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All’avventura: i consigli migliori dei Ragni di Lecco per partire

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I consigli del presidente dei Ragni di Lecco, Matteo della Bordella, per partire all'avventura, programmando il giusto e mettendoci fantasia.

Se le camminate in mezzo ai boschi alla domenica, o le notti in tenda a guardare le stelle non vi bastano più, è arrivato il momento di provare una vera avventura, seguendo i consigli dell'esperto Matteo della Bordella, presidente dei Ragni di Lecco, storica associazione di scalatori.

Improvvisazione, sport e competenze.
Un'avventura inizia quando partite alla scoperta di cose nuove, anche un po' improvvisando, ma sempre restando nei margini della sicurezza. Quindi potete permettervi di farlo solo se siete preparati, fisicamente e anche come competenze. Per prima cosa chiedetevi: voglio provare a fare qualcosa che non ho mai fatto? Se la risposta è si, non c'è da spaventarsi, dovete solo preparare la vostra avventura in base a quanto siete allenati fisicamente".

"Per esempio se intendete raggiungere un posto a 1000 metri di dislivello, dovrete camminare circa 9 ore e mezza in salita, ma il tempo che ci impiegherete varierà a seconda di quanto il vostro corpo è abituato alla fatica.

In base a questo, raccogliete le informazioni sul posto, sulle tappe che potete fare, o su dove potete dormire".

Non esagerate con i programmi
"Non esagerate però con i programmi: lasciate spazio anche al caso, per esempio il tempo “flessibile” è proprio una delle cose che rende un'avventura divertente. Tanto, se siete preparati, riuscite anche a gestire gli imprevisti ed è proprio questa una delle cose che imparate andando all'avventura. Mal che vada, segnatevi i numeri di qualcuno da contattare in caso di emergenza”.

Le cose da portare
Oltre allo sport, da praticare in maniera costante per allenare il fisico, l'equipaggiamento corretto è fondamentale: “Lo zaino per un'avventura in giornata deve pesare circa 7 kg: un litro e mezzo di acqua, mezzo kg da mangiare (abbondate sempre in cibo e acqua: meglio portarne sempre un po' di più), una coperta calda, una giacca a vento, occhiali da sole, piumino, cartina. Dai due giorni di uscita in poi, il peso aumenta a 15 kg circa, perché aggiungerete materassino, tenda, sacco a pelo, vestiti di ricambio, fornello e gli altri utensili per la cucina, tipo il coltellino svizzero, che oltre che per affettare il formaggio viene molto utile quando c'è qualche ostacolo da tagliare”.

In casi estremi serve anche la bussola
"La mitica bussola  "da quando hanno inventato il GPS, non è più indispensabile, a meno che non vi ritrovate sopra un ghiacciaio con nessun punto di riferimento intorno e nessuna connessione... allora si, diventa molto utile". A questo proposito, è sempre interessante sapere cosa fare in situazioni estreme: "se per esempio vi capita una bufera improvvisa, non potete fare altro che fermarvi e aspettare che passi. Nel frattempo, dovete cercare una grotta, una rientranza in una roccia, o scavare una buca nella neve e rifugiarvi dentro. Il maggior pericolo delle escursioni infatti è il cambiamento repentino del tempo e la possibile ipotermia”. A proposito, non scordatevi il kit pronto soccorso, che deve comprendere: "garze, antidolorifici, disinfettanti, e un antibiotico generico per le emergenze".

Passeggiare nel Surrey (Regno Unito). Durata: 4 ore.
Credits: AirBnb

Ma come mi vesto?
L'abbigliamento più adatto per partire all'avventura è fatto di capi tecnici, “sviluppati apposta per avere la maggior traspirabilità possibile, cioè si asciugano velocemente se camminate sotto la pioggia ma anche quando sudate per il caldo”. E se la nonna insiste col metterci la maglietta di lana? “La nonna ha ragione: non c'è niente di meglio della lana per tenervi al caldo, ma ha lo svantaggio che quando si bagna ci mette una vita ad asciugarsi”. Se piove però la vera differenza la fanno le scarpe da trekking, un po' come le ruote per le macchina: “Devono avere la suola a carro armato, per evitare di scivolare. Ultimo strumento utile ma non meno importante sono i bastoncini per camminare: vi rendono più stabile, perché scaricano il peso dello zaino dalle ginocchia”.

Se sono una ragazza posso partire all'avventura?

Da porto Tolle in giro per l'Isola della Donzella in bici.

Se siete ragazze e vi state chiedendo se questo discorso vale anche per voi, la risposta è si: “A livello fisico, se siete allenati, le differenze tra maschi e femmine sono minime. Ce ne sono forse di più a livello mentale: le ragazze sono più attente al paesaggio, a cercare cose sempre nuove da scoprire, tipo le orme degli animali, o i fiori. I maschi invece sono più concentrati verso l'obiettivo e cioè raggiungere la meta. E poi le ragazze chiacchierano, i maschi meno: “Io per esempio quando cammino penso, rifletto, o vago tra i ricordi”. E la paura? Viene ad entrambi ed è un bene: “A me capita soprattutto quando scalo: è un sentimento che dovete capire volta per volta; può essere un campanello d'allarme che vi dice che dovete tornare indietro, che non vale la pena rischiare perché è troppo pericoloso”.

Io ce la faccio da solo
Insomma, una volta che partite con i piedi, gli zaini e gli amici giusti, può iniziare il divertimento: “E mentre vi divertite esplorando, imparate anche cavarvela da soli, non solo nelle escursioni, ma in ogni situazione. Se imparate a farcela da soli, acquistate fiducia in voi stessi, imparate a prendere delle decisioni, ad avere iniziativa, perché sapete di essere in grado di farlo e di raggiungere il vostro obiettivo, qualsiasi esso sia” conclude Marco. Può essere la cima di una montagna, il diploma, la vittoria in un campionato sportivo o perchè no, un'amicizia che vi sta a cuore.

Esiste un'avventura ideale?
“Le mie avventure preferite sono le cosiddette “con mezzi tuoi”. Lasci la macchina in un paesino e poi parti con lo zaino alla ricerca di sentieri inesplorati. L'abbiamo fatto in Patagonia, in 100 km abbiamo aperto sentieri in cui nessuno era mai passato prima, attraverso la giungla, poi per attraversare un fiume siamo dovuti andare in kajack. Non sapevamo cosa avremmo travato, era un paesaggio tutto da scoprire. Ed è questa la vera avventura, anche quando vai sull'Himalaya: lì il divertimento comincia da quando parti dal campo base. Da li in poi devi avere abbastanza autonomia per sopravvivere da solo”.