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Cosa sta succedendo in Afghanistan?

Perché nelle ultime settimane si parla tanto dell’Afghanistan? Perché i talebani preoccupano l’opinione pubblica? E cosa c’entra l’Occidente con le sorti di un Paese asiatico così distante? Ecco un riassunto sulla situazione generale dell’Afghanistan per spiegare ai ragazzi non solo la cronaca, ma anche le origini di quanto sta succedendo.

IL RITORNO DEI TALEBANI

Ma partiamo fatti più recenti. Lo scorso 15 agosto i talebani, un gruppo armato di fondamentalisti religiosi, sono entrati a Kabul, la capitale dell’Afghanistan, prendendo di fatto il controllo del Paese. Il governo e il presidente eletto, Ashraf Ghani, sono quindi stati subito deposti (Ghani è dovuto fuggire per non rischiare la vita) e in pochi giorni tutta la Nazione è tornata sotto il controllo di questi guerrieri fanatici che vogliono escludere le donne dalla vita civile (niente scuola o lavori importanti per loro) e riportare le leggi dell’Islam più rigoroso e violento.

Ma perché si parla si ritorno? Significa che i talebani c’erano anche prima? E come ha fatto un gruppo di soldati non regolari a conquistare il potere quasi senza combattere? Per capire tutto, bisogna fare un salto indietro nel tempo.

L’INIZIO DI TUTTO: SOVIETICI, AMERICANI E MUJAHEDDIN

Le origini delle odierne sventure per l’Afghanistan nascono alla fine degli anni Settanta del secolo scorso, quando in seguito ad una prolungata crisi di governo, il leader del partito in carica Nur Mohammad Taraki venne ucciso.

Taraki era esponente di un movimento politico molto vicino ai comunisti russi e poiché ai tempi l’Unione Sovietica (la Russia di allora) stava ingaggiando gli Stati Uniti in una sfida per il predominio del mondo (la cosiddetta Guerra Fredda, che fortunatamente non degenererà mai in un conflitto armati), nel 1979 Mosca decise di inviare l’esercito per occupare l’Afghanistan e impedire che il Paese – strategicamente molto importante per i gasdotti e la sua posizione geografica di “porta” verso L’Asia – sfuggisse alla sua influenza.

Naturalmente gli americani non stettero a guardare (ai tempi le due superpotenze non si facevano tanti problemi a interferire nelle politiche di altri Stati per tutelare i propri interessi) e quindi sovvenzionarono con soldi e armi i gruppi di guerriglieri afghani che si misero a combattere i sovietici. Tra questi ribelli, i più potenti e pericolosi per i russi erano i gruppi di musulmani radicali – chiamati Mujaheddin – che volevano scacciare l’invasore per riportare la legge del Corano in tutta la nazione.

Aiutati dagli Stati Uniti, che inviarono anche esperti della guerra per addestrare meglio i ribelli al combattimento, dopo dieci anni i mujaheddin scacciarono i sovietici e nel 1992 fondarono lo Stato Islamico dell’Afghanistan.

LA LOTTA PER IL POTERE

Nonostante la cacciata dei russi però l’Afghanistan non era una nazione pacificata e molte parti politiche lottavano per ottenere la supremazia.

È in questo clima che dal 1994 cominciò a raccogliere molti consensi l’organizzazione di talebani, originariamente studenti delle scuole coraniche passati poi ad imbracciare le armi per dominare la scena politica afghana sotto la guida del mullah (un esperto di teologia musulmana) Muhammad Omar.

Forti degli appoggi di alcuni Paesi islamici vicini (come il Paksistan) e di quanto appreso dagli americani durante la guerra contro l’Unione Sovietica, i talebani del mullah Omar sfidarono i mujaheddin e dopo una serie di rapide vittorie militari riuscirono ad instaurare un nuovo regime.

LA VITA SOTTO I TALEBANI

Una volta al comando, talebani attuarono la sharia, la legge islamica. Ogni aspetto della vita civile divenne quindi fortemente influenzato dalle regole religiose e questo comportò enormi cambiamenti.

Alle donne fu vietato di andare a scuola, di lavorare, di guidare, di uscire di casa senza un uomo (padre, fratello o marito) e di vestirsi alla occidentale (venne imposto l’uso del burqa, il velo che copre tutto il corpo); musica e spettacoli vennero banditi, ad eccezione delle pochissime opere che rispettavano i canoni imposti dalle autorità religiose; le punizioni corporali e la pena di morte divennero strumenti giuridici applicabili ai trasgressori delle leggi islamiche (es: gli omosessuali).

Perfino certi tagli di capelli vennero vietati.

Dal punto di vista della politica estera invece, il regime talebano portò l’Afghanistan a stringere rapporti d’amicizia con le frange più fanatiche dell’Islam tra cui, ovviamente, i gruppi terroristici che avevano dichiarato guerra all’Occidente (e soprattutto all’America).

IL 2001 E LA NUOVA GUERRA

Accortisi di aver contribuito alla nascita di un regime dispotico e violentemente anti-americano, gli Stati Uniti cominciarono a guardare con preoccupazione a quanto stava accadendo in Afghanistan, anche per i tanti interessi economici in ballo: il Paese, come già detto, è uno snodo fondamentale per i condotti di gas e petrolio e in più ha un sottosuolo ricco di risorse.

La situazione però precito nel fatidico 11 settembre 2001, quando l’organizzazione terroristica di Al-Qida colpì il cuore degli U.

S.A. con l’attentato alle Torri Gemelle. L’ideatore dell’attacco era infatti il terrorista saudita Bin Laden, molto vicino ai talebani. Tanto bastò per la reazione rabbiosa degli States che con l’obiettivo di trovare Bin Laden invasero l’Afghanistan, abbattendo in pochi giorni il regime talebano e favorendo la nascita di un governo democratico (seppur fragile).

LA FUGA, L’ATTESA E LA RIVALSA

Ricacciati sulle montagne (l’Afghanistan è attraversata da catene di aspri rilievi, ottimi per nascondersi), per vent’anni i talebani non hanno mai smesso di combattere, facendo guerriglia e organizzando attentati contro l’esercito d’occupazione – americani, ma anche europei ed italiani – e gli afghani “amici” dell’Occidente. Nelle aree più arretrate del Paese poi non è mai mancato il supporto da parte della popolazione locale, molto più conservatrice rispetto a quella delle grandi città.

Quando poi gli americani hanno iniziato un graduale ritiro delle proprie truppe dal territorio afghano – voluto da Donald Trump e confermato dal suo successore Joe Biden – i talebani hanno riacquistato sempre più forza  fino ai fatti dell’agosto 2021, quando sono riusciti a riprendere possesso della capitale e riportare l’Afghanistan indietro di vent’anni.

FONTI: Il Post; BBC; New York Times;

This post was last modified on 27 settembre 2021 18:32

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Published by
Niccolò De Rosa

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