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Locri | Museo Archeologico Nazionale

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Locri | Museo Archeologico Nazionale

Visita il Museo Archeologico Nazionale di Locri e scopri i reperti trovati nella necropoli di Locri Epizefiri, città della Magna Grecia fondata nel VII secolo a. C.: ti sorprenderanno! E, qui, ci sono anche il museo dell'età romana e i resti dell'antico tempio di Marasà.

Visita il Museo Archeologico Nazionale di Locri assieme con Focus Junior e il Mibact, il Ministero per i beni, le attività culturali e il turismo

 

Il museo si trova all’interno del Parco archeologico nazionale e custodisce i reperti rinvenuti dalle necropoli, dalle aree sacre e dall’abitato di Locri Epizefiri, città della Magna Grecia fondata alla fine dell’VIII secolo. Gli oggetti esposti abbracciano un arco di tempo che va dall’VIII sec.a.C. al periodo ellenistico e illustrano il processo di evoluzione sociale, culturale ed artistica avvenuto con la presenza greca in Calabria. Una seconda area espositiva, inoltre, è dedicata ai reperti di epoca romana che testimoniano il momento di passaggio fra le due culture.

 

Telaio per tessitura

Questa è la ricostruzione di un telaio verticale, del tipo utilizzato dalle donne greche: nella decorazione di un vaso attico conservato a New York se ne vede uno uguale. I telai originali non si sono conservati, ma durante gli scavi sono stati trovati i pesi in argilla o in piombo che si usavano per farli funzionare!

 

Recumbente

Questa statuina del V secolo a.C. raffigura un giovane uomo in posizione semisdraiata (è questo il significato di recumbente). L’uomo è disteso sulla kline, il letto conviviale che i Greci usavano durante i banchetti, appoggiato sul gomito sinistro: se guardi attentamente, vedrai che nella mano regge... un uovo!

 

 

Fuso in terracotta

Tra i reperti legati alla tessitura, c’è anche questo fuso in terracotta, decorato con motivi geometrici. Si tratta dello strumento usato per trasformare le fibre tessili in filato: ogni donna doveva provvedere alla filatura e alla produzione dei tessuti per tutta la famiglia. Le fibre più utilizzate erano la lana e il lino.

 

Fuori dal museo...

… si conservano i resti del tempio di Marasà, probabilmente dedicato alla dea Afrodite. Nell’area sono visibili tre fasi della costruzione di questo edificio sacro: la prima risale al VII secolo a.C. Potrai passeggiare fra reperti di 2.600 anni fa! Non è emozionante?

 

Biga giocattolo

È una biga giocattolo: l’equivalente delle nostre macchinine. È stata ritrovata in una tomba a Centocamere e ora è esposta al museo insieme ad altri giochi rinvenuti durante gli scavi: due bamboline in terracotta con gli arti snodati, due cagnolini d’argilla, delle pentoline e una lucerna in miniatura.

 

Specchio in bronzo

Quello che vedi qui era... uno specchio di bronzo. Il manico ha la forma di un efebo, cioè di un giovane che ha appena raggiunto l’età adulta, mentre regge il grande disco riflettente. È un particolare importante perché, oltre a testimoniare la raffinatezza dell’artigianato locrese, è un documento prezioso per la conoscenza della grande statuaria in bronzo del VI sec. a. C.

 

Matrice per statua

È il frammento di una grande matrice in argilla per una statua di fanciulla con bocciolo di loto nella mano destra. È databile fra la fine del VI e il V secolo a.C. e proviene dalla località di Centocamere, dove sono state ritrovate oltre 30 fornaci, che testimoniano il lavoro degli artigiani della terracotta, che qui avevano casa e bottega.

 

Vaso per profumi

Una simpatica paperella, vero? Si tratta di un askos, cioè di un vaso usato per contenere profumi, spesso modellato a forma di animale. Viene dalla necropoli ritrovata in contrada Lucifero, del V secolo a. C. A Locri sono stati trovati molti altri vasi come questo, a forma di maiale, di gallo, di scimmietta, di lepre, di porcellino d’India eccetera.

 

Pentola in terracotta

In grandi pentole come questa, modellate con argilla ricca di sabbia, in modo da sostenere lunghe esposizioni al fuoco, i locresi cucinavano le loro zuppe con cereali (soprattutto orzo) e verdure. La cucina di quel tempo era semplice: verdure, cereali, pesce, frutta, animali selvatici, piccoli animali da cortile.

 

Lekythos

La lekythos era un vaso usato per conservare olio profumato e unguenti: ne facevano uso le donne, per la loro toilette quotidiana, oppure gli atleti, prima degli esercizi sportivi. Ma aveva anche un ruolo preciso nei rituali funebri. Questa, decorata a figure nere con combattimento di opliti, è della fine del VI sec. a. C.

 

Pinax

Si tratta di una tavoletta d’argilla che raffigura la dea Persefone mentre posa in una cassa un peplo piegato. I pinakes (plurale di pinax) sono fra i reperti più significativi e rari del museo, dato che sono stati trovati solo a Locri e in località a essa collegate. Erano tavolette votive offerte agli dei per chiederne la protezione.

 

Cratere a figure rosse

È il vaso in cui si mescolava il vino con l’acqua: i Greci, infatti, non bevevano mai vino puro. Si usava durante il simposio, dopo il banchetto, quando gli uomini discutevano tra loro, piluccavano stuzzichini dolci e salati, ascoltavano musica e godevano della compagnia di bei giovani e di ragazze compiacenti.

 

Aryballos corinzio

Si tratta di un recipiente per unguenti,utilizzato soprattutto dagli atleti: prima della gara si cospargevano il corpo con l’olio profumato, sia per riscaldare i muscoli sia per scivolare più facilmente dalle mani dell’avversario con cui dovevano lottare. Nei vasi attici è spesso raffigurato accanto allo strigile, un oggetto in bronzo che serviva per detergere il corpo dopo la gara.

 

Lekane a figure rosse

In vasi piccoli e piatti come questo, le donne greche riponevano i loro gioielli o le polveri colorate che usavano per truccarsi. Il coperchio è decorato con figure femminili e un essere alato (erote) in volo. Viene dalla necropoli di contrada Lucifero e risale al IV secolo a.C.

 

Melagrana in terracotta

Strano soggetto per una scultura, sia pure di terracotta... Non bisogna dimenticare, però, che il frutto del melograno era simbolo di fertilità e abbondanza e per questo spesso veniva donato agli dei. Quello che vedi, dunque, è un oggetto votivo: le ragazze lo offrivano alla alla dea protettrice dell’infanzia alla vigilia delle loro nozze.

 

 

POLO MUSEALE DELLA CALABRIA MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI LOCRI C. da Marasà - Locri (RC) Tel. 0964 390023

 

La sede del museo greco è bene integrata nel paesaggio circostante: da qui si sviluppano gli itinerari di visita alla zona archeologica. Al primo piano di una masseria al centro del Parco, invece, sono esposte le collezioni romane.

 

Il museo non presenta barriere architettoniche: l’intera area è normalmente accessibile. Sono disponibili percorsi tattili per i non vedenti.

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