Sembrava un video come tanti, un normalissimo tutorial di make-up in cui si mostrava come curarsi al meglio le ciglia. Eppure in quei pochi secondi la diciassettenne statunitense Feroza Aziz stava utilizzando il popolarissimo social TikTok per uno scopo molto diverso da quello delle tante aspiranti influencer che affollano il Web: la denuncia sociale!
Nel video infatti, pur continuando ad armeggiare un piegaciglia, la ragazza ha cominciato a denunciare i crimini perpetrati in Cina nei confronti dei musulmani uiguri, una minoranza etnico-religiosa che negli ultimi anni ha subito una vera e propria repressione da parte del governo Pechino, con arresti, intimidazioni e persino deportazioni in autentici lager.
Secondo stime non ancora confermate e smentite categoricamente dalle autorità cinesi, sarebbero circa un milione gli uiguri imprigionati, anche se da Pechino fa sapere che simili detenzioni sarebbero state predisposte a scopi "rieducativi".
UN TRUCCO...IN TUTTI I SENSI!
Da mesi enti e organizzazioni internazionali si stanno occupando del caso ma la questione continua a rimanere irrisolta nel silenzio pressoché totale della maggioranza dei media. Alzi la mani chi, prima di questo articolo, aveva sentito parlare della situazione dei musulmani uiguri!
Ed è proprio per questo che la giovane Feroza Aziz ha voluto diffondere il suo messaggio, ma per farlo si è dovuta inventare un espediente per non farsi bloccare il contenuto dal social network di proprietà della cinese ByteDance. Ecco perché Feroza ha simulato un tutorial di make-up per "truccare" , è il caso di dirlo, la sua denuncia.
«Ciao ragazzi, Ho realizzato un video sulla situazione in Cina, su come il governo catturi musulmani uiguri e li deporti nei campi di concentramento. Una volta entrato, esci solo se sei fortunato. Persone innocenti vengono assassinate, torturate, violentate, sottoposte a terapie d’urto e molto altro che non riesco nemmeno a descrivere. È in atto un genocidio contro i musulmani e stanno cercando di passarla liscia. Abbiamo il dovere di diffondere queste informazioni. lo so può sembrare inutile, cosa potrebbe cambiare informando? Cosa potremmo fare? Abbiamo la nostra voce e la tecnologia ad aiutarci. parlate con chi può aiutare! L'ONU ha fallito nel fermare il genocidio quest'estate, non possiamo permetter che accada di nuovo. Non possiamo essere un'altra generazione fallimentare di "avremmo potuto", "avremmo dovuto", "avremmo voluto". Noi siamo gente forte. possiamo farcele. Se ci proviamo».
LA CENSURA E LA VERSIONE DI TIKTOK
Il video ha rapidamente fatto il giro del mondo, ma alla fine la censura è arrivata e il tutorial "fake" di Feroza Aziz è stato oscurato. Ovviamente questo non ha fatto che alimentare dubbi e polemiche sulla gestione "repressiva" del social, ma i responsabili di TikTok però hanno prontamente voluto correggere il tiro.
«Si è trattato di un errore di moderazione umana» si è scusato Eric Han, responsabile della sicurezza di TikTok negli States, il quale ha aggiunto che il profilo della ragazza era già stato ripristinato dopo un'ora dall'accaduto.
In realtà un altro profilo di Feroza per precedentemente andato incontro ad un ban, ma stando alle motivazioni fornite da TikTok la colpa fu di un video umoristico in cui compariva il terrorista Osama Bin Laden. Insomma, non si era semplicemente gradito lo humor del contenuto, senza nessun'altra volontà d'imbavagliare la teenager.
Intanto gli U.S.A, sempre attenti sulla questione "social e sicurezza nazionale" hanno aperto un'inchiesta per chiarire le modalità di gestione dell'app.
Sarà finita qui?