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Museo | Castello di Capua a Gambatesa

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Museo | Castello di Capua a Gambatesa

Visita il Castello di Capua a Gambatesa (CB) esploralo seguendo un percorso speciale per i bambini e aguzza la vista: potrai svelarne i segreti straordinari!

Con Focus Junior e il Mibact, il Ministero per i beni, le attività culturali e il turismovisita iCastello di Capua a Gambatesa (Campobasso).

 

Il nucleo originario del Castello di Capua a Gambatesa era una torre di guardia e di difesa, eretta prima del XII secolo e in seguito ampliata. A partire dalla fine del XV secolo l’edificio fu trasformato in una residenza rinascimentale dalla famiglia di Capua, del ramo dei conti d’Altavilla, che lo aveva acquisito nel 1484.

 

Al piano nobile del castello si possono ammirare gli affreschi cinquecenteschi di carattere mitologico più importanti del Regno di Napoli. Il ciclo pittorico, affidato al pittore Donato Decumbertino, di probabili origini pugliesi, fu fatto eseguire nel 1550 da Vincenzo di Capua, che voleva rappresentare ai suoi ospiti, attraverso scene mitologiche, paesaggi e personaggi della storia antica, le virtù morali, civili e militari del proprio casato. Il livello superiore dell’edificio presenta lo stesso impianto distributivo, ma degli affreschi un tempo presenti rimangono solo pochi frammenti.

Che aspetti? Entra, esplora,
gioca e divertiti

Carità

Sei nell’ambiente di rappresentanza principale: il Salone delle Virtù, così chiamato per le rappresentazioni, sulle pareti affrescate, delle virtù che deve possedere un buon governatore. Quella che vedi è l’allegoria della Carità.

 

Sodoma distrutta

Che cosa rappresenta questo quadro? Osserva la scena: due figure davanti a un acquedotto romano e, sullo sfondo, una città che brucia. Un personaggio resta immobile, mentre l’altro si volta a guardare. Forse è la distruzione di Sodoma: la moglie di Lot disobbedisce all’ordine di non voltarsi e viene tramutata in una statua di sale. Le rovine romane, però, potrebbero anche alludere al Sacco di Roma del 1527.

 

Blasone nobiliare

Su una parete di questa sala, al centro di una decorazione a foglie d’acanto, puoi vedere uno stemma nobiliare... diviso a metà! È il blasone delle due famiglie di Capua-del Balzo: all’inizio del XVI secolo, infatti, Ferrante di Capua, proprietario del castello di Gambatesa, si unì in matrimonio con Antonicca del Balzo.

 

La battaglia di Otranto

Osserva bene: non è solo una battaglia navale, ma lo scontro tra una flotta di galee turche e navi cristiane. Probabilmente il dipinto, fatto eseguire da Vincenzo di Capua intorno al 1550, vuole ricordare la figura dell’antenato Matteo, che aveva perso la vita per difendere la città salentina dall’assedio turco del 1480.
 

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Sala del canneto

Non è difficile capire perché la sala ha questo nome. Gli affreschi raffigurano un paesaggio di architetture classiche ed edifici medievali, ma su tutto domina l’elemento naturale: un canneto, appunto. Se guardi bene, noterai che sul basamento della colonna in primo piano c’è una tartaruga: simboleggia la modestia e il temporeggiamento, cioè il saper attendere con pazienza.

 

Erse e Mercurio

Mercurio sta per unirsi alla bella Erse, mentre la madre di lei tenta inutilmente di ostacolarlo. L’episodio mitologico allude forse alle vicende del committente Vincenzo di Capua, che avrebbe dovuto sposare la prima figlia di suo cugino Ferrante, Isabella. Ma dopo il rifiuto di lei, che gli preferì Ferrante Gonzaga, si unì in matrimonio con la sorella Maria.

 

Busto di guerriero

È quella che si dice “immagine clipeata”, cioè iscritta in uno spazio rotondo (il clipeo era lo scudo circolare della fanteria greca). Ritrae a mezzo busto Giovanni di Capua, che sacrificò eroicamente la propria vita per salvare quella del re Ferdinando II d’Aragona, durante battaglia di Seminara del 1495.

 

Effige di Mercurio

È un particolare del fregio che incornicia gli affreschi della Sala delle Maschere. Quella che vedi è l’effige di Mercurio (l’Ermes dei Greci), il messaggero degli dei: si riconosce facilmente dal copricapo alato che lo contraddistingue.

 

Amori di Zeus

Su una volta a crociera nell’atrio del castello si possono ammirare gli episodi, tratti dalle Metamorfosi di Ovidio, che raffigurano Zeus nelle sembianze di un toro oppure in forma di nuvola o di pioggia d’oro, e lo rendono protagonista di fortunate conquiste amorose nei confronti di tre ninfe: Europa, Io e Danae.

 

Vulcano in eruzione

Strano soggetto per un dipinto: un’eruzione distrugge una città, mentre gli abitanti fuggono a bordo di sette navi. Forse è una scena ispirata dal componimento in versi e prosa Arcadia, di Jacopo Sannazzaro, pubblicato nel 1504, in cui viene descritta una tremenda eruzione del Vesuvio che devasta Napoli.

 

Grande camino

Questo grandioso camino in pietra serviva per scaldare la grande stanza in cui si trova, al secondo piano. Non devi dimenticare, infatti, che al tempo dei di Capua i termosifoni non esistevano! Si riscaldavano solo poche stanze alla volta , dove si soggiornava nei mesi più freddi.

 

Putti musicanti

Sei al secondo piano del castello: purtroppo gli affreschi di questo livello sono andati quasi completamente perduti. Qui puoi vedere un frammento con dei putti musicanti. Dei tre, il primo canta, il secondo suona il liuto e il terzo tiene lo spartito su cui è il tetragramma con le note di un madrigale.

 

Raggiera cromatica

Fra le decorazioni del piano nobile c’è anche questa “raggiera cromatica”: un gioco di linee e colori, raffigurato sopra l’apertura ad arco del salone principale, su una decorazione a finto marmo. Come tutti gli affreschi del castello, è opera del pittore Donato Decumbertino, che ha lasciato il suo nome sia nel Salone delle Virtù sia nella Sala delle Maschere: riesci a trovarlo?

 

Giustizia

Ecco un’altra allegoria dal Salone delle Virtù. È una donna in vesti classiche: in una mano ha una bilancia per amministrare la giustizia, nell’altra regge la spada per difenderla. Insieme a lei, nella stanza sono raffigurate le personificazioni di Fede, Pace, Prudenza, Fortezza e Carità.

 

Incredibile ma vero...

Sapresti dire dove è ambientata questa scena? Guarda l’edificio che spunta sopra i tetti, sullo sfondo... Esatto, è il Colosseo! Il quadro rappresenta Piazza San Pietro nel ‘500, durante i lavori di ricostruzione della Basilica.

 

POLO MUSEALE DEL MOLISE - CASTELLO DI CAPUA
Via Eustachio, 7 - Gambatesa (CB) Tel. 0874 719261 – 0874 431352 

Il museo non ha barriere architettoniche.
Il castello è dotato di un ascensore che collega i diversi piani dell’edificio.  

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