Durante la sua vita ebbe tantissimi epiteti, come le divinità greche. Prima fu Pelusa, poi Pibe de oro, Genio, El Diez, Barrilete Cosmico, La Mano de Dios...Tutti soprannomi che a loro modo hanno raccontato attraverso il tempo le tante sfumature di un uomo fragile, pieno di debolezze, ma che sul prato verde di un campo da calcio riuscì a far sognare il mondo intero, elevando un semplice sport ai confini del culto mitologico. Questo è stato Diego Armando Maradona, il calciatore più forte di tutti i tempi.
L'INFANZIA DEL PREDESTINATO
Diego Armando Maradona nacque il 30 ottobre 1960 a Lanùs, in Argentina e visse la sua infanzia a Villa Fioirito, uno di quei quartieri tutt'altro che benestanti della periferia di Buenos Aires. Come tutti i suoi coetanei, Diego crebbe praticamente con il pallone tra i piedi, tra buche, macchine e campi dissestati che rappresentano gli ostacoli naturali utili per migliorare la tecnica di base.
Nel 1968 uno dei suoi amici d'infanzia venne preso dalle giovanili dell'Argentinos Juniors, una delle squadre più prestigiose della capitale argentina - dove il calcio, el Fútbol, era (ed è tuttora) quasi una malattia - e così anche il piccolo Diego, dopo aver convinto Doña Tota (Dalma Salvadora Franco, la madre) a dargli i soldi del biglietto, fece un provino. Da quanto raccontarono i testimoni oculari, i dirigenti si accorsero subito di aver davanti un talento che passa una volta nelle vita.
C'era però un problema: Diego non aveva documenti che dimostrassero la sua effettiva età (ai tempi non era così insolito) e per qualche momento rischiò di saltare tutto. Poi mamma Dalma riuscì a trovare il certificato di nascita e la leggenda di Dieguito potè cominciare.
LE SQUADRE DI MARADONA
La prima vera squadra di Maradona - che allora era el Pelusa, per via della folta zazzera di capelli - dunque fu l'Argentinos Juniors, anzi Las Cibollitas, "le cipolline", perché così veniva chiamata la squadra giovanile dell'Argentinos . In poco tempo, tra le strade di Buenos Aires si cominciò subito a vociferare di una specie di bambino prodigio che con il pallone faceva ciò che voleva.
Dopo il debutto da professionista avvenuto a soli 16 anni, Diego era già una delle promesse più luminose dell'Argentina calcistica e nella stagione 1980/1981 avvenne il passaggio al Boca Juniors, la società più famosa della città (insieme al River Plate), nonché squadra del cuore sia di Diego che del suo papà (anche lui chiamato Diego).
Con la maglia del Boca incanta, vinse un campionato e comincia a collezionare premi individuali, tanto che i più grandi club europei cominciano una lotta disperata per cercare di portarle a giocare con loro. Alla fine la spunta il Barcellona, dove confermò il suo talento, pur vincendo "solo" due coppe nazionali e una supercoppa.
La vera leggenda iniziò nel 1984, quando venne acquistato dal Napoli per una cifra -13 miliardi e mezzo di lire - che il club stesso dovette pagare in due tornate. A Napoli Maradona incarnò alla perfezione il sentimento di una città che voleva riscattarsi contro tutto e contro tutti, prendendosi sulle spalle il peso della squadra e portandola a vincere i suoi primi (e finora unici) due scudetti nel 1986-1987 e nell'annata 1989-1990 contro gli squadroni nel Nord Italia (Juve, Milan e Inter).
Stessa cosa accadde in Nazionale, dove il genio di Maradona marchiò a fuoco la storia del calcio ai Mondiali del 1986 in Messico. In questo torneo, Maradona ridefinì il concetto di "fenomeno", vincendo praticamente da solo e segnando alcuni dei gol più celebri e iconici della storia. Indimenticabile l'Argentina-Inghilterra del 22 giugno, quando Diego, ormai già diventato Pibe de Oro ("il ragazzo d'oro"), segnò prima un gol di mano - lui poi dirà che era stata la mano di Dio (Mano de Dios) - e poi la rete più bella di sempre, scartando tre quarti degli inglesi.
In quel momento Maradona divenne il mito, il supereroe che poteva sfidare il mondo intero.
Agli inizi degli anni '90 però, le fragilità dell'uomo Maradona cominciarono a mostrare le crepe più evidenti. Continui problemi di droga e doping portarono Diego a subire pesanti squalifiche. Terminata l'avventura napoletana, Maradona vagò in Spagna (Siviglia) e Argentina (Newell's Old Boys e poi di nuovo Boca), ma non raggiunse più le vette degli anni ruggenti a Napoli.
Conclusa la carriera da giocatore nel 1997, Maradona cominciò a ricoprire incarichi da allenatore ma nonostante riuscì perfino a diventare Commissario Tecnico della Nazionale argentina, non ottenne mai risultati significativi. Dopotutto Diego era talento puro, e il talento difficilmente s'insegna.
Questo però non scalfì la leggenda e per tutta la vita, conclusasi il 25 novembre 2020, Diego Armando Maradona venne amato non in Argentine a Napoli - dove praticamente venne venerato come un Dio - ma da qualsiasi appassionato di calcio e sport in generale.
BELLISSIME CURIOSITÀ SUL 10 PIÙ GRANDE DI SEMPRE
1 - Durante i primi anni di militanza nelle Cibollitas dell'Argentinos Junior, spesso Maradona veniva messo in campo sotto falso nome perché era talmente superiore agli altri che gli avversari non volevano che giocasse.
2 - Sempre durante una partita con le Cibollitas, dopo che la squadra aveva già segnato una caterva di reti, il piccolo Diego cominciò a calciare il pallone alle stelle ogni volta che si trovava vicino alla porta. Poiché errori del genere non erano da lui, l'allenatore chiese ai compagni quale fosse il motivo di quei tiracci. La risposta fu sorprendente: Diego non stava sbagliando ma visto che ormai la partita era vinta, aveva deciso di colpire con il pallone un nido d'uccello che stava in cima ad un albero dietro alla porta avversaria e non avrebbe smesso finché non ci fosse riuscito!
3 - Su Internet si trova tutt'ora il video in bianco e nero di una vecchia intervista che una Tv argentina fece ad un giovanissimo calciatore che sembrava promettere bene. Nella clip, alla domanda su quale fosse il suo sogno, il bambino rispose: "Ho due sogni: il primo è giocare il Mondiale, il secondo è vincerlo". Quel bambino era Diego Armando Maradona. E fu di parola.
4 - La doppietta contro l'Inghilterra ai Mondiali del 1986 fu straordinaria non solo per l'importanza del match, ma per il suo carico simbolico. Maradona infatti fu capace di trasformare una scorrettezza - il primo gol, segnato palesemente con la mano - in una beffa perpetrata dai deboli contro i potenti del mondo. Va ricordato infatti che l'Inghilterra aveva appena umiliato l'Argentina nella guerra delle Falkland e per tutta la vita - soprattutto negli anni a Napoli - Maradona fu l'eroe contro tutti che permetteva anche agli umili di poter sognare in grande.
5 - Per tutta la vita, il suo unico "rivale" nella corsa al titolo di migliore di sempre è stato l'asso brasiliano Pelé, che negli anni '60-'70 dominò la scena mondiale. Tuttavia, nonostante qualche scambio di battute (talvolta anche insulti) decisamente acceso, i due si sono sempre dichiarati amici.
6 - L'abitudine di Maradona ad essere sempre contro tutti si rifletteva anche nella sua vita privata. Fu infatti amico intimo del dittatore cubano Fidel Castro, che per decenni era una personalità isolata dal panorama politico internazionale. Tra l'altro Fidel morì nel 2016, il 25 novembre, lo stesso giorno in cui è scomparso anche Diego.
7 - Maradona aveva due fratelli, Hugo e Raul (detto Lalo), che provarono anche loro a farsi strada nel mondo del calcio. Ma i loro risultati furono decisamente scarsi.
8 - Tanto grande sul terreno di gioco, Maradona nel privato incontrò molte difficoltà. Tra relazioni interrotte, figli non riconosciuti ed eccessi vari, il suo problema più grande fu il rapporto con le dipendenze - prima droga, poi alcool - che ne debilitarono irreparabilmente il fisico.
I GOL PIÙ BELLI
Napoli-Juve: 1-0 (1985)
Una punizione a due in area avversaria, con la barriera vistosamente troppo vicina. Segnare è impossibile. A meno che tu non sia Diego Maradona. Fischio dell'arbitro, calcio morbido e la palla segue un arcobaleno perfetto che si spegne all'incrocio.
Argentina - Inghilterra: 2-1 (1986)
Il gol più bello della storia del calcio, da vedere con la telecronaca del cronista "urugiagio" Victor Juso Morales che celebrò la rete come un miracolo divino e trasformando Diego nel al famoso Barrilete Cosmico - "Aquilone cosmico"- venuto da un altro pianeta.
«Ahí la tiene Maradona...»
Argentina - Grecia: 4-0
Mondiali U.S.A 1994, Maradona segna un gol da cineteca e sembra buttarsi il periodo più brutto della sua carriera con un'esultanza quasi demoniaca. Dopo quella partita però risulterà di nuovo positivo al doping. compromettendo per sempre la sua
LE FRASI PIÙ CELEBRI
«Voglio diventare l'idolo dei ragazzi poveri di Napoli, perché loro sono come ero io a Buenos Aires».
«Se stessi con un vestito bianco a un matrimonio e arrivasse un pallone infangato, lo stopperei di petto senza pensarci».
«Il primo goal? Un poco con la cabeza de Maradona y un otro poco con la mano de Dios».
(Intervista post-partita Argentina-Inghilterra 1986, 2-1)
«Sì, ho litigato con il Papa. Ci ho litigato perché sono stato in Vaticano, e ho visto i tetti d'oro, e dopo ho sentito il Papa dire che la Chiesa si preoccupava dei bambini poveri… allora venditi il tetto, amigo, fai qualcosa».