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Corridoi umanitari: cosa sono e a cosa servono

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Corridoi umanitari: cosa sono e a cosa servono
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L'UE aprirà corridoi umanitari per accogliere chi scappa dalla guerra in Ucraina. Ma cosa significa esattamente?

Tra il 3 e il 4 marzo 2022, al termine del secondo incontro dei negoziati tenutisi tra le delegazioni di Russia e Ucraina per cercare una via d'uscita alla guerra scoppiata a fine febbraio, entrambe le parti hanno raggiunto l'accordo per stabilire un momentaneo cessate il fuoco che stopperà le operazioni militari in modo da consentire lo sfollamento dei civili e la creazioni di corridoi umanitari. Ma di che si tratta esattamente?

COSA SONO I CORRIDOI UMANITARI?

Sono dei programmi organizzati e legali che permettono alle masse di persone ritenute in condizioni di fragilità (donne, bambini, persone malate ecc...) di scappare da una zona di conflitto o di un disastro naturale per trovare rifugio in Paesi stranieri. Tali gravissime circostanze vengono definite "emergenze umanitarie", in quanto mettono in pericolo l'incolumità di intere popolazioni.

I corridoi umanitari quindi nascono non solo per per controllare il flusso di profughi ma, soprattutto per assicurare a coloro che stanno abbandonando le proprie case una via di fuga sicura (si scongiura il pericolo di mettersi in mano a trafficanti e tratte clandestine) e veloce, visto che per l'occasioni vengono rilasciati dei visti (documenti per entrare in una nazione estera) speciali e che non richiedono tutte le lungaggini burocratiche tipiche delle procedure d'immigrazione.

COME FUNZIONANO I CORRIDOI UMANITARI?

L'organizzazione dei trasferimenti e dei programmi di accoglienza richiede una cooperazione serrata tra le associazioni umanitarie (es: S.O.S Villaggi dei Bambini), autorità locali e istituzioni delle nazionj che accettando di far entrare entro i loro confini i rifugiati.

Le associazioni infatti inviano nei territori interessati degli esperti e volontari che si mettono in contatto con referenti del luogo (ospedali, chiese, istituti di carità, Onlus ecc...) per stilare una lista di coloro che potrebbero sfruttare il "corridoio" per uscire dal propio Paese. Questa lista viene poi verificata e inviata agli organi di controllo degli Stati "accoglienti"; in Italia, ad esempio, le liste vengono vagliate dal Ministero dell'Interno.

Quando la lista viene approvata, i consolati dei Paesi coinvolti rilasciano i già citati visti speciali - i "visti umanitari" che permettono l'ingresso nella nazione. A questo punto i possessori del visto umanitario possono partire e una volta giunti a destinazione vengono ospitati in strutture attrezzate.

Naturalmente ogni Paese ha delle regole proprie per la gestione di simili situazioni. In Italia ai profughi viene offerta la possibilità d'integrarsi nella società e imparare la nostra lingua, andando anche a scuola, se si è minorenni.

COSA ACCADRÀ DUNQUE IN UCRAINA?

Da giorni grandi enti come la Croce Rossa e l’Organizzazione Mondiale della Sanità stanno invocando la creazione di corridoi umanitari verso l'Unione Europea per trarre in salvo migliaia e migliaia di sfollati costretti a scappare dai bombardamenti russi. Ora dunque le associazioni umanitarie internazionali collaboreranno con i vari Paesi della UE per gestire l'ingente numero di profughi e trovar loro delle strutture d'accoglienza.

Se da una parte ciò rappresenta un'ottima notizia per le tantissime persone che ormai non hanno più una casa né un riparo, questa svolta desta qualche preoccupazione negli esperti poiché - come scrive Repubblica - si teme che la Russia abbia concesso questa pausa umanitaria per sgomberare le città dei civili e poterle così aggredire con maggior forza e intensità. Al momento infatti, solo i centri di Mariupol e Volnovakha impediscono all'esercito inviato da Putin di unire le truppe del Donbass con quelle partite della Crimea - ottenendo così un unica lingua di territorio con sbocco sul mare - e senza la resistenza di una popolazione agguerrita, l'artiglieria russa potrà bombardare a tappeto le città e velocizzarne la caduta.

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