Visita l'antica colonia romana di Turris Libisonis nei pressi di Porto Torres e la zona archeologica annessa assieme con Focus Junior e il Mibact, il Ministero per i beni, le attività culturali e il turismo. Scoprirai cose straordinarie!
Secondo Plinio il Vecchio, Turris Libisonis era l’unica colonia romana della Sardegna. Fu fondata in età preaugustea, probabilmente su iniziativa di Giulio Cesare, che fece scalo nell’isola nel 46 a.C., di ritorno dall’Africa.
Il museo conserva materiali archeologici che documentano le diverse fasi di vita della colonia romana di Turris Libisonis, oggi Porto Torres. Il percorso espositivo è articolato su due livelli: al piano terra sono esposti gli oggetti che provengono dalle necropoli messe in luce in area urbana. Al piano superiore si possono invece ammirare i reperti provenienti dall’imponente complesso delle terme (tutt’ora visibile nell’area archeologica) e la sezione dei marmi. A questi si aggiunge la collezione comunale, con oggetti che coprono un arco cronologico che va dall’età del bronzo al V secolo d.C., non tutti provenienti dal territorio di Por to Torres.
Corredo funerario
Cosa ci faceva questa lucerna in una tomba? I Romani pensavano fosse di aiuto al defunto, illuminando il suo cammino dopo la morte. La moneta invece serviva a pagare Caronte, che guidava i defunti nell’Ade, mentre i chiodi erano dei portafortuna: proteggevano il defunto dal malocchio.
Incredibile ma vero
Ha un aspetto decisamente spaventoso! Saranno forse le orecchie a punta o i grandi occhi sporgenti a dargli quell’aria così minacciosa... È la maschera di un satiro, un essere mitologico metà uomo e metà capra, che risale al I secolo d.C. Probabilmente era un elemento decorativo per una fontana: l’acqua gli usciva proprio dalle bocca spalancata!
Targa di Flavia Publicia
Questa targa di bronzo era affissa su una nave ormeggiata nel porto di Turris Libisonis, dove è stata trovata dagli archeologi. Attestava che l’imbarcazione che la esponeva apparteneva a Flavia Publicia e come tale non era soggetta a dazi. La donna citata nella scritta, e di cui puoi vedere il ritratto al centro della targa, era infatti la Vestale Massima, un sacerdotessa molto importante dell’antica Roma.
Statuina di soldato
Il personaggio rappresentato da questa statuina, probabilmente un giocattolo, è vestito come un vero soldato dell’esercito romano, con tanto di elmo e scudo per difendersi. Guarda le gambe: sono snodate e si possono muovere. È stato ritrovato nella tomba di un bambino, probabilmente deposto dai suoi genitori per accompagnarlo nell’aldilà.
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Altare di Bubastis
In questa sala del piano terra, insieme ad alcune statue di personaggi in toga, c’è un oggetto molto particolare: un altare cilindrico dedicato a Bubastis, una dea egizia conosciuta anche come Bastet, raffigurata come una donna con la testa di gatto. Guarda com’è decorato, con foglie, frutti, serpenti, vasi: c’è persino uno strumento musicale egiziano, una specie di tamburello chiamato sistro. I Romani veneravano anche divinità che venivano da molto lontano!
Sarcofago di Aurelia Concordia
Questo sarcofago del III secolo d.C. è stato trovato dagli archeologi all’interno di una tomba tutta decorata e con le pareti dipinte. Apparteneva ad una donna molto ricca, chiamata Aurelia Concordia: la possiamo anche vedere, ritratta nel riquadro posto al centro. Guarda che acconciatura particolare, era proprio all’ultima moda!
Vaso a biberon
Eh già, i neonati succhiavano il latte anche nell’antichità e per nutrirli i Romani usavano dei piccoli vasi con beccuccio, come questo a forma di maialino o di cinghialetto. Oppure potevano diventare dei giocattolini: si metteva dentro una pallina così quando si agitavano facevano rumore, come dei sonagli.
Stilo
Anche al tempo dell’antica Roma si andava a scuola! Allora però non esistevano né penne né quaderni: per scrivere si usava un oggetto chiamato stilo, con cui si tracciavano dei segni su tavolette di legno cosparse di cera. L’estremità appuntita dello stilo serviva per incidere la cera e formare le lettere, mentre la parte piatta, a forma di paletta, serviva per cancellare in caso di errore!
Lucerna di Ercole
Oggi, quando fa buio ti basta accendere la luce. I Romani invece usavano le lucerne: recipienti pieni d’olio, che bruciando produceva una fiammella. Qui al museo ce ne sono tante, di forme diverse. Questa raffigura Ercole, un personaggio della mitologia che ricorre spesso nella storia di Turris Libisonis e della Sardegna, tanto che è diventato il simbolo del nostro museo!
Terme Pallottino
Anche a Turris Libisonis c’erano le terme: queste prendono il nome da Massimo Pallottino, l’archeologo che le ha riportate alla luce. Si possono ancora vedere i frammenti dei mosaici che le decoravano e le condutture per l’aria calda che riscaldava pareti e pavimenti.
Domus di Orfeo
Tra i reperti rinvenuti nell’area archeologica ci sono anche i resti di una domus patrizia del II-III sec. d.C., riccamente decorata con intonaci dipinti e mosaici. Il più prezioso dà anche nome alla casa: ritrae Orfeo a torso nudo e con il caratteristico berretto a punta, mentre suona la lira circondato dagli animali.
Peristilio
In prossimità delle Terme Pallottino sono visibili i resti di un peristilio, un ampio cortile interno delimitato da un portico a colonne, forse di una domus, che non faceva parte del complesso termale. Il pavimento del porticato, dapprima realizzato con lastre marmoree, nel III-IV secolo d.C fu rivestito con un mosaico policromo, ora non visibile.
Urna cineraria
Hai visto che decorazione elaborata? Contiene molti elementi che richiamano l’Egitto, come le sfingi e le teste di Giove Ammone, “rivisitazione” romana di una divinità egizia. L’abilità dell’autore fa pensare che sia stata realizzata a Roma, probabilmente tra la fine del I e l’inizio del II sec. d.C. L’iscrizione al centro ci dice anche il nome della persona a cui era destinata: Caius Vehilius Rufus.
Cardo
Come in ogni città romana, le strade di Turris Libisonis erano orientate secondo i punti cardinali e si incrociavano ad angolo retto. Qui puoi vedere il cardo, che correva da nord verso sud, con ai lati resti di costruzioni: si trattava probabilmente di tabernae, le botteghe artigianali e le rivendite dell’epoca.
L’edificio dell’Antiquarium non presenta barriere architettoniche.
L’area archeologica è accessibile con accompagnatore.
POLO MUSEALE DELLA SARDEGNA ANTIQUARIUM TURRITANO E AREA ARCHEOLOGICA DI TURRIS LIBISONIS
Via Ponte Romano, 99 - Porto Torres (SS) Tel. 079 514433