Una volta, prima che gli uomini colonizzassero anche la più piccola e insignificante isola, c’era una foresta molto misteriosa. Nessuno sa dove si trovasse e dove si trovi tutt’ora, nonostante le più moderne tecnologie che ormai si diffondono come un tempo facevano i fiori in giro per il mondo.
L’unica sola cosa che abbiamo a dimostrazione dell’esistenza di un antico “Regno della Foresta” è un altrettanto vecchia leggenda trasmessa a voce di padre in figlio e arrivata misteriosamente ai giorni nostri.
Animali che, per giunta, sapevano camminare e parlare!
Sembrerà sciocco ad un adulto ma un bambino capisce e sicuramente non dice: “che sciocchezza!” o cose simili. La leggenda spiega che gli animali vivevano ogni giorno in armonia e non si preoccupavano di niente, nemmeno delle lotte fra di loro.
Tutti sapevano convivere insieme, gatto e topo, volpe e scoiattolo, lupo e pecora.
Gli animali avevano un’abitazione propria a secondo della loro natura.
Ad esempio, si poteva osservare tranquillamente una mamma coniglio vivere al piano terra di altissimi alberi, non bassi come li consociamo noi. Oppure, facendo un giro si poteva anche passare accanto ad un fiume e notare dei castori che sguazzavano davanti una grande casetta subacquea di legno di cui la cima si affacciava fuori dall’acqua. Il sole splendeva quasi sempre, gli insetti cantavano e il cielo sembrava diventare di giorno in giorno sempre più azzurro.
A lui piaceva assecondare le richieste dei suoi sudditi, a patto, però, che piacessero a tutti. Ma come fare a saperlo?
Fu esattamente quello che si chiese il re e, così, invitò gli animali più saggi di tutta la foresta a casa sua per prendere insieme le decisioni. Questi animali erano stati scelti da tutti gli abitanti della foresta, dal più piccolo insetto al più grande orso bruno.
Di solito, erano sempre tutti d’accordo su una decisione del re, ma un giorno si intromise un certo lupo di nome Mantomontano.
Mantomontano parlò con una voce roca e impaziente: “Sono Mantomontano e sono stato inviato dai miei compagni di branco perché il re passi il trono ai lupi!”. “Perché?” rispose il re furioso “Tutti stanno così bene nel mio regno!”.
Rimanendo fermo nello stesso punto in cui si trovava prima, Mantomontano disse: “I lupi vogliono che io diventi il re in modo che possa dare loro più cibo”. Allora, intervenne con tono indignato Gufo Saggio, il più stretto amico del re: “Ma ciò non può accadere, il cibo non basterà per tutti”.
Allora gli altri animali votarono e, sorprendentemente, metà di loro erano dalla parte del lupo. Ci furono solo alcuni sospetti che Mantomontano avesse truccato tutto.
Nonostante questo, il povero leone si rifiutò di lasciare il trono “per il bene degli animali”.
Così, il grande regno venne diviso in due parti: il regno della Foresta a ovest, guidato dal re, e il regno della Foresta a est, guidato da Mantomontano.
Per tutti gli animali, fu una cosa terribile perché molti di loro abbandonarono i propri parenti (anche di quarto grado) dato che vivevano in un altro regno. Poveretti!
Foresta ovest e Foresta est erano diventati due luoghi diversissimi, ma c’era una sola cosa che li accomunava: la lotta. Ebbene sì, gli animali dei due Paesi si scontravano spesso, o per il cibo o per il territorio. Però, tutto questo non faceva che far stare ancora più male le creature innocue che abitavano insieme a loro.
Ogni giorno, gli animali erano costretti a lavorare molto per guadagnarsi il cibo e i cuccioli non andavano di certo più a scuola… In più c’era un'altra nemica che assisteva a tutte le “lotte” per godendosi lo spettacolo: la povertà.
La leggenda dice addirittura che molti animali scapparono da lì e partirono per un viaggio alla ricerca di fortuna.
Alla fine, in una lotta vinse il leone, mentre Mantomontano fuggì in esilio e morì da solo di vecchiaia.
Tutti gli abitanti esultarono e, dopo che la Foresta ritornò unita più che mai, ritornarono ad abbracciare i propri parenti. In realtà, si dice che non tutti applaudirono: Gufo Saggio rimase fermo in piedi, pensando che la responsabilità di questa grande lotta era anche del re leone.
Giuseppe