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Parma | Museo Archeologico Nazionale

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Parma | Museo Archeologico Nazionale

Il museo Archeologico Nazionale di Parma custodisce dei tesori! Percorri le sue sale, aguzza la vista e scoprine i segreti: troverai oggetti inconsueti e straordinari.

Visita il museo Archeologico Nazionale di Parma assieme con Focus Junior, con il Mibact (Ministero per i beni, le attività culturali e il turismo) e con il Sed (Centro servizi educativi del Mibact), potrai scoprirne gli straordinari segreti!

 

Fondato nel 1760 da don Filippo di Borbone, dalla prima metà dell’Ottocento il museo occupa l’ala sudoccidentale del complesso della Pilotta, che deve il suo nome al gioco basco della pelota, praticato in uno dei suoi cortili.

 

Il museo espone i materiali provenienti dal municipio romano di Veleia, insieme a importanti collezioni numismatiche, di ceramica greca, italiota ed etrusca e oggetti egizi, acquisiti nel corso dell’Ottocento. Il primo piano ospita inoltre i marmi romani delle raccolte Gonzaga e Farnese, mentre al piano terra trova posto la sezione pre e protostorica, che spazia dal Paleolitico all’età del Ferro. Nell’area dedicata a Parma e al suo territorio in età romana, infine, si possono ammirare sculture, marmi architettonici, iscrizioni e monumenti funerari, mosaici e oreficerie tardoantiche, oltre a pregevoli oggetti di età longobarda.

 

 

Elmo celtico

Ha un aspetto alquanto minaccioso, vero? Merito dei due grandi corni (oggi ne resta solo uno) che servivano a impressionare i nemici. Per quanto fossero piuttosto fragili, dato che erano fatti con una sottile lamina di bronzo. La calotta e i paraguance, invece, sono molto robusti e offrivano buona protezione in battaglia. È stato ritrovato nella sepoltura di un guerriero celtico di circa 2.200 anni fa.

 

Figurina di animale

È una statuina di ceramica che viene da un villaggio dell’età del Bronzo, presso Parma. Non è chiaro se rappresenta un bue o un montone: in ogni caso documenta l’importanza che avevano gli animali domestici circa 3.500 anni fa. Figurine come questa erano forse dei giochi, o più probabilmente oggetti di culto per augurare la prosperità delle mandrie.

 

Incredibile ma vero...

Nell’antico Egitto il gatto era un animale sacro: rappresentava la dea Bastet, che simboleggiava il calore benefico del Sole. E anche per i gatti esisteva l’aldilà: quando morivano, venivano mummificati e sepolti con tanto di funerale. Una “mummia felina” è conservata anche in questo museo!

 

Pugnale di bronzo

Più o meno 5.500 anni fa, i nostri antenati hanno incominciato a usare il rame per fabbricare armi e utensili. Circa 1.500 anni dopo, hanno scoperto che fondendo insieme rame e stagno si otteneva un materiale molto più efficace del rame puro: il bronzo. Un pugnale come questo, con la lama decorata e anche il manico fatto di bronzo, testimonia l’abilità tecnologica del metallurgo che l’ha realizzato, ma anche la posizione sociale e il valore di un uomo di quasi 4.000 anni fa.

Lame di ossidiana

L’ossidiana è una roccia vulcanica molto dura e dall’aspetto simile al vetro: scheggiandola, si ottenevano lame taglientissime, usate dagli uomini del Neolitico. La cosa straordinaria è averle trovate nel territorio di Parma, dove non ci sono vulcani. Vengono dalle isole Eolie, in Sicilia, e da Palmarola, nelle isole Pontine, e sono la testimonianza che 6.500 anni fa esisteva già una rete di scambi a lungo raggio.

 

Punta paleolitica

Questa punta di selce, trovata nella zona di Traversetolo, vicino a Parma, è stata scheggiata da un uomo di Neandertal vissuto circa 80.000 anni fa! L’ha fatto per utilizzarla come arma nella caccia ai grandi erbivori di allora: mammut, bisonti, tori selvaggi, enormi cervi.

 

Oreficeria etrusca

Questi splendidi gioielli provengono dalla ricchissima tomba di un uomo e una donna etruschi. Ci sono delle spille (fibule) e una coppia di orecchini riccamente decorati con l’applicazione di minuscole sfere d’oro, tanto piccole da sembrare polvere. Solo gli etruschi sapevano farle così. E senza usare la lente!

 

Perle d’ambra

Queste grandi perle d’ambra del Mar Baltico, trovate in un villaggio dell’età del Bronzo vicino a Fidenza (PR), sono la testimonianza della vastità degli scambi commerciali in Europa circa 3.500 anni fa. L’ambra aveva un grande valore, perché il colore e la lucentezza evocavano la luce del sole, che era oggetto di un culto molto sentito e diffuso in tutto il continente.

 

Fibula longobarda

Questa magnifica spilla è uno dei più begli esemplari di oreficeria del VII secolo d.C. Apparteneva probabilmente a una principessa longobarda, dato che nella stessa tomba sono stati rinvenuti altri gioielli in oro e pietre preziose. La realizzazione della fibula ha richiesto tutta l’abilità di un maestro orefice, poiché le pietre preziose sono state tagliate e incastrate pezzo per pezzo in una gabbia dorata dai bordi irregolari e sono sottili a sufficienza per far brillare l’oro sullo sfondo e riprenderne luce e splendore.

 

Tesoretto romano

Questo piccolo tesoro, composto da monete e monili in oro, è stato ritrovato mentre si costruiva il Teatro Regio. Il suo proprietario, quasi 1.800 anni fa, lo aveva nascosto dentro un vaso e sotterrato, per proteggerlo dalle invasioni dei barbari che scuotevano l’Impero Romano, ma non è più stato in grado di recuperarlo.

 

Papiro funerario

Apparteneva ad Amenothes, generale dell’esercito e ammiraglio della flotta del Faraone, vissuto 3.200 anni fa, ed è lo scritto che veniva posto nelle tombe egizie insieme alla mummia. In alto è raffigurata la pesatura del cuore: il cuore del defunto è su un piatto della bilancia, mentre sull’altro c’è una piuma, simbolo della dea Maat. Solo se il cuore non pesa più della piuma il defunto viene dichiarato “giusto” e ammesso nel regno dei morti!

 

Ritratto di fanciulla

Questo bellissimo ritratto in bronzo rappresenta un importante omaggio a una ragazza da parte della sua città, cosa assai rara in età romana. Raffigura forse Baebia Bassilla, una sacerdotessa ricordata su un’iscrizione in marmo per aver donato a Veleia un portico sulla piazza principale. Le caratteristiche tecniche e figurative dell’opera ci dicono che risale alla fine del I secolo a.C.

 

Nerone giovane

Questa statua, ritrovata a Veleia, rappresenta l’imperatore Nerone da ragazzo. Lo sappiamo perché era insieme ad altre 11, tra cui quelle di sua madre Agrippina e del padre adottivo, l’imperatore Claudio. È il ritratto di un giovane di circa 12 anni, con al collo la bulla, l’amuleto che i Romani portavano fino alla maggiore età, e vestito con l’abito dei fanciulli, la toga bianca col bordo rosso: se guardi bene puoi vedere ancora tracce di colore!

 

Vaso etrusco

Su questo vaso etrusco del IV secolo a.C. è raffigurata la storia di Ulisse e della maga Circe, narrata da Omero nell’Odissea. Con un incantesimo, Circe aveva trasformato in maiali i compagni dell’eroe greco, ma Ulisse riuscì a liberarli con l’aiuto del dio Ermes, che gli aveva dato antidoto.

 

Mummia egizia

Stai guardando la mummia di Osoroeris, scriba del Faraone, vissuto 2.300 anni fa. È stata donata al museo col suo sarcofago nel 1885 e proviene da Zagazig, nel Basso Egitto. Dopo aver asportato gli organi interni, il corpo del defunto è stato essiccato con sale naturale, avvolto in tanti strati di bende di lino e poi coperto da un grande pettorale dipinto.

 

Statuina di Vicofertile

Nella sepoltura di una donna neolitica a Vicofertile, una località vicino a Parma, è stata trovata questa statuina di ceramica alta 20 cm, che raffigura una donna seduta. Ha il viso ovale con un grande naso, gli occhi segnati da una lineetta incisa, la bocca non indicata. I capelli sono sciolti; il busto è esile, con seni piatti, triangolari e spalle squadrate, braccia sottili. Ha 6.500 anni e rappresenta la “dea madre”, signora della vita: la sua presenza accanto a una defunta esprime una promessa di rinascita.

 

Asce di pietra

Nel Neolitico si usavano asce di pietra levigata come queste per abbattere gli alberi e creare spazi aperti da coltivare. Le rocce migliori da lavorare, però, si trovavano sul Monviso, ad alta quota: dalla pianura si organizzavano quindi delle spedizioni sulle Alpi, per andare a prenderle.

 

POLO MUSEALE DELL’EMILIA-ROMAGNA MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI PARMA Piazza della Pilotta, 5 - Parma Tel. 0521 233718

Il museo è dotato di ascensore e montascale per l’accesso ai piani. Sono disponibili percorsi tattili e file audio per il pubblico ipo e non vedente.

 

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