattarsi ai cambiamenti climatici provocati dalla catastrofe. Ma le nuove scoperte hanno cambiato completamente questa teoria.
”L’estinzione dei dinosauri potrebbe essere correlata ad altre possibili cause. Viviamo nella sesta estinzione di massa“, afferma Wiemann, “quindi è importante per noi capire come gli animali moderni e quelli estinti hanno risposto fisiologicamente ai cambiamenti climatici e ambientali, in modo che il passato possa informare sulla conservazione della biodiversità oggi e farci capire quanto le nostre azioni future possano influire” ha concluso la paleontologa.