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Museo e Real Bosco di Capodimonte

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Museo e Real Bosco di Capodimonte

Visita, a Capodimonte, il museo e Real bosco di Capodimonte. Esploralo seguendo un percorso speciale per i bambini e aguzza la vista: potrai svelarne i segreti!

Visita il Museo e Real bosco di Capodimonte assieme con Focus Junior e il Mibact, il Ministero per i beni, le attività culturali e il turismo.
 

Il museo, aperto al pubblico nel 1957, è stato costruito nel 1738 da Carlo di Borbone, con la duplice funzione di palazzo reale e di galleria d’arte, per ospitare la collezione Farnese ereditata dalla madre Elisabetta.

 

Attualmente conserva numerose collezioni. Al primo piano la Collezione Farnese e l’Appartamento reale, al secondo una galleria delle arti a Napoli dal Duecento al Settecento. Al mezzanino si trovano la sezione Manifesti Mele, il gabinetto dei disegni e delle stampe e la sezione dell’Ottocento privato. Infine, è presente una sezione d’arte contemporanea al terzo livello, insieme a una Galleria dell’Ottocento. A ridosso della Reggia si estende il Real Bosco: circa 124 ettari di verde con oltre 400 diverse specie vegetali impiantate sull’area nel corso di due secoli, con un vasto spazio ellittico da cui si dipartono a ventaglio cinque grandi viali.

Cassetta Farnese

Questo cofanetto in argento dorato e lapislazzuli apparteneva al cardinale Alessandro Farnese: rappresenta uno dei più importanti esempi di oreficeria del Cinquecento. Sulla cassetta, riccamente decorata, sono raffigurate divinità pagane e scene mitologiche. Sul coperchio troneggia la statuetta di Ercole, simbolo dei Farnese.

Ritratto di Antea

Chi è la donna del dipinto? Secondo la tradizione, si tratta di Antea, l’innamorata del Parmigianino, che la ritrasse nel 1527. In realtà non sappiamo chi fosse, ma alcuni dettagli del vestito, come la pelliccia e la collana d’oro, fanno pensare a una giovane nobile del Nord Italia, forse in abito da sposa. Il braccio destro è troppo grande rispetto al corpo, ma è un effetto voluto: la donna infatti non è immobile ma ritratta nell’atto di girarsi.

Salone delle feste

Progettato dall’architetto Ferdinando Fuga e realizzato tra il 1765 e il 1770, il salone era destinato ad accogliere parte della Collezione Farnese ma poi, a partire dal primo decennio dell’Ottocento, fu adibito a ospitare ricevimenti e cerimonie ufficiali di corte. Osserva le finestre al di sopra del cornicione: in realtà sono lastre fisse con sopra delle... tende dipinte!

 

Danae e la pioggia d’oro

Questo quadro, dipinto da Tiziano Vecellio nel 1576, raffigura una scena mitologica molto nota. La donna sul letto è Danae, figlia di Acrisio, il re dell’antica città di Argo, e futura madre dell’eroe greco Perseo. Accanto c’è Cupido, il dio dell’amore: non guarda lei, ma una strana pioggia dorata che cade dal cielo. Si tratta di Giove travestito, arrivato in gran segreto durante un forte temporale!
 

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Salottino di porcellana

Questo salotto fu realizzato dalla Real Fabbrica della Porcellana di Capodimonte per la regina Maria Amalia di Sassonia. L’ambiente, con le pareti interamente rivestite in porcellana intervallate da sei grandi specchiere, si ispira al mondo orientale ed è riccamente decorato da intrecci di rami, foglie, frutti e fiori, trofei musicali e scimmie che inquadrano scene con personaggi cinesi. Anche il lampadario è in porcellana, mentre il soffitto è in stucco... ma che imita la porcellana!

 

Incredibile ma vero...

È una delle 18 tele realizzate nel 1985 da Andy Warhol, con tecniche e colori diversi ma che ripetevano tutte la stessa immagine: il Vesuvio in eruzione. L’artista americano ha reso così omaggio alla più famosa icona della città, “rivedendola” secondo i canoni della Pop Art.

 

Manifesti Mele

Tra le collezioni del museo ci sono anche 32 manifesti pubblicitari, commissionati ai maggiori artisti dell’epoca da Emiddio e Alfonso Mele, due fratelli che nel 1889 inaugurarono a Napoli i Grandi Magazzini Italiani, azienda che operava nel settore della moda e del lusso.

 

Flagellazione di Cristo

Nota il contrasto fra il candore del corpo di Gesù e il colorito brunito, come da pelle scottata dal sole, dei suoi torturatori. Anche questa volta Caravaggio, che ha dipinto il quadro nel 1607 per la chiesa di San Domenico Maggiore, ha scelto modelli presi dalla strada, con visi dalle rughe espressive, enfatizzati dal drammatico taglio di luci.

 

Paolo III con i nipoti

È un ritratto di papa Paolo III all’età di 77 anni, insieme ai nipoti Alessandro e Ottavio Farnese, eseguito da Tiziano Vecellio nel 1545. Nel quadro, il papa mostra il piede sinistro perché sta per ricevere da Ottavio l’omaggio del bacio della pantofola, un saluto reverenziale di origine medievale.

 

Armeria

L’armeria di Capodimonte conserva armi da guerra, da parata, da caccia e da giostra, databili dal Quattrocento all’Ottocento. Tra i pezzi più importanti ci sono tre armature cinquecentesche appartenute al duca Alessandro Farnese e un archibugio del duca Ranuccio I, con meccanismo di sparo a forma di drago. Il museo custodisce anche una notevole raccolta di armi del Sud Est asiatico.

 

Gruppo di armigeri

È uno dei pochi cartoni preparatori per affreschi realizzati da Michelangelo che sia giunto fino a noi. Rappresenta un gruppo di armigeri, particolare della Crocifissione di San Pietro, eseguita nella Cappella Paolina in Vaticano, ed è realizzato nelle stesse dimensioni dell’affresco. Hai notato i piccoli fori lungo i contorni delle figure? Ripassandoli con un batuffolo sporco di carbone si trasferiva la traccia sulla superficie da affrescare.

 

Ercole al bivio

È un dipinto di Annibale Carracci (1560-1609): raffigura l’apparizione al mitico eroe di due donne, personificazioni del Piacere e della Virtù, che gli indicano due strade differenti. La via più facile gli darà i piaceri terreni (le maschere, le carte da gioco e gli strumenti musicali in basso a destra). Ma la più difficile e faticosa, a sinistra, lo condurrà alla sfera celeste, simboleggiata dal cavallo alato Pegaso, sulla sommità del monte.

 

Parabola dei ciechi

Sei uomini ciechi camminano in fila indiana, ma il primo è già caduto in un fossato e sta trascinando gli altri con lui. È il racconto che il pittore olandese Pieter Bruegel il Vecchio (1527/30-1569) fa della nota parabola del Vangelo: quando un cieco ne guida un altro, entrambi sono destinati a cadere nel fosso.

 

MUSEO E REAL BOSCO DI CAPODIMONTE

Via Miano, 2 - Napoli Tel. 0817499130

Il museo non presenta barriere architettoniche.

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