A Vibo Valentia con Focus Junior e il Mibact, il Ministero per i beni, le attività culturali e il turismo sarai al centro di una grande avventura in uno dei più bei musei d'Italia: il museo Archeologico Nazionale Vito Capialbi. Qui puoi ritornare indietro nei secoli al tempo delle colonie della Magna Grecia, attraverso gli oggetti più particolari e curiosi che ti sveliamo nell'articolo qui sotto, in un percorso pensato apposta per i bambini. Raccontaci le tue impressioni scrivendole nei commenti alla fine dell'articolo!
Da tempo, la scienza ha ormai spiegato l’alternarsi delle stagioni. Nel passato, invece, le varie culture usavano la mitologia per rendere comprensibili questi fenomeni.
Per i Greci e poi anche per i Latini, che adottarono molti miti greci, la spiegazione ruotava intorno a due personaggi femminili: Demetra e Persefone (Cerere e Proserpina per i Romani). Persefone è la figlia di Demetra, dea dei raccolti, e di Zeus. Di lei si innamorò Ade, dio degli Inferi, che la rapì e la portò con sé nel regno dei morti. Le proteste di Demetra e l’aiuto di Zeus lo costrinsero a liberarla e a rimandarla dalla madre. Ade, però, prima di liberarla le fece mangiare qualche chicco di melagrana: la leggenda dice che, facendolo, si è costretti a rimanere negli Inferi, anche se in vita! Fu così che Persefone, e con lei la Primavera, poté tornare da Demetra, ma solo per una parte dell’anno; per 4 mesi fu invece costretta ad abitare col marito: i mesi del gelo e del buio, l’Inverno, durante cui Demetra piange le sue lacrime per l’assenza della figlia.
A Vibo Valentia, al centro della Magna Grecia, la zona nella quale la cultura greca fiorì nel nostro Paese, c’è un museo che espone molti materiali che ci raccontano la diffusione del culto di Demetra e Persefone.
Acconciature d'epoca. Le teste di statuette del V sec. a. C. rappresentano i ritratti delle signore di Hipponion (l’antica Vibo Valentia) devote al santuario dedicato probabilmente a Persefone e alla madre, Demetra. Sono un campionario delle varie acconciature dell’epoca: capelli divisi in due bande sulla fronte, doppia fila di riccioli… Dalle orecchie nascoste dai capelli, pendono diversi tipi di orecchini.
Passaporto per l'Aldilà. Ripiegata su se stessa per nasconderne il contenuto e deposta sul petto della defunta, la lamina in oro riporta inciso un testo in greco antico. È una sorta di "manuale d’istruzioni" che la donna deve seguire nel suo viaggio verso l’Aldilà, per ottenere la felicità eterna. Appartiene al culto Orfico, una pratica religiosa riservata a pochi eletti nella antica Grecia. Il messaggio dà una visione precisa della vita e della vita dopo la morte.
Ex voto imbucati. La pratica dell’ex voto è diffusa in molte culture nel mondo. Sono doni che un credente offre alla divinità facendole una promessa e chiedendole in cambio di esaudire un desiderio. Nelle aree consacrate esistevano spazi dedicati alla raccolta dei doni dei fedeli, che erano considerati sacri e non potevano essere distrutti, pena l’ira della divinità. Quelli non più in uso venivano quindi tolti per far spazio ai nuovi e collocati in apposite buche chiamate "favisse". In quella ricostruita nel museo, si possono vedere gli strati di oggetti accumulati nel tempo.
Elmi per gli Dei. Anche gli elmi in bronzo, come le altre parti dell’armatura dei soldati, erano donati agli Dei. Quelli rinvenuti nel santuario di Scrimbia sono oggetti pregiati, decorati con lamine di bronzo o di oro, realizzati nel VI sec. a. C. Per evitare che fossero rubati, spesso erano resi inutilizzabili forandoli con chiodi e piegandone alcune parti.
I fiori? Mettili in testa. Nel museo troviamo anche una vera chicca: una brocca che fu adoperata come dono a Persefone, presso il santuario di Scrimbia. È modellata con le sembianze di una donna di colore: un tipo di vaso per fiori molto amato nel mondo greco, con visi sia femminili sia maschili. Cercala nelle sale del Museo!