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Junior reporter, le maschere che portiamo per nascondere le emozioni

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Junior reporter, le maschere che portiamo per nascondere le emozioni
Ipa Alamy

La focusina Ester racconta la sua esperienza con i sentimenti negativi che si reprimono per non essere giudicati dagli altri

Secondo me è normale avere delle maschere. D’altronde, tutti le abbiamo, chi più e chi meno.
Per esempio, io non so di preciso quante maschere ho.
A volte, mi faccio vedere felice e sorridente, ma poco tempo prima, potrei aver ricevuto uno schiaffo, o un insulto, che, ovviamente, mi ha fatto soffrire più del dovuto. Ma in quell’istante, in quell’esatto momento, potrei sembrare la ragazzina più felice del mondo, che magari ha appena preso un 10 in matematica (cosa per me veramente improbabile).
In realtà, sotto a quel “perfetto sorriso”, si possono nascondere insicurezze, paure, pianti, insoddisfazioni, ansie, ecc.

Le maschere inoltre servono alle persone false e manipolatrici ma forse si usano tanto per colpa della sensibilità che ormai sta svanendo nelle persone.
Se per un bambino di 3 anni, è normale piangere perché non riesce a dormire, allora perché un uomo di 52 anni non può piangere alla sua postazione di lavoro perché sua moglie l’ha lasciato?
Se piangesse verrebbe reputato un “bambino”? O magari, il suo capo, invece di consolarlo, e fargli le condoglianze, gli urlerebbe contro?

In certi casi, purtroppo, si devono per forza tenere le maschere, ma a me non pare per niente giusto.

La tristezza è un’emozione e, se esiste,
ci sarà una ragione!

Secondo me non bisogna MAI nascondere la tristezza, tenerla dentro.
Tutti, e dico TUTTI, abbiamo delle emozioni, che prima o poi bisogna esprimere.
Ester

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