Per non aver preso abbastanza seriamente il cambiamento climatico, sei ragazzi attivisti portoghesi fra gli otto e i 21 anni hanno portato in tribunale 33 nazioni dell’area europea, i 27 membri Ue più Svizzera, Turchia, Norvegia, Ucraina, Regno Unito e Russia.
Catarina (20 anni), Cláudia (21 anni), Mariana (otto anni), Sofia (15 anni), André (12 anni) e Martim (17 anni) hanno avviato un’azione legale alla Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo per combattere l'inerzia del governo sul cambiamento climatico e di minare il diritto di stare all’aperto e di vivere senza ansia, a causa delle emissioni prodotte nei propri confini e a quelle dovute ai processi di estrazione e al commercio internazionale.
L’azione legale è stata intentata dopo che il Portogallo ha registrato il luglio più caldo degli ultimi 90 anni, ma l’idea era nata già tre anni fa, quando la zona di Leiria, da cui provengono quattro dei ragazzi, era stata distrutta da una serie di incendi che avevano ucciso 120 persone.
CHI SONO I SEI ATTIVISTI
I sei giovani portoghesi grazie ad un crowfunding per sostenere le spese legali, chiederanno che i Governi rispondano della loro incuria nei confronti del clima.
La prima è Catarina, 20 anni, residente nel distretto di Leira la quale ha deciso di intraprendere questa battaglia perché ben cosciente del fatto che la sua terra natia stia divenendo sempre più ostile. L’aumento delle temperature avrebbe, infatti, limitato molte delle sue azioni quotidiane. Poi c’è Cláudia dello stesso distretto di Catarina e sorella di Martim e Mariana, altri due dei sei attivisti. Vorrebbe diventare un’infermiera e ritiene che questa pandemia da Covid-19 dovrebbe fungere da monito su quella che è la precarietà della vita umana.
Martim ha 17 anni mentre la sorellina Mariana solo 8, la più piccola del gruppo. Entrambi sono ben consapevoli della gravissima situazione climatica e che il Portogallo in poco tempo potrebbe iniziare a registrare temperature ben oltre il limite di sopportazione.
Infine, ci sono Sofia ed Andrè, una coppia di fratelli rispettivamente di 15 e 12 anni. Loro sanno qual è il futuro che li aspetta se i Governi continueranno a disinteressarsi delle politiche ambientali e sperano in una netta inversione delle priorità delle Nazioni.
Uno dei ragazzi, Sofia Oliveira, di 15 anni, ha raccontato al quotidiano britannico The Guardian: «Abbiamo visto ondate di caldo insopportabili che causano carenza d’acqua e danneggiano la produzione di cibo e violenti incendi che ci fanno paura . Se vediamo già questi fenomeni estremi nel 2020, come sarà il futuro?».