Attraverso qualche parola chiave facciamo il punto su questo antipatico coronavirus che è venuto a scombinare per qualche settimana le nostre vite.
Coronavirus
Partiamo ovviamente dalla parola che probabilmente avrete sentito di più in questo mese. Il coronavirus è un ribovirus o virus a RNA, ossia un microbo che utilizza l'acido ribonucleico delle cellule come materiale genetico. Come tutti i virus, è un parassita e si replica nelle cellule dell'organismo che ha infettato.
Esistono tanti tipi di coronavirus, da quelli più "famigliari" a quelli ben più pericolosi come quello della SARS.
Il nome di questa tipologia di esserini nocivi è dovuta alla loro particolare conformazione: osservati al microscopio infatti presentano delle frange bulbose che circondano il corpo principale come una corona.
SARS-CoV-2
Questo è il nome del coronavirus che in questi mesi si è diffuso nel mondo. La denominazione dell'agente patogeno contiene la diciutura "SARS" perché effettivamente imparentato con il virus che nel 2003 provocò un'epidemia in Asia. Questo particolare coronavirus però non si era mai visto prima. Probabilmente il suo sviluppo cominciò all'interno di organismi animali ma poi, evolvendosi, è stato in grado di attaccare l'uomo.
COVID-19
Covid-19 è invece il nome della malattia provocata da SARS-CoV-2. La sigla è composta da "CO", corona, "VI", virus, "D", disease ("malattia" in inglese) e 19, ossia il riferimento all'anno in cui il morbo si è manifestato per la prima volta.
Contagio
Il contagio è la trasmissione dell'agente patogeno, in questo caso il coronavirus SARS-CoV-2, da un organismo all'altro. Uno degli elementi che rendono questo virus così pericoloso è proprio l'alta contagiosità, perché si trasmette con goccioline di saliva (starnuti, colpi di tosse ecc..) o con il contatto fisico. Una semplice stretta di mano con un paziente inconsapevolmente infetto, dunque, potrebbe portare al contagio. Anche chi non presenta sintomi potrebbe essere portatore dell'agente patogeno. Non è dimostrato invece - nonostante un singolo caso - che gli animali domestici possano trasmettere il virus.
Sintomi
La malattia si manifesta con sintomi molto simili a quelli della comune influenza, e anche questo non aiuta a identificare i pazienti effettivamente affetti da Covid-19. I segnali dell'infezione dunque sono febbre sopra i 37,5°, tossse, spossatezza, difficoltà respiratorie, indolenzimento degli arti e, in alcuni casi, naso che cola, mal di gola e diarrea.
Vaccino
Per questi virus l'unica cura definitiva è il vaccino, che debella la possibilità di contrarre la malattia. Poiché, come già spiegato, questo coronavirus è del tutto nuovo però, la comunità scientifica non ha ancora pronto il vaccino adeguato e non lo avrà per un po', visto che lo sviluppo richiede mesi e mesi di test. Al momento dunque possiamo solo guarire curando i vari sintomi che si presentano nel paziente.
Mortalità
Al momento il tasso di mortalità è intono al 4%, ma - come ha fatto notare il virologo Fabrizio Preglisco - la stima potrebbe essere più bassa perché tante persone si ammalano e guariscono dal Covid-19 senza fare il tampone necessario per identificare il coronavirus e dunque non rientrano nelle statistiche. Il virus, di per sé, non è dunque particolarmente letale, ma a volte provoca polmoniti acute che richiedono l'ingresso nei reparti di terapia intensiva degli ospedali. Questi reparti hanno pochi posti e quindi se si ammalano in tanti c'è il rischio che i pazienti non possano ricevere le cure adeguate.
#Iorestoacasa
Ecco dunque perché il Governo italiano ha imposto le recenti misure per ridurre al minimo gli spostamenti. L'operazione contrassegnata dall'hashtag #iorestoacasa quindi non deve essere vista come una limitazione, ma una tutela per la salute pubblica. Se tutti facciamo la nostra parte, piano piano i contagi si ridurranno fino a sparire. E allora ci riapproprieremo delle nostre vite.