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FocusJunior.itIntervisteIl pilota Fabio Massei ci racconta la sua vita su una moto

Il pilota Fabio Massei ci racconta la sua vita su una moto

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Fabio Massei ci racconta come è salito su una moto per la prima volta.

Fabio Massei, sempre in pista per i tornei di moto e minimoto, due volte campione nelle sue categorie, ci racconta come ha iniziato a fare il pilota.

 

Quanti e quali sport hai praticato da bambino?

La mia più grande passione è stata ed è il motociclismo, avevo solo 5 anni, quando sono salito sulla mia prima minimoto da cross. Ho giocato anche a calcio dai 10 ai 15 anni. Infine, a 16 anni mi sono appassionato al pugilato che ancora oggi pratico ed insegno ad adulti e bambini.

 

Cos'è più importante per correre o partecipare a una gara, in ordine crescente, tra queste cose: la sicurezza, la fortuna, l’allenamento?

Direi in primis la sicurezza poi l’allenamento ed infine un po' di fortuna! La sicurezza è fondamentale sia negli allenamenti che nelle gare per evitare infortuni che possono danneggiare o rallentare il percorso di un pilota.  Gli allenamenti, sono essenziali prepararsi al meglio, sia fisicamente che psicologicamente, e permettono all’atleta di performare nel modo

migliore. Infine, ammetto che la fortuna ha sempre la sua grande importanza, un pizzico di fortuna può addirittura stravolgere il risultato di una gara.

 

I tuoi ti appoggiano? Non hanno paura, come tutti i genitori, che ti possa fare male?

Mio padre è stato il primo a trasmettermi questa passione. Ovviamente, ha sempre paura che possa succedermi qualcosa, ma sa bene che la passione per uno sport è capace di superare ogni paura e limite.

Quante ore ti alleni al giorno?

Seguo un programma ben definito, in media mi alleno 3/4 ore al giorno.

 

La tua giornata tipo in un giorno di allenamento normale.

Generalmente mi sveglio la mattina presto per una corsa di circa un’ora. Poi, nel pomeriggio, mi alleno in palestra. Ogni week end ho diverse sessioni di allenamento con la moto da cross per circa due ore.
 

Superbike: è uno sport adatto anche a ragazze? se non lo è, perché?

Io credo che non ci siano sport per ragazzi e sport per ragazze. L’impegno e la passione premiano sempre. Ammiro molto le colleghe che praticano il motociclismo perché è uno sport che richiede grandi sforzi sia a livello fisico che a livello agonistico, loro hanno il carattere e la costanza per raggiungere grandi risultati.

Hai dei rituali portafortuna che fai prima delle gare?

Sì, prima di entrare in griglia di partenza ascolto sempre una canzone che mi motivi. Ma il vero rituale consiste nel ripetere dentro al casco un Ave Maria, un Padre Nostro e finire con 3 segni della croce.

Tema bulli: hai episodi legati al bullismo vissuti magari da te che ci puoi raccontare?

Personalmente non ne ho mai vissuti. È un tema, però, che mi sta molto a cuore anche perché passo molto tempo con i bambini del mio quartiere a cui insegno pre-pugilistica e boxe. Provo a trasmettere loro l’importanza di seguire le regole e di rispettarsi reciprocamente.

 

In ogni caso, come si fa secondo te, a combattere i bulli?

Credo che il modo migliore sia facendo capire ai bulli le ripercussioni che le loro azioni hanno sulle persone che feriscono e cercare di trasformare ed incanalare la loro “rabbia”, le loro energie negative e le loro frustrazioni in qualcosa di positivo. Penso che l’attività sportiva in questo possa essere di grande aiuto.

Hai un idolo nel tuo campo? una persona a cui ti ispiri o che prendi come modello?

I miei idoli sono Valentino Rossi e Antonio Cairoli. In comune hanno un enorme talento nel coinvolgere ed emozionare il pubblico e la perseveranza che li porta ad ottenere risultati e traguardi importanti.
 

Progetti per il futuro: il tuo sogno più importante.

Come ogni pilota il mio sogno più grande è quello di gareggiare in MotoGP o Superbike e diventare Campione del Mondo.
 

Come ti vedi a quarant'anni?

Mi vedo felice insieme alla mia famiglia e spero di poter sostenere le passioni dei miei figli così come mio padre ha fatto con me. Dal punto di vista sportivo, spero di aver raggiunto traguardi che, per scaramanzia, preferisco non dichiarare….

 

Ti occupi anche dell'integrazione dei bambini disabili. Cosa manca secondo te ai cosiddetti bambini normali affinché accettino le persone diverse da loro? Perché fanno così fatica?

Essendo testimonial dell’associazione “DI.DI. Diversamente Disabili”, questo argomento mi sta molto a cuore. Credo che oggi il problema più grande tra i giovani, ma non solo, sia la mancanza di informazione e, di conseguenza, l’educazione all’accettazione del diverso. Sono convinto che se si organizzassero attività, anche nelle scuole, che avvicinino e mettano a

contatto i bambini “normali” con i ragazzi con disabilità questa grande fatica nel processo di integrazione non esisterebbe più.

Materia preferita a scuola: Inglese

Piatto preferito: Lasagna

Cantante preferito: Mina e Renato Zero

Serie tv o cartone animato preferito: Ben 10! di Cartoon Network (canale 607 di Sky e 350 di Mediaset Premium), senza alcun dubbio. Lo porto in pista con me con grande emozione e orgoglio!

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