La scienza spiega anche come si crea un meme virale.
Lo sapevi, infatti, che a inventare il termine fu uno scienziato, Richard Dawkins, nel 1976? Nel suo libro Il gene egoista definì "meme" la più piccola idea, o informazione, che gli uomini riescono a memorizzare per poi diffonderla, copiandola e condividendola. La parola deriva dal termine greco mimema e significa imitato.
Ma perché il meme sarebbe egoista? E che cosa c’entrano i geni? In biologia un gene si trasmette ad altri organismi attraverso la riproduzione; il meme si comporta allo stesso modo: «Si genera in un cervello e si diffonde in altri cervelli tramite la comunicazione» scriveva Dawkins «e sono entrambi egoisti perché esistono per uno scopo che è utile solo a loro stessi, cioè riprodursi e diffondersi».
Quindi per fare un meme non basta inventare una scritta o un'immagine divertente. Non diventa meme fino a quando non viene imitata e condivisa più volte e anche con variazioni all’originale.
Come deve essere una battuta perché diventi un meme? Non c’è una regola: la diffusione dei meme è casuale (ricordati che si comportano come i geni). Niente, perciò, ti vieta di tentare.
Esistono diverse app che ti permettono di aggiungere un testo partendo da un'immagine, anche sul telefono, da Meme generator a Canva. Per inventare la battuta, pensa alle cose che ti capitano tutti i giorni, alle gaffe che ti è capitato di fare, al prof che dice sempre frasi particolari, o al compagno simpatico. Segna tutto ciò che ti capita di sentire e vedere, che potrebbe diventare un meme. Poi, prova ad adattarlo a una delle immagini preimpostate dai programmi.
Le scritte in inglese dicevano: “Come pensi di essere quando ti scattano una foto” e “Come vieni davvero”. Le due immagini sotto al testo mettevano a confronto un ritratto di un uomo elegante e fotogenico con lo stesso uomo con una faccia assurda.
Questa vignetta comparve nel 1921 (più di 100 anni fa!) sulla rivista scolastica The Judge, pubblicata da un’università americana. La presentazione diceva che era ripresa da un altro giornale scolastico, ancora più vecchio. In seguito è stata ripubblicata da altri periodici con battute diverse: ecco perché è considerata il primo meme della Storia.