Focus Junior e il Mibact, il Ministero per i beni, le attività culturali e il turismo ti invitano a vivere una grande avventura pensata per i bambini in uno dei più bei musei d'Italia, il Museo di Palazzo Davanzati a Firenze. È una caccia al tesoro per trovare, divertendoti, i preziosi capolavori nascosti nel palazzo. Ti segnaliamo i più particolari e curiosi nell'articolo qui sotto. E dopo la visita, torna a commentare!
Quando un museo ha la caratteristica di essere stato una casa, offre la possibilità di scoprire alcuni aspetti della vita quotidiana di epoche lontane: è il caso del Museo di Palazzo Davanzati che, benché legato a una famiglia ricca, ci consente di conoscere aspetti curiosi e interessanti anche delle persone comuni.
Nato come casa Davizzi nella Firenze di metà del XIV secolo, il Palazzo ha un aspetto medievale nella sua forma a torre, su 4 piani, ma preannuncia nuovi modelli architettonici, più diffusi nel Rinascimento, con la presenza di un cortile interno. Alcuni dettagli ne fanno un esempio di dimora lussuosa, costruita da una famiglia di ricchi mercanti fiorentini: per esempio i servizi igienici per ogni camera da letto, un pozzo che rende disponibile l’acqua pulita a tutti i piani e una preziosa decorazione pittorica che abbellisce le camere da letto.
Ognuno di questi aspetti segnala un lusso non certo normale per i tempi. Ma la cucina, con l’enorme camino per cuocere i cibi, le mensole incassate per poggiare le stoviglie, gli utensili per lavorare la farina, per fare il burro o per tessere... ci fanno conoscere strumenti diffusi in ogni ambiente sociale.
La cucina. La cucina è collocata all’ultimo piano per motivi innanzitutto di sicurezza: in caso di incendio (rischio molto presente in epoca medievale) il fuoco, andando verso l’alto, avrebbe danneggiato solo il piano superiore. Stessa direzione prendono odori e fumo, disperdendosi. L’ambiente si è conservato integro, con il suo grande camino per cuocere e il paiolo appeso alla catena.
Il buratto. Questo arnese consentiva di setacciare la farina, separandola dalla crusca; deriva dalla parola latina volgare bura, cioè una stoffa rada utilizzata come filtro. Con lo stesso tipo di stoffa si vestivano anche dei fantocci di legno chiamati, appunto, burattini.
Il pozzo. Averlo in casa era un grande lusso nel Trecento; ma era una grande comodità dato che evitava di dover andare a una fonte pubblica, magari distante, per procurarsi l’acqua; inoltre, costruito all’interno dei muri che circondano il cortile, rendeva l’acqua accessibile da tutti i piani della casa, grazie ad apposite aperture e a una carrucola: quasi come avere acqua corrente in casa!
Toilette in ogni camera. Avere un bagno in casa a noi sembra normale, ma è diventata una consuetudine solo in tempi molto vicini a noi, dopo la Seconda guerra mondiale. Qui era invece presente un servizio igienico (detto “agiamento”) per ogni camera da letto, riccamente adornato da dipinti, già a metà del XIV secolo!
Desco del parto. Si tratta di un piatto che si faceva realizzare, nelle famiglie di ceto elevato, per celebrare la nascita di un bambino. Si dice fosse usato come vassoio per portare i pasti alla nuova mamma. Il piatto è dipinto su due lati da un pittore che si chiamava Lo Scheggia, fratello del più celebre Masaccio.
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