I ragazzi bussarono alla porta, sulla quale c’era una targhetta con scritto
Dirigente scolastico
Una voce grave ma gentile li invitò ad entrare.
L’ufficio in cui entrarono non era molto moderno ma era pieno di luce proveniente da una porta finestra che dava sul giardino.
Di fronte all’ ingresso c’era una scrivania di legno, con dei fogli sparsi alla rinfusa in mezzo a penne e matite.
Su un angolo stava in precario equilibrio una pila di libri.
Di fianco, su un tavolinetto verde, era appollaiato un computer lucente, ultimo modello, a schermo piatto e con un mouse bianco e nero. Collegata al computer c’era una stampante di plastica grigia, che proprio in quel momento entrò in funzione con un ronzio.
Sulla parete di sinistra era appoggiato un grosso armadio metallico a due ante, semiaperto, con contenitori di diverso coloreda cui fuoriuscivano alcuni fogli. Di fronte ad esso era sistemata una libreria di legno scuro, un po’ antica, in cui erano allineati, in ordine, testi di ogni dimensioni e colore.
Il Dirigente sollevò lo sguardo da un’agenda e disse:
Tommaso