Sabato primo giugno è cominciata la Race against Time, la personale sfida di Oliviero Alotto, 36enne torinese che nei prossimi giorni percorrerà il tragitto di circa 200 km che separano le località di Sisimut e Kangerlussuaq, in Groenlandia.
Sarà una corsa in solitaria attraverso la tundra che seguirà il movimento dei ghiacci, i quali negli ultimi 15 anni hanno subito una drastica riduzione a causa del surriscaldamento globale.
DI CORSA PER SALVARE IL PIANETA
Così come la giovane Greta Thunberg, anche Oliviero Alotto infatti agisce per inviare un segnale forte contro il cambiamento climatico, un problema incombente che se ai Poli preoccupa per l'inesorabile scioglimento dei ghiacci - dal 2003 ogni anno scompaiono ceno chilometri cubi di ghiacciai - in Africa favorisce la desertificazione del territorio, affamando intere popolazioni.
«Perché corro per l’ambiente? - scrive Oliviero sul suo sito - Ho quasi da sempre un’idea fissa in testa: se il mondo va così, e il nostro Paese non fa eccezione, è per la nostra incapacità di occuparci del luogo comune, il vizio di vedere qualcosa come solo nostro, appena è del nostro vicino non ci riguarda e quindi possiamo andare avanti senza metterla in ordine. Corriamo tutti il rischio di pensare e agire come se il bene comune fosse una cosa di altri e non ci appartenesse, passandoci sopra ogni volta che possiamo».
OCCHIO ALL'ALIMENTAZIONE
A sostenere l'attivista per ambiente e diritti umani in questa impresa una serie di aziende tra cui l'associazione no-profit Slow Food, da anni impegnata nella valorizzazione del cibo e nella promozione di stili di vita più eco-friendly (inglesismo molto in voga che significa "amico dell'ambiente"), che ha inserito la corsa in solitaria all'interno della campagna #RunBefore2050, "Corri prima del 2050", ossia la data individuata dalle Nazioni Unite come punto di non-ritorno oltre il quale la catastrofe ambientale sarà inevitabile.
Ma perché Slow Food si occupa d'ambiente? Perché l'alimentazione è uno snodo cruciale nella tematica di sostenibilità delle risorse (certi regimi alimentari sono molto più inquinanti di altri) e ovviamente Oliviero ne sta tenendo conto nel corso della sua sfida.
La dieta dell'eco-runner è infatti curata dalla biologa nutrizionista Felicina Biorci, la quale sta seguendo Oliviero lungo la corsa e ha studiato una dieta priva di carne che sia comunque in grado di sostenere lo sforzo fisico prolungato.
A completare il terzetto che attraverserà la fetta di Groenlandia sarà un documentarista, Stefano Rogliatti, incaricato di filmare ogni tappa come testimonianza non solo della corsa, ma di tutta la bellezza dell'ambiente circostante che è messa seriamente a rischio. dal nostro comportamento irresponsabile.