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18 dicembre: Giornata mondiale dei migranti

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18 dicembre: Giornata mondiale dei migranti
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Il 18 dicembre ricorre la Giornata Mondiale dei migranti: ecco tutto quello che devi sapere sulle persone che migrano, da dove vengono, perché lo fanno e come puoi aiutarle a integrarsi.

Sicuramente nella tua classe o nella tua scuola ci sono dei bambini nati in altri Paesi del mondo o in Italia ma da genitori arrivati qui da Stati lontani. Molti li chiamano in maniera superficiale “stranieri”, ma il termine corretto per definire chi ha lasciato la sua casa, il suo luogo d’origine è “migranti” o “rifugiati”.

Il 18 dicembre è la Giornata mondiale dei migranti, istituita dall’ Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Chi sono i migranti?

Pensa per un attimo se tu dovessi abbandonare la tua casa, i tuoi amici, i tuoi giochi per andare in un altro posto, lontano, molto lontano. Chi migra fa esattamente questo: lascia, spesso, dei famigliari, dei compagni, il suo lavoro, la sua scuola, il “suo” cibo, per cercare una vita più felice, per curarsi, per studiare. Non tutti i migranti lasciano la loro casa perché vivono in condizioni di povertà: c’è anche chi se ne va perché scoppia una guerra; perché non è libero, nel suo Paese, di esprimere il suo pensiero, di amare chi vuole o di vestirsi come meglio crede.

Che differenza c’è tra migranti e rifugiati?

I migranti sono quelle persone che hanno deciso di lasciare il proprio Paese non a causa di una diretta minaccia di persecuzione o di morte, non perché c’è una guerra ma per migliorare le proprie condizioni di vita, spesso molto povere. Lasciano la loro casa per trovare una nuova occupazione o in altri casi per cercare una migliore istruzione o per ricongiungersi a membri della propria famiglia. Un esempio: chi arriva dal Senegal non viene in Italia o in Europa perché in quel Paese c’è un conflitto o la miseria (tutti hanno una casa, da mangiare) ma perché vogliono migliorare la loro esistenza, vivere in abitazioni meno povere, frequentare scuole migliori.

Un nuovo fenomeno: i migranti climatici

In quest’ultimo decennio si è verificato un nuovo fenomeno: i migranti “climatici” ovvero donne, uomini, bambini che se ne vanno dal loro Paese a causa della siccità, delle alluvioni, dell’aumento della temperatura. In questo caso, molti giornali parlano di “rifugiati climatici” ma è errato perché nessun organismo internazionale ha riconosciuto questo diritto. Semmai si può parlare di “rifugiati” per le persone che sono costrette a lasciare il proprio Paese per carestie dovute alle guerre.

Questo sarà uno dei grandi problemi in futuro: secondo le previsioni dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni entro il 2050 una persona su 45 tra quelle che vivono sulla Terra, dovrà migrare a causa del clima.

Un esempio: nel Bangladesh la costa si scontra con una crescente salinità dell’acqua. Quando la corrente si riduce, nella stagione secca, l’acqua salina risale e raggiunge i Paesi più distanti con la conseguenza che diventa impossibile coltivare i campi. Pertanto un numero sempre più maggiore di persone è costretto ad andarsene.

Chi sono i rifugiati?

I rifugiati, invece, sono persone in fuga da conflitti armati, violenze, persecuzioni, discriminazioni per motivi politici, religiosi o di appartenenza etnica. Quando in un Paese, per una persona, la situazione è talmente pericolosa da fuggire per cercare sicurezza in altri Stati, si diventa “rifugiati”. Ogni rifugiato ha il diritto di chiedere “asilo”.

Che cos’è l’asilo?

Quando un rifugiato arriva in un Paese nuovo deve chiedere al governo il permesso di rimanere e fare quindi una “richiesta d’asilo”. Ottenerlo a volte è complicato. Non tutti quelli che chiedono “asilo” ottengono il permesso di restare. In questo caso possono domandare al governo di rivedere la domanda oppure andare in un altro Paese.

Altri vengono rimandati al proprio Paese d’origine rischiando di essere perseguitati o di finire in prigione. Se, invece, si ottiene questa autorizzazione, si può restare per un certo numero di anni durante i quali la persona può lavorare. Se dopo un certo tempo per un rifugiato non è ancora sicuro tornare al proprio Paese, può chiedere di restare per sempre nel nuovo Stato.

I “minori non accompagnati”

Magari non è il caso di qualche tuo compagno ma ci sono decine di migliaia di bambini che fanno dei lunghi viaggi da soli, senza mamma e papà. A volte sono orfani. Altre volte sono ragazzi che sono stati tolti dalla mamma e dal papà. Solo in Italia, a novembre scorso, c’erano 23 mila bambini arrivati senza mamma e papà.

Perché i migranti non vengono in Italia con un aereo?

Molti rifugiati e migranti non hanno né passaporto né visto ovvero i documenti necessari per entrare in un’altra nazione con un volo. Non gli vengono concessi dai loro Paesi pertanto provano ad arrivare a piedi, con autobus, con barconi. 

Cosa sono i campi profughi?

Molti migranti non riesco ad arrivare in Europa ma vengono fermati prima e arrestati o messi in campi profughi che ospitano migliaia di persone. Per capire di che cosa parliamo, immagina un campeggio ma dove ci sono molte tende in un piccolo spazio e dove la gente è costretta a fare lunghe file per il cibo o per le medicine.

Come si possono aiutare i migranti e i rifugiati?

Molte associazioni come Amnesty international (www.amnesty.it), Croce Rossa (www.cri.it), Unicef (www.unicef.it), l’Alto commissariato della Nazione Unite (www.unhcr.it) e molte altre come la Caritas, la comunità di Sant'Egidio, i Francescani, entrano nei campi profughi o danno una mano ai migranti. Anche tu puoi aiutare raccogliendo cibo, vestiti, giocattoli o libri da inviare ai campi profughi o per portarli in una realtà del tuo territorio (la Caritas, ad esempio, che c’è in ogni città e paese), per i migranti che si trovano vicino a te ma senza un lavoro, senza ancora una casa. Altra cosa che puoi fare: conoscere bene i tuoi compagni migranti. Chiedi loro informazioni sul cibo del loro Paese, sulle tradizioni, sulla religione, sulle piante e gli animali: scoprirai un mondo nuovo a volte più bello di quello in cui abitiamo! 

Qualche numero sui fenomeni migratori

Al 1° gennaio 2023 erano 3.727.706 i cittadini non comunitari (non appartenenti all’Unione Europea) con regolare permesso di soggiorno in Italia, secondo l’Ismu. Rispetto al 2022 sono aumentati del 4,7% (Fonte Ismu, iniziative e studi sulla multietnicità). Le nazionalità più numerose tra i soggiornanti non comunitari riguardano i cittadini di Marocco, Albania e Ucraina. Con quasi 400 mila persone, il Marocco è il Paese primo in graduatoria per numero di soggiornanti, seguito da Albania e Ucraina. Queste tre comunità rappresentano insieme un terzo delle presenze non comunitarie. L’incremento del numero dei soggiornanti registrato nel 2022 è dovuto soprattutto alle nuove presenze dall’Ucraina (+66,5%) arrivate dopo lo scoppio della guerra. È cresciuta anche la presenza dei cittadini del Pakistan e del Bangladesh.

Ma è vero che siamo invasi dai migranti?

No. Nel 2020 i rifugiati nell’Unione Europea erano circa due milioni e 650 mila persone: il 12% di tutti coloro che sono stati accolti in altri Paesi e continenti. A livello mondiale Paesi come la Turchia, la Colombia, il Pakistan e l’Uganda hanno dato protezione rispettivamente a 3,7 milioni, 1,7 milioni, 1,4 milioni di persone.

Da dove arrivano e dove vanno i migranti?

Gli esperti le definiscono “rotte” ovvero percorsi, viaggi. I migranti che giungono in Italia provengono maggiormente dall’Africa subsahariana e dall’Africa settentrionale. Fanno viaggi lunghissimi in bus, a piedi, in nave e spesso sono costretti a lavori forzati in Tunisia e in Libia (a volte finiscono anche ingiustamente in carcere o in centri di permanenza dove subiscono violenze) prima di imbarcarsi per le nostre coste.

Quelli che arrivano in Grecia, a Cipro e in Bulgaria provengono in gran parte dalla Siria a causa del conflitto che c’è stato per anni e del regime di quel Paese. In Spagna, sia via mare sia via terra, giungono dall’Algeria e dal Marocco, ma anche dall’Africa subsahariana (Mali, Niger, Ciad, Rwanda, etc). Dall’Africa occidentale sbarcano nelle Isole Canarie passando attraverso il Marocco, il deserto del Sahara occidentale, Mauritania, Senegal e Gambia.

In Italia settentrionale, Polonia, Svezia, Germania, Austria e in altri Paesi del Nord Europa arrivano afgani, kosovari, serbi, bosniaci, rumeni (che sono comunitari), indiani. Con la guerra tra la Russia e l’Ucraina sono arrivati in questi Paesi europei molti ucraini che hanno trovato rifugio dalle bombe. 

Ma noi italiani emigriamo?

Certo che sì. Il flusso degli italiani emigrati all’estero per il periodo 2011-2021 è arrivato a quasi 1,3 milioni di persone. A dirlo è un rapporto della fondazione Nord Est. Si tratta di persone fra i 20 e i 39 anni, fuggite dall’Italia per migliorare le proprie condizioni di vita, per trovare un lavoro migliore o per studiare all’estero.

Anche le persone famose possono avere un background migratorio!

Ora prova a scoprire il nome di qualche migrante famoso. Cercalo in Internet, prova a pensare tra i giocatori o gli sportivi che conosci, tra i cantanti. Noi ti facciamo un esempio.

Lei si chiama Rihanna ed è una delle cantanti più famose. È nata alle Barbados, un’isola dei Caraibi. Da adolescente sognava di far sentire la sua musica in tutto il mondo e fece un’audizione con una casa discografica che la incoraggiò a lasciare tutto e trasferirsi negli Stati Uniti. Aveva paura a lasciare la sua famiglia, i suoi amici, la sua bellissima isola ma grazie a quel viaggio ha iniziato a fare musica per un’etichetta discografica e in poco tempo è diventata famosa. Nel 2017 ha presentato anche una linea di cosmetici e nel 2019 una linea di abbigliamento.

Libri e siti per conoscere meglio il tema

“I rifugiati e i migranti” di Ceri Roberts e Hanane Kai – “Giralangolo”

“Rifugiati. Verità e falsi miti” di Carlotta Sami – HaperCollins

“Storie della buonanotte per bambine ribelli. Cento donne migranti che hanno cambiato il mondo” – Mondadori

“Qui da noi non c’è posto” di AnDrée Poulin e Enzo Lord Mariano – Lindali Junior

www.cir.onlus.org

www.unicef.it

www.Ismu.it

www.amnestry.it

www.memoriaemigrazioni.it

www.comitatotreottobre.it

Un film da vedere con i maestri o con un adulto

È una pellicola uscita quest’anno: “Il capitano”. È la storia di Seydou e Moussa, due ragazzi che lasciano Dakar, in Senegal, per raggiungere l'Europa, attraverso le insidie del deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia e i pericoli del mare.

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