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Capire i genitori: il dizionario per tradurre la lingua di papà e mamma

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Capirsi non sempre è facile. Ecco un mini-dizionario per tradurre la “lingua” di papà e mamma nella vostra e viceversa. Provate a leggerlo tutti insieme!

Genitori vs figli: due pianeti opposti con una lingua in comune che, a volte, ognuno interpreta a modo suo, dando un significato diverso alle stesse parole. Quando succede non ci si capisce e... si litiga.

 

Niente di grave: è inevitabile, anzi, addirittura “giusto” che ogni tanto capiti. «Lo scontro generazionale è una fase necessaria della crescita, perché prepara al mondo dei grandi» spiega Maria Intelisano, psicoterapeuta dell’età evolutiva. «Se i figli non si scontrano mai con i genitori, per esempio nelle famiglie in cui sono liberi di fare ciò che vogliono, da adulti non saranno pronti ad affrontare le sconfitte, i conflitti, gli errori di tutti i giorni».

Se però gli “uffa che rottura“, superano gli “wow che bello!“, ecco un mini-dizionario per “decifrarsi” meglio.

Non piangere: non è successo niente

Cosa pensi tu: Se piango qualcosa è successo!
Cosa vogliono dire loro: Mi fa male vederti triste.
Consiglio: Se un figlio piange c’è un motivo per lui molto importante
e dirgli “non è successo niente” equivale a sminuirlo. Cerca di fare capire ai tuoi che, oltre a essere consolato, hai bisogno di essere ascoltato.
Anche loro sono stati bambini e avranno pianto per cose che ora ritengono “stupide”.

Ti odio!

Cosa pensano loro: Dove abbiamo sbagliato?
Cosa vuoi dire tu: Sono arrabbiatissimo!
Consiglio: Per mamma o papà “ti odio” è una parola molto grossa, che li ferisce. Tanto più che non è mica vero che li odi. Quando sbotti, piuttosto fai un urlo, e una volta smaltita la rabbia, di’ loro che devono parlarti più
dolcemente, in maniera più affettuosa. Se loro evitano di arrabbiarsi con te, riuscirai anche tu a rimanere calmo.

 

|Non ho niente!Non ho niente!

Cosa pensano loro: Ha qualcosa ma non vuole dircelo.
Cosa vuoi dire tu: Tanto non mi capite e non potete aiutarmi.
Consiglio: Parlare coi genitori non sempre è facile, perché vorremmo sempre la loro approvazione e quindi temiamo il loro giudizio, o che si arrabbino. Per sentirti meno in imbarazzo, potresti provare a dialogare con loro usando un mezzo come la chat o l’email: non avendo i loro occhi indagatori e ansiosi davanti, magari riesci ad aprirti di più.

Te l'avevo detto io!
Cosa pensi tu
: Sanno tutto loro.
Cosa vogliono dire loro: La prossima volta fidati dei nostri consigli, non vogliamo che ripeti i nostri stessi sbagli.
Consiglio: È una frase antipatica ma se la dicono hanno ragione. Vuoi lasciarli senza parole? Prova a rispondere così: “Mamma io ti ascolto di
più se tu impari ad avere più fiducia in me: gli sbagli a volte sono un passo necessario, anche se... te l’avevano detto”.

 

Prendi esempio da...

Cosa pensi tu: Ecco, sbaglio tutto, vorrebbero un figlio perfetto come
quel rompi di...
Cosa vogliono dire loro: Vogliamo il meglio per te e ci dispiace quando non fai... del tuo meglio!
Consiglio: Le intenzioni magari sono buone ma il paragone con qualcun altro è sempre umiliante. Rispondi: “I primi dai quali prendo esempio siete
voi. Cercate di accettarmi per come sono, altrimenti anche io inizio a dire: prendete esempio dai genitori di...”.

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Hai fatto i compiti?
Cosa pensi tu
: Sanno che li faccio sempre (o che non li faccio mai): perché me lo chiedono? Non esiste solo la scuola.
Cosa vogliono dire loro: Siamo responsabili di ciò che fai e di come influenzerà il tuo futuro.
Consiglio: Rispondi: “Sì, e ho anche giocato coi miei amici e fatto un bel disegno. Anche queste sono cose importanti: perché non me le
chiedete mai?”.

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Stai attento!
Cosa pensi tu
: Uffa, credono che sia uno stupido.
Cosa vogliono dire loro: Non vogliamo che ti faccia male.
Consiglio: I tuoi hanno paura, forse un po’ troppa, che tu ti possa fare male o possa farlo agli altri. Dimostra loro il contrario stando, appunto... attento: a
dove metti i piedi, a non farti male quando giochi...
Ogni tanto però puoi dire anche tu a loro: “State attenti!”, per esempio quando non ascoltano quello che dici o di cui hai bisogno.

Sei ancora un bambino!

Cosa pensi tu: Ho già 10 anni, voglio provare a fare più cose da solo.
Cosa vogliono dire loro: Sarai sempre il nostro bambino e ci preoccuperemo sempre per te.
Consiglio: A volte, anche quando avrai 30 anni, i tuoi ti vedranno come se ne avessi 2. L’unica è conquistare la loro fiducia. Come? Con i fatti: se li aiuti un po’, per esempio nei lavori di casa, a fare la spesa o altre cose “da grandi”, cederanno più facilmente alle tue richieste di libertà.

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Da grande farai ciò che vuoi, ora ubbidisci!
Cosa pensi tu:
Non vedo l’ora di essere grande!
Cosa vogliono dire loro: Ora non ho voglia di discutere.

Consiglio: Se, invece che così, ti rispondessero in modalità disco rotto “Sai quanto sei importante per me ma ti dico di no perché...” ti farebbe più piacere? Forse sì. Quindi chiedi una spiegazione ma tieni presente che, come succede a te, anche loro a volte hanno bisogno di essere lasciati in pace.

Che schifo!
Cosa pensano loro
: Gli fa schifo tutto quello che facciamo.

Cosa vuoi dire tu: Non mi piace.

Consiglio: Come ci rimarresti se uno di loro ti rispondesse: “Allora ti farà schifo anche la torta al cioccolato che ho appena sfornato. Peccato, la mangerò io”? Se vuoi dire che una cosa non ti piace, basta dire, appunto,
che non ti piace. Oppure... provare a far leggere loro questo mini-dizionario. L’importante è capirsi.

E non rispondermi!
Cosa pensi tu
: E allora perché mi fate delle domande se non volete sentire quello che ho da dire?
Cosa vogliono dire loro: Ho solo bisogno di sfogarmi.
Consiglio: Non rispondere, stai zitto e sorbisciti la predica. Non è la fine del mondo. Poi, quando la rabbia svanisce un po’, puoi partire a farti sentire, con: “Mamma però non è giusto, perché...”.

Non ho tempo, devo lavorare
Cosa pensi tu
: Non gli/le importa niente di me, preferisce il suo lavoro.

Cosa vogliono dire loro: Non ho voglia (oppure non posso davvero).
Consiglio: A volte i grandi devono davvero lavorare. Può anche succedere però che non abbiano voglia di fare qualcosa, proprio come capita a te. Prova a rispondere: “Se ora non hai voglia, lo capisco ma preferisco che
tu me lo dica invece di usare una scusa”. Spiega loro, però, che il tempo passato insieme serve ad andare d’accordo e a capirsi, anche più di mille dizionari come questo.

Smettila di urlare!
Cosa pensi tu
: Quando però sono loro a urlare io non posso dire loro di smetterla.Cosa vogliono dire loro: Che nervi, non c’è mai un attimo di pace.
Consiglio: Se è proprio necessario, come quando sguaini la spada per giocare ai pirati rispondi: “Mamma, sto solo giocando, ma tra poco
ho finito, tranquilla”. Altrimenti prova ad abbassare davvero il “volume”. Un tono di voce alto, infatti, può derivare dal fatto che per farsi ascoltare bisogna sovrastare altri rumori e ripetere le cose 100 volte. Se in famiglia tenete la tv sempre accesa come sottofondo, ad esempio, spegnetela: riuscirete tutti a farvi ascoltare di più e anche a essere meno distratti.

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Zitto, non vedi che sto parlando?

Cosa pensi tu: Sono più importanti i loro amici di me.
Cosa vogliono dire loro: Se mi interrompi, perdo il filo.
Consiglio: Anche se non te ne accorgi, vorresti l’attenzione dei tuoi sempre rivolta verso di te e, quando parlano con qualcuno, per istinto ti intrometti come per dire “ricordatevi che ci sono prima io”. Non c’è bisogno di farlo: per loro tu sei la persona più importante del mondo, anche se hanno voglia di parlare con altri. A furia di sentirsi ripetere “Zitto!”, però, si rischia di chiudersi e non parlare più (v. la voce Non ho niente). Diglielo!

Mi vergogno!
Cosa pensano loro
: Non c’è niente di cui vergognarsi.
Cosa vuoi dire tu: Non mi sento a mio agio!
Consiglio: L’imbarazzo e il pudore sono sentimenti utili per crescere, quindi non sono stupidi. Prova a chiedere ai tuoi di pensare a come si sentirebbero
se uscissero dimenticandosi a casa i pantaloni, e poi di’ loro che tu ti senti
esattamente così. Invece, vorresti sentirti più sicuro di te.

 

Anche i genitori, spesso, hanno bisogno di consigli.

Ecco un libro che puoi segnalare tu a loro: Scrivo la mia rabbia, di Maria
Intelisano
. Ed. Erickson Live.

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