Le sue provocazioni più feroci sono i baci. Baci in cui il cellulare vince l'amore, baci tra calciatori, baci tra politici litigiosi (come Salvini e Di Maio)... Ma anche ambiente, razzismo, immigrazione, amore. Insomma tutto l'immaginario contemporaneo. E' questa l'arte di TvBoy, letteralmente "ragazzo delle tv", (in una delle sue prime mostre aveva dipinto direttamente su schermi di vecchi televisori), vero nome Salvatore Benintende: uno degli esponenti principali del movimento Street Art di matrice Neo Pop.
Neopop (pop sta per popolare) perché si richiama sia alla pop art statunitense di Andy Warhol e Roy Lichtenstein sia al mondo del fumetto: dai comics ai manga giapponesi. Le sue opere però non sono pensate né per illustrare libri né per essere esposte nei musei, ma per essere viste nelle strade della città. È la street art, l'arte alla portata di tutti.
Dipingere sui muri non è una novità del nostro tempo: pensiamo alle pareti delle grotte del neolitico sulle quali i primi uomini raffiguravano scene di caccia o alla pratica dell’affresco nata nel medioevo e fiorita nel Rinascimento.
Ma la vera street art contemporanea, ossia dipingere sui muri delle grandi città senza averne il permesso e quindi illegalmente, è una forma d’arte che nasce nei bassifondi di New York alla fine degli anni‘70. A portarla alla ribalta sono due grandi artisti: Jean-Michel Basquiat (1960-1988) e soprattutto Keith Haring (1958-1990) con le sue figure stilizzate e colorate ispirate ai fumetti.
Attenzione a non confondere la street art con la graffiti art. Sono due movimenti molto diversi, anche se alcuni street artist hanno iniziato come graffitari (anche TvBoy alla fine degli anni novanta si dedicava ai graffiti firmandosi con lo pseudonimo Crasto). I writer (graffittari) lavorano principalmente sulla calligrafia, realizzano scritte, spesso anche molto complesse ed elaborate, mentre gli street artist lavorano più con le immagini; inoltre i writer non vogliono impressionare il mondo, vogliono impressionare altri writer, in una sorta di competizione tra loro; un altro aspetto differente è che i writer per dipingere usano solo le bombolette spray, mentre per gli street artist non c’è freno all’immaginazione: tutto vale purché sia in strada, quindi bombolette, ma anche poster, stencil, adesivi...
“Quando mi chiedono che lavoro faccio, sai che cosa rispondo?" spiega TvBoy a Nicolas Ballario, curatore della mostra al Mudec di Milano. "L’artista contemporaneo. Spesso gli artisti si imbarazzano a dire una cosa del genere, ma io rispondo così senza remore, perché faccio l’artista e sono vivo. E l’arte deve parlare della contemporaneità e la contemporaneità è anche la politica. Perché negarlo? Al giorno d’oggi, non si può non parlare di certi temi e personaggi. L’arte ha la funzione di narrare il presente. Non mi sento un artista politico ma sto attento a quello che succede. E se una questione mi tocca, la sento mia e ne parlo”.
Info:
MUDEC – Museo delle Culture di Milano (Via Tortona, 56)
Dal 02/12/2021 – 09/01/2022
Lun 14.30 ‐19.30; Mar, Mer, Ven, Dom 9.30 ‐ 19.30; Gio, Sab 09.30‐22.30
INGRESSO libero
mudec.it