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Finale dello Zecchino d’Oro: un’Acca da podio

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Finale dello Zecchino d’Oro: un’Acca da podio
Zecchino d'Oro

La lettera più trascurata dell'alfabeto è la protagonista della canzone che ha trionfato alla 62esima edizione del festival musicale per bambini più famoso d'Italia

Da 20 anni non succedeva più: la 62esima edizione dello Zecchino d’Oro, conclusasi sabato sera, è tornata ad essere trasmessa in prima serata su Rai 1. Gli ascolti non l’hanno premiata, ma va detto che il programma è stato notevolmente penalizzato dalla quasi mezz’ora di ritardo con cui è andato in onda.

Erano quasi le 21.45 quando le telecamere si sono accese sul palco dell’Unipol Arena di Casalecchio sul Reno, su cui i bambini in gara hanno cantato le 12 canzoni finaliste di questa edizione, presentati da Carlo Conti e Antonella Clerici. Ma un programma televisivo che ha portato sul palco piccoli cantanti quasi tutti di età inferiore ai sei anni forse non avrebbe dovuto cominciare così tardi, ovvero ad un’ora in cui i loro coetanei, per la maggior parte, erano già a letto addormentati.

Forse la ragione della bocciatura dell’Auditel che ha decretato per il programma uno share di poco inferiore al 13% sta tutta qui: i piccolini erano quasi tutti nei loro lettini. I pochi rimasti svegli si trovavano sul palco a cantare. E hanno dato vita, bisogna ammetterlo, ad un programma davvero divertente e scoppiettante, pieno di tante piccole gaffes che hanno riempito di allegria e colorato in maniera tenera e affettuosa l’atmosfera del programma.

ACCA, LA TRIONFATRICE

Alla fine ha vinto una canzone intitolata “Acca” che celebra la lettera dell’alfabeto più silenziosa e trascurata. Eppure, se non ci fosse, quanto sentiremmo la sua mancanza. Una canzone che, nel suo piccolo, contiene un grande messaggio di valorizzazione della diversità e sostiene il valore dell’inclusione. La canzone vincitrice è un esempio più che evidente del tentativo che ogni anno l’Antoniano fa di aggiornare e modernizzare il proprio repertorio con ritmi e suoni molto attuali, senza però rinunciare ad un messaggio educativo di grande valore pedagogico.

In effetti, moltissimi insegnanti ogni anno ascoltano con grande attenzione i brani musicali in gara per individuare quelli più adatti ai bisogni formativi dei propri gruppi classe. Ed è in questo modo che lo Zecchino d’oro dopo aver avuto il suo momento televisivo, ha poi una lunghissima vita nelle case e nella classi dei bambini italiani.

Se le filastrocche vengono utilizzate per intrattenere i bambini durante i viaggi in auto o per addormentarli quando è l’ora della nanna, le canzoni con un messaggio sono invece destinate a diventare protagoniste di saggi di fine anno. Quest’anno mamme e papà canteranno con i loro piccoli “Skodinzolo” dedicata ad un cane trovatello o “L’inno del girino” un brano che parla di uno stagno trasformato in un’arena abitata da animali che fanno tutti i versi possibili ed immaginabili. Mentre i docenti utilizzeranno “Il principe blu” magnifica storia di una principessa che dichiara di non essere disposta a scendere a compromessi con nessun principe azzurro, per salvaguardare la propria autonomia e autodeterminazione. In un’epoca in cui tutti parlano di prevenzione della violenza di genere, è allo Zecchino d’Oro che abbiamo ascoltato uno dei migliori esempi di prevenzione primaria in circolazione. E per tutti gli adulti che stanno invece lavorando sul tema dell’educazione ambientale, vi consigliamo di ascoltare “I pesci parlano”, che racconta di un dialogo tra un bambino e i pesci di un acquario che gli spiegano come il mare sia diventato la discarica di tutti rifiuti degli uomini.

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