Conosciamo cosa sia la Street art, l’arte di strada con cui i writer decorano o talvolta imbrattano i muri, i treni o gli autobus delle nostre città con i loro graffiti. La differenza tra una banale scritta sul muro – magari per affermare il nome dell’autore - e l’arte di strada è il significato. Un’artista si esprime non solo con la tecnica e non solo per valorizzare se stesso ma per trasmettere un messaggio forte che arrivi immediatamente al cuore e alla mente. Colui che riesce in questo è sicuramente Banksy, conosciuto in tutto il mondo, amato dai grandi e dai piccoli, con una forza in più, ossia l’anonimato, perché proprio non si sa chi ci sia al di là del muro…
LA PRIMA COMPARSA
La maggior parte delle fonti che tentano di ricostruire la storia di questo inafferrabile writer riferiscono che è di origine inglese e che sia nato nel 1974 a Bristol. La città natale è stata la prima tela, o meglio i primi muri, dove i graffiti di Banksy hanno preso vita. Nel 1997 dipinge The Mild Mild West nel quartiere Stokes Croft. Negli anni 2000 l’artista si trasferisce – non certamente in modo definitivo – a Londra dove affina la sua tecnica attraverso l’uso degli stencil*, delle mascherine da applicare sui muri e dentro cui spruzzare i colori delle bombolette spray. Tramite questa modalità, il writer ha modo di realizzare velocemente le sue opere serigrafiche e di non essere colto in flagrante.
La famosa Scotland Yard, la polizia inglese con sede a Londra, istituì una vera e propria caccia verso l’autore misterioso accusato di atti vandalici. Nessuno, né polizia, né giornalisti, né collezionisti o curiosi è ancora riuscito a identificarlo, nonostante ci siano numerose teorie a riguardo. Ma è davvero importante saperlo?
I CONTENUTI DELLE OPERE
Le immagini che Banksy rappresenta sono semplici e di forte impatto, forse per questo piacciono tanto anche ai bambini. I soggetti dei murales incarnano l’etica, ossia, come spiega l’Enciclopedia Treccani, “una riflessione intorno al comportamento pratico dell’uomo, soprattutto in quanto intenda indicare quale sia il vero bene e quali i mezzi atti a conseguirlo, quali siano i doveri morali verso sé stessi e verso gli altri, e quali i criteri per giudicare sulla moralità delle azioni umane”.
Le opere si ispirano alla politica ed alla cultura e si esprimono in forma satirica, ovvero in modo scherzoso e sferzante verso gli atteggiamenti umani, e spesso anacronistica: Banksy riprende caratteri e personaggi storici o richiami alla pittura ed alla scultura classica unendoli ad elementi contemporanei come giubbotti antiproiettile, bombe ed altre armi di distruzione. Alcuni esempi di quanto detto risalgono ai primi anni 2000 e sono Madama con Maschera Antigas, opera in cui l’artista ritrae una dama del Settecento coperta da una maschera antigas oppure la più celebre creazione Show Me the Monet in cui tra le acque dello stagno del famoso pittore impressionista francese, Banksy ha voluto inserire due carrelli della spesa ed un cono stradale.
LE DENUNCE E L'IMPEGNO SOCIALE
Il messaggio che il misterioso artista vuole trasmettere è di pace, amore, speranza. Laddove ci sia bisogno di un respiro dagli orrori delle guerre, dalle ingiustizie, dal capitalismo e dalle istituzioni antiliberali, Banksy compare con i suoi murales di denuncia sociale. Nel 2005 il writer inglese si reca in Cisgiordania per porre l’attenzione dei media sulle condizioni in cui la guerra ha messo le popolazioni del Medio Oriente. Sono nove le opere eseguite in Palestina sul muro che spaccava in due la città di Gerusalemme, eretto a causa del cruento conflitto tra israeliani e palestinesi. I soggetti sono soprattutto bambini intenti a “rompere” quella linea di confine tramite una giostra, dei palloncini, “armati” di palette e secchielli di sabbia.
Anni più tardi Banksy è tornato nella striscia di Gaza per dipingere altri graffiti e lanciare i suoi messaggi di pace in modo chiaro e diretto. Il graffito più forte è senza dubbio Il lanciatore di fiori, eseguito su un muro privato di Gerusalemme. L’immagine è quella di un giovane nell’azione di lanciare, invece che una bomba molotov, un mazzo di fiori. Il particolare dei fiori è stato colorato mentre nel resto dell’opera prevalgono il bianco e il nero; ciò che muove questo dipinto arriva e colpisce immediatamente.
Un’altra opera realizzata con la tecnica stencil in Inghilterra è stato il murale Girl with Balloon, utilizzata per mettere luce sulla questione dei rifugiati siriani. Una bambina ha in mano un palloncino a forma di cuore che le scappa via, evidenziato dal rosso intenso che contrasta col nero della figura, affranta dall’aver perso qualcosa per sempre. Più in alto sul muro la scritta "There is always hope", ossia c’è sempre speranza. Le immagini parlano più di ogni parola in questo caso.
LO SPIRITO IRRIVERENTE DEL WRITER
“Quando vai in una galleria d’arte sei semplicemente un turista che guarda la bacheca dei trofei di un ristretto numero di milionari”.
Queste le parole scritte dallo stesso Banksy che ci possono far capire ciò che pensa e critica di un sistema molto ristretto in campo artistico. Ecco due esempi di come ha fatto a prendersi gioco di tutti, rimanendo fedele a sé ed ai suoi principi, meravigliando il mondo intero e riuscendo a farne sorridere una parte.
LA MUSICA, CHE PASSIONE!
Nell’ambiente musicale Banksy è ben conosciuto sin dall’inizio della sua carriera artistica. Nel 2003 realizzò la copertina del disco Think Tank del gruppo inglese Blur poiché i temi trattati nell’album sposano appieno quelli dell’artista di Bristol: pace e al contempo politica di dissenso verso la guerra in Iraq.
Nella ricerca interminabile di scoprire l’identità dell’artista, alcune teorie lo credono il celebre Robert del Naja, cantante del gruppo Massive Attack, anche lui realizzatore di graffiti con stencil proprio nella città di Bristol. Sarà il giornalista inglese Craig William a far notare la straordinaria apparizione delle opere di Banksy in concomitanza dei concerti dei Massive Attack. Non mancano le coincidenze e una gaffe del dj Goldie durante una diretta radiofonica ha dato conferme a molti, sebbene smentite dal cantante. Il dj fece il nome di Banksy, riferendosi alla sua arte e successivamente si riferì allo stesso chiamandolo Robert.
Il quotidiano inglese Daily Mirror nel 2008 ricollegò il famigerato writer ad un altro artista di strada, attivista politico, regista, originario di Bristol dal nome Robin Cunningham, della stessa età di Banksy e famoso per le sue opere di tema sociale. L’ ipotesi è sostenuta da un gruppo di studiosi della Queen Mary University di Londra: utilizzando la tecnica della geolocalizzazione ha confrontato le apparizioni delle opere di Banksy con la presenza fisica di Cunningham, riunendoli nella stessa persona.
Ma il mistero rimane irrisolto.
PERFORMANCE A VENEZIA
Esistono immagini di Banksy a volto scoperto? Forse, perché non sappiamo se sia stato veramente lui o alcuni complici ad esporre le sue opere lungo i canali di Venezia ma di certo esistono foto e video che hanno ripreso la scena, le opere ed i protagonisti. Sui cavalletti sono esposte nove opere, dal titolo Venice of Oil, che compongono in stile paesaggista la veduta dei canali della città con un’enorme nave da crociera che si impone in ogni quadro. La denuncia va appunto alle navi turistiche che da tempo hanno modo di entrare nella laguna, alterandone l’ecosistema e portando inquinamento nelle acque. In un articolo su Il Sole 24 Ore sono riportati alcune foto ed il video degli agenti della Polizia Municipale che invitano l’artista a smontare l’allestimento poiché sprovvisto di permesso. La cronaca italiana ha dibattuto sull’allontanamento di tale artista dalla città lagunare.
Nello stesso periodo, maggio 2019, era in corso la Biennale di Venezia, rinomata esposizione culturale ed artistica, a cui Banksy non era stato invitato. Ecco che il video appare invece sul profilo Instagram del writer, insomma Banksy non ha bisogno del permesso per apparire, arriva quando vuole e con ironia se ne riparte per altri lidi, lasciando il segno come il Bambino Migrante comparso a Venezia, pochi giorni dopo il suo avvistamento. Nel 2011 a Napoli si scoprì La Madonna con la Pistola, prima opera dell’artista inglese su suolo italiano e a breve se ne trovarono altre nei dintorni della città partenopea. Un indizio per l’identificazione?
Nel tempo in cui tutti cercano di diventare famosi, Banksy mantiene l’anonimato perché ciò che ha da esprimere è più forte di un volto o di un documento.
Anche la pandemia da Covid-19 ha ispirato l’artista a manifestare il suo sentire come l’opera apparsa nel 2020 a Bristol dal titolo Aachoo che raffigura una simpatica nonnina, senza mascherina, che starnutisce e perde la dentiera o Game Changer che rappresenta un bambino che lascia nel cesto i supereroi per giocare con la bambola di un’infermiera con la mascherina, simbolo dell’impegno del personale medico durante la pandemia.
Troverete molte sue opere da vedere sul sito ufficiale www.banksy.co.uk e dal vivo in giro per il mondo. Inoltre a Milano, dal 3 dicembre 2021 al 27 febbraio 2022, si terrà la nuova mostra The World of Banksy – The Immersive Experience presso Galleria dei Mosaici, lato IV Novembre.
*CURIOSITÀ: COS'È LO STENCIL?
È oggi una delle tecniche più usate nella street art e la preferita di Banksy. Soprattutto per la precisione del segno e l’immediatezza d’esecuzione in strada. Infatti con lo stencil il grosso del lavoro viene svolto in studio con la progettazione della “mascherina”: un cartoncino su cui si ritaglia l’immagine in negativo. Quando è pronta basta fissarla sul muro e spruzzare velocemente il colore.
Collaborazione ai testi di Federica Baroni