Charles Lindbergh fu il primo aviatore al mondo a volare da New York a Parigi senza nessuno scalo nel mezzo. Morì esattamente 50 anni fa, dopo essere diventato un eroe nazionale negli Stati Uniti. Almeno fino a quando non scoppiò la Seconda guerra mondiale e Lindbergh mostrò simpatie evidenti per la figura di Adolf Hitler e per le sue assurde teorie sulla supremazia della razza. Un altro episodio che segnò la sua vita fu inoltre il rapimento del figlio Charles Augustus, il 1° marzo 1932 quando il piccolo aveva meno di due anni. Purtroppo questa storia non ebbe un lieto fine: il bambino rimase ucciso e il suo corpo fu ritrovato solo qualche mese dopo. Una vicenda che ispirò addirittura Agatha Christie per il suo celebre libro Assassinio sull'Orient Express (pubblicato nel 1934).
Charles Augustus Lindbergh nacque a Detroit, negli Stati Uniti, nel 1902, ma i suoi genitori, un avvocato e un'insegnante di chimica, avevano origini svedesi. Divenne famoso perché fu il primo al mondo ad attraversare l'Oceano Atlantico a bordo di un aereo, viaggiando in solitaria con il suo Spirit of Saint Louis per 33 ore consecutive, prima di atterrare in un aeroporto vicino a Parigi. Fu un'impresa epocale e particolarmente importante in quegli anni in cui l'industria dell'aviazione stava nascendo.
Nel 1919, solo un anno dopo la fine della Prima guerra mondiale dove già gli aerei erano stati impiegati come mezzi militari, fu lanciata una scommessa da Raimond Orteig, il titolare di una grande catena di alberghi negli Stati Uniti. In palio c'erano 25mila dollari, che all'epoca era davvero una somma ingente, e chiunque fosse riuscito a volare da New York alla capitale della Francia senza fare scali.
In diversi tentarono l'impresa, senza mai aggiudicarsi il premio. Ci fu addirittura chi perse la vita nel tentativo. Lindbergh allora era un giovane aviatore porta-lettere e volava abitualmente da Saint Louis a Chicago. Decise di accettare la scommessa nel 1927, poco dopo essere stato promosso a capitano. L'aereo che si fece costruire aveva un grande serbatoio per immagazzinare carburante a sufficiente per il lungo viaggio e non aveva invece altri equipaggiamenti come la radio o le luci allo scopo di farlo diventare il più leggero possibile.
Lindbergh partì di mattina presto, con una bussola e qualche provvista. Arrivò a Parigi dopo 33 ore ed entrò subito nella storia. Nessuno aveva mai volato per così tanto tempo senza fermarsi.
Quando atterrò, il presidente francese gli conferì la Legion d'Onore, mentre il Time, il più famoso giornale britannico, lo ribattezzò "l'uomo dell'anno". A New York fu accolto con onori ancora più grandi: era un eroe nazionale, aveva dimostrato la supremazia degli Stati Uniti nel campo dell'aviazione. Fu quindi nominato colonello e ricevette diversi riconoscimenti.
Un paio d'anni dopo l'impresa, Lindbergh si sposò con la scrittrice a sua volta aviatrice Anne Spencer Morrow. I due ebbero addirittura 12 figli, ma il primo, Charles Augustus, ebbe purtroppo una sorte davvero sfortunata. Il 1° marzo 1932, mentre Lindbergh si trovava in biblioteca immerso nella lettura e la governante era appena uscita dalla camera del bambino che si era addormentato, si sentì un tonfo provenire proprio da quella stanza. La donna rientrò immediatamente e scoprì che il piccolo Charles non c'era più!
La notizia diventò subito di interesse nazionale, perché Lindbergh era davvero molto famoso all'epoca. Sul davanzale della finestra fu ritrovata una strana lettera dove c'era scritto che il bimbo era stato rapito: se lo rivolevano indietro avrebbero dovuto pagare 50mila dollari. Tutti si mobilitarono per aiutare la famiglia, ma alla fine il contributo più grande lo diede un professore di nome Joseph Condon. Per la verità, quello che accadde fu alquanto bizzarro. Venne pubblicato un appello sui giornali in cui si offrivano mille dollari ai rapitori per la restituzione del bambino vivo. Condon dichiarò poi di aver ricevuto personalmente un lettera di risposta firmata da John, il presunto rapitore.
Si decise allora per lo scambio, ma Charles Augustus non fece mai ritorno a casa.
Il pagamento ai rapitori fu fatto in certificati aurei, che in quegli anni erano delle specie con cui si poteva andare in banca e ritirare una quantità di oro corrispondente al valore indicato sul certificato. Ma quei voucher stavano per scadere e dunque i rapitori, dovendosi recare a uno sportello, sarebbero stati catturati. Nulla andò per il verso giusto.
Due mesi dopo il corpo del piccolo Charles fu ritrovato a bordo di una strada, mentre il presunto rapitore fu arrestato ben due anni dopo e condannato alla sedia elettrica. Si chiamava Bruno Richard Hauptmann e avrebbe commesso il sequestro perché aveva perso il lavoro. L'uomo però si dichiarò sempre innocente.
Come riporta il Corriere della Sera, non pochi furono i dubbi su questa storia. Com'era possibile che dei rapitori scrivessero a una persona qualunque e si firmassero con il loro stesso nome? Perché avrebbero accettato solo mille dollari se all'inizio ne avevano chiesti 50mila? Come mai Lindbergh non era corso subito nella stanza del figlio quando aveva sentito quel forte rumore?
Secondo Lise Pearlman, un ex giudice della California, Lindbergh inventò il rapimento del figlio per coprirne la morte avvenuta a causa di un'operazione medica sperimentale, proprio nella loro casa. Pearlman sostiene che l'aviatore si fosse rivolto ad Alexis Carrel, un celebre chirurgo e premio Nobel per la Medicina, per svolgere un intervento sulla carotide e la tiroide del bambino al fine di renderlo meno gracile e più virile. Il bimbo però non avrebbe retto quell'operazione.
Lindbergh ad ogni modo si attirò diverse antipatie negli anni successivi a causa della sua ammirazione per Hitler, che salì al potere nel 1933. I due si conobbero nel 1935 durante un viaggio di Lindbergh in Germania per verificare il potenziale bellico dell'aviazione tedesca, che diventerà la temuta Luftwaffe.
Purtroppo, Lindbergh riteneva che Hitler fosse "un grand'uomo" e si trasferì addirittura a Berlino per due anni, dove ricevette la stella dell'Ordine dell'Aquila tedesca, un'onorificenza che veniva assegnata ai cittadini stranieri che avevano prestato servizi importanti alla Germania.
Quando la Germania invase la Polonia e dette così inizio alla Seconda Guerra mondiale, Lindbergh cercò di sfruttare la sua immagine per convincere gli americani a non entrare in guerra. Così, quando il presidente Franklin D. Roosevelt dichiarò guerra al Giappone al Terzo Reich dopo l'attacco a Pearl Harbour, Lindbergh perse gran parte della simpatia del popolo americano.
Dopo la guerra, dedicò il resto dei suoi giorni a studi sulla natura, sugli animali in pericolo e alla protezione dell'ambiente. Fino a quando, proprio il 26 agosto del 1974, morì a causa di un tumore.
FONTE: Treccani.it