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FocusJunior.itJunior reporter newsRacconto fantasy: “Anima tua”

Racconto fantasy: “Anima tua”

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Racconto fantasy: “Anima tua”
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Tre giovani amiche, unite dalla passione per la scrittura e il genere fantasy, presentano il loro primo racconto inedito firmandosi "Costellazione Balene"

La Costellazione Balene, il nome d'arte di tre ragazze appassionate di scrittura, ci introduce nel magico mondo di Anima Tua, il loro primo racconto inedito. Ispirato dal celebre libro Streghe di una notte di mezza estate di Terry Pratchett, il racconto narra la storia di Undis Mayem, tormentata da incubi che si rivelano più reali del previsto. In un'avventura tra mistero e magia, Undis, insieme alle sue compagne Darkita e Timera, affronta pericoli e segreti nel regno di Lancre. Le nostre autrici sperano di far sognare e appassionare tanti focusini con questa storia avvincente.

Buona lettura!

ANIMA TUA

Il sogno

‘Undis, ... Undis, ...’
‘Che c’è! Cosa vuoi?’
‘Voglio la tua anima, Undis. E se tu non me la darai tutto quello
che hai sarà distrutto!’
‘No!’
Una risata piena di odio rimbombava. ‘Tu non puoi dire di no a me,
Undis Mayem!

Undis si svegliò di soprassalto, ancora tremando. Il sole stava
sorgendo e i primi raggi entrarono nella caverna. Undis si alzò
sospirando. Di nuovo quell’incubo l'aveva tormentata. Provava a
ripetersi che era solo un sogno ma era così vivido, così reale che
era inutile raccontarsi diversamente. Solo adesso si rese conto
che Darkita e Timera non erano a letto. Uscì fuori per trovarle con
valigie e borse pronte, scope in mano. “Ah, finalmente si è
svegliata la nostra bella addormentata!” disse Darkita. Poi
vedendo la faccia confusa di Undis continuò, “Abbiamo avuto un
messaggio da Katheryne. Dobbiamo tornare a Lancre, è una
questione di massima urgenza. Su sbrigati, dobbiamo partire.”
Tutta trafelata, Undis rientrò nella caverna e inizio a fare i bagagli.
Cinque minuti dopo erano tutte sedute sulle proprie scope pronte
a partire. “Altaricanta” disse Darkita, e immediatamente le scope
si alzarono e volarono via. Tutto era tranquillo ma Undis non
riusciva a dimenticare quella voce che veniva così tante volte a
visitarla nel profondo della notte.

Le streghe

Mancavano poche settimane al giorno di mezza estate. Il regno
di Lancre sonnecchiava nella calura che baluginava sulla
foresta e sui campi. In cielo apparvero tre punti. Dopo un po' fu
possibile identificarli come tre figure femminili a cavallo di tre
scope, con uno stile di volo che ricordava quello delle tre anatre
di gesso. La prima, chiamiamola capo, vola seduta con la
schiena dritta, uscendo apparentemente vincitrice da una sfida
con la resistenza dell'aria. Potreste definire il suo aspetto
singolare, o perfino avvenente; ma non potreste considerarla
"bella," a meno che non vogliate vedervi crescere il naso di un
metro. La seconda è bassa e grassa, con le gambe arcuate, la faccia
come una mela lasciata lì troppo a lungo e un'espressione di
benevolenza quasi terminale. Suona il banjo e canta. La
canzone parla di un porcospino. A differenza della scopa della
prima, più o meno sgombra a parte un paio di sacchi, questa è
sovraccarica di cose tipo due asinelli di peluche viola,
cavatappi a forma di bambini che fanno pipì, bottiglie di vino in
cestini di paglia e altri souvenir internazionali. In mezzo a tutta
quella roba, è acciambellato il gatto più puzzolente e malvagio
del mondo, e al momento dorme.
La terza, e decisamente l'ultima delle scope, è occupata dalla
più giovane. A differenza delle altre due, vestite di nero come
corvi, indossa abiti allegri e colorati che non le stanno bene,
[Estratto da "Streghe di una notte di mezza estate"]
come probabilmente non le stavano bene dieci anni fa. Ha sul
viso un'aria vaga, gentile e speranzosa. Ha dei fiori nei capelli,
ma stanno leggermente appassendo come lei. Le tre streghe
superano i confini di Lancre, il regno, e in breve sorvolano la
città. Iniziano la discesa sulle brugherie oltre la città, per
atterrare poi accanto a una pietra che segna i confini del loro
territorio. Sono tornate. E tutto va di nuovo per il verso giusto.
Per circa cinque minuti.

L’arrivo

Le tre streghe entrarono nella taverna. Un odore familiare
riempiva il posto. Queste streghe erano state sorelle per millenni.
Appena entrate si diressero verso il gruppo. Dopo alcuni passi,
salutarono i presenti.
“Ciao! Siamo arrivate!” Cantavano le streghe.
“Ad astra arabasque, sorelle” disse la strega appoggiata alla
porta, “Siete un po’ in ritardo. Sbrigatevi! È quasi ora.”
Sulla sinistra, Katheryne aprì la porta del salone, mandandole
dentro.
“Perché? Siamo appena arrivate.” Chiese Darkita.
“Ha ragione, non ci serve andare di corsa. Tutto bene, sorella
Katheryne?” Chiese Timera.
“Stai bene?” Chiese Undis.
“Non c’è tempo per le domande. Muovetevi!” Disse Katheryne.
Seguendo le sue indicazioni, entrarono tutte nel salone confuse,
e presero i propri posti intorno al tavolo rotondo.
“Care sorelle, ho scoperto un problema grave.” Disse Katheryne,
ricevendo sguardi strani, “La nostra capa è stata contagiata da un
virus”. In un attimo il salone si zittì miseramente. Le streghe
furono prese dal panico all’idea di perdere la Madre. Undis rimase
impassibile.
“Non sappiamo cosa succederà ma la dobbiamo aiutare!”
Annunciò Katheryne. “Andate! Mi serve un momento, sono molto
commossa.” Le streghe uscirono dal salone solennemente.

Bugie

"Undis! Aspetta! Ho una cosa che ti potrebbe interessare.”
disse Kathryne.
"Sì, che c'è?" Chiese Undis. Katheryne si avvicinò a Undis, con
un sorriso caldo sulla bocca, mentre mise una mano sulla
spalla di Undis.
"Vieni. Ho un po' di cose da dirti." Disse Katheryne “Sorella... i
tuoi sogni... dimmi."
"C-Che vuoi dire? Io non ho gli incubi!" alzava la voce Undis.
"Undis, io non ho parlato di incubi, calmati... dimmi cosa ti sta
dando questi brutti sogni! Voglio solo il meglio per te!" Rispose
Katheryne.
Undis alzò la voce,"No! Voglio dire... No... Grazie... io sto
bene... niente problemi qua!”
"Undis, tu hai visto il futuro, vero? Anche a me è successo in
passato. E sono riuscita a trovare un rimedio per farlo andare
via. Ti posso aiutare! Vieni sorella." Sussurrò Kathryne. "Cara
mia, io ti capisco... vieni con me..."disse Kathryne,
"Ahaha! No... io sto bene, tu non dovresti sapere niente...!
Ciao, ciao!" si agitò Undis, "Se ho dei problemi posso sempre
parlare con le mie sorelle!”
Il sorriso lasciò le labbra di Katheryne che si avvicinò a Undis.
"Undis. Se ti permetti di dire una parola alle tue sorelle, tutto
finirà male." disse con una voce minacciosa. "Questa... è una
promessa."
Undis, tremante, con il fiato sospeso, si diresse frettolosamente
verso le scale, lasciando Kathryne alle sue spalle.

Segreti

Darkita sospirò mentre disfaceva la valigia. Timera era di sotto
al bar probabilmente con Undis. Finalmente aveva del tempo
libero. Poteva esplorare Lancre dopo vent’anni. Sì mise la
giacca di pelle e si diresse verso le scale. Ma si fermò. C'era
una porta. Stropicciò gli occhi. Un secondo fa non c'era e
adesso... Devo andare, si disse Darkita. Ma ogni passo che
l’allontanava dalla porta era forzato. Voleva così tanto andare a
vedere cosa c'era al di là. In cima alle scale Darkita riguardò la
porta e poi guardò le scale, prese un respiro e corse alla porta
misteriosa, trepidante. Afferrò il pomolo e spalancò la porta.
C'era una luce abbagliante e Darkita si coprì gli occhi ed entrò
nella stanza. Dopo essersi abituata alla luce Darkita si rese
conto di essere in uno studio. Al centro della stanza c'era un
leggio. Darkita si avvicinò con cautela. C'era un diario sopra il
leggio, il titolo scritto in grande:

KATHERYNE

Darkita trattenne il respiro. Questo era il diario di Katheryne.
Katheryne, la persona che adesso avrebbe preso il posto di
strega madre. Da brava strega sapeva di non doverlo guardare
ma aveva l'opportunità di leggere i segreti della futura madre.
Aprì il diario e sfogliò le pagine frettolosamente.

15/5/1873
Diario, Ho trovato l’incantesimo che mi serviva. Adesso quella
mocciosa sarà tormentata giorno e notte da questo sogno che per lei
sarà come vivere in un incubo. Ti aggiornerò sul mio piano tra un
paio di giorni.

Col fiato sospeso Darkita continuò a leggere.

20/5/1873
Ieri, pensò Darkita

Il mio piano sta per realizzarsi. Tutte le streghe sono in partenza per
venire qua e dirò loro che la strega madre è ammalata. Ci sarà
Undis. Se riesco a ingannarla nel modo giusto con la sua anima e il
mio potere tutto il mondo si inchinerà al mio cospetto.

Darkita sgrano gli occhi e fece un passo indietro. Voleva
gridare. Voleva non credere a quello che aveva letto.
Katheryne. Quella strega così gentile. Darkita uscì di corsa,
l’angoscia che le cresceva dentro. Doveva trovare Undis, era in
pericolo! Improvvisamente la vide salire di corsa dalle scale, i
capelli di solito ordinati in un disordine totale. Darkita fece un
sospiro di sollievo e corse incontro ad Undis.

L’incontro scontro

“Darkita! Ti ho trovato!” gridò Undis.
“Undis! Dov’eri? Non importa! Stai attenta! Eri con Katheryne?”
Chiese Darkita.
“Si? Che c’è? È un problema?” domandò Undis
“SI!! Lei ha tutto un piano!!” Darkita si affrettò a dire.
“Ma... Katheryne? NO! Non ti credo!” disse Undis.
“No. Mi DEVI credere, se fossi in te, starei molto attenta.
Qualcosa non sembra giusto in lei.” Darkita la avvertì.
“Che dici?! Ci siamo sempre fidate di Katheryne!” Dichiarò in
fretta Undis, “Non ti credo, basta con queste sciocchezze! Non
ti credo, non ti credo, non ti credo!!”
Scappò giù dalle scale, gli occhi spaventati di sua sorella
attaccati alla sua schiena. Undis aprì la porta del salone
maestoso, silenzioso e desolato. Le scarpe di Undis correvano
sulla pietra. Aprì un’altra porta, questa volta turchese ed entrò
nella taverna affollata, le voci delle care amiche si fermarono.
Le streghe guardarono preoccupate mentre si spingeva
attraverso la folla. Finalmente Undis aprì la porta, e là stava
Katheryne.
“Katheryne!” Disse Undis.
“Ah, finalmente, eccoti qua.” Sorrise Katheryne, “Sei ritornata.
Mi devi aiutare con una pozione, per curare questi sogni.
Dobbiamo trovare il fiore mirtillo, vieni con me nel bosco.”
“Sei sicura...? Il bosco è molto pericoloso...” affermò Undis.
“Assolutamente, non c’è niente di male, ti sto aiutando Undis.
Sono l’unica che ti capisce, ricordati.” Disse Katheryne, un po’
più seria.
“Davvero...non è niente?” domandò Undis
“Si... tutto andrà bene.” Disse Katheryne.
“Ok... Farò tutto quello che mi dici. Voglio mandare via questi
sogni” Confermò Undis.
“Perfetto! Dai, vieni!” Ordinò Katheryne.
“Certo, come vuoi.”

La foresta di mezzanotte

La foresta di mezzanotte. Un posto desolato e abbandonato
senza vita. Katheryne e Undis erano arrivate a destinazione.
“Eccoci arrivate!” Disse Undis “Ora dobbiamo solo trovare il
fiore mirtillo e...”
Katheryne scoppiò a ridere. Non era una risata allegra ma una
risata sarcastica che risuonò tra gli alberi.
“No, mia cara! Non mi serve il fiore mirtillo, mi serve la tua
anima!”
E di colpo Undis si ritrovò nell’incubo che l’aveva tormentata
tutte queste lune.
“No! Non te la darò mai!” Gridò Undis.
“Voglio la tua anima! E se tu non me la darai tutto quello che
hai sarà distrutto!”
“No!”
“Tu non puoi dire di no a me, Undis Mayem!”
La voce di Katheryne che solo poco tempo fa era gentile era
adesso rauca, piena di odio. Katheryne puntò il dito contro
Undis: “Anima tua nunc mea, anima tua nunc mea...”
Una luce azzurra avvolse Undis, e il buio calò sul regno di
Lancre.