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Miti greci: Prometeo, il gigante che amava l’umanità

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Miti greci: Prometeo, il gigante che amava l’umanità

La mitologia greca è ricca di storie bellissime: battaglie, eroi, magie, tradimenti. La nostra cultura è cresciuta su queste leggende. Come quella di Prometeo, il titano ribelle che rubò il fuoco per donarlo agli uomini

Il mito di Prometeo è uno dei più importanti delle cultura greca, che segna il rapporto tra noi - gli uomini - e gli Dei dell'Olimpo.

Il mito di Prometeo

Prometeo (in greco antico Promethéus, ossia “colui che riflette prima”), era un Titano, ossia uno degli dei più antichi , che controllavano l'universo addirittura prima degli dei dell'Olimpo capeggiati da Zeus (Giove, per i romani). Il gigante era cugino di Zeus e grande amico del genere umano, creato dallo stesso Prometeo su incarico di Zeus.

Prometeo aveva 5 coppie di fratelli gemelli, i Titani. Un giorno essi si ribellarono a Zeus e Prometeo (che aveva previsto la sconfitta dei Titani) e suo fratello Epimeteo (ossia “colui che riflette dopo”) si schierarono dalla parte di Zeus anziché dei Titani. Questo permise a Prometeo di diventare amico degli altri dei dell'Olimpo.

Uno di questi era Atena, figlia di Zeus, che gli insegnò le arti dell'architettura, dell'astronomia, della matematica, della medicina, della metallurgia e anche della navigazione: Prometeo le trasmise agli esseri umani.

Prometeo e suo fratello ricevettero dagli dei anche un certo numero di buone qualità, da distribuire saggiamente fra tutti gli esseri viventi. Epimeteo (che non... usava molto la testa: per questo fu chiamato così!) cominciò a distribuire queste buone qualità agli animali, a caso, e dimenticandosi degli uomini. Così, per rimediare, Prometeo decise di rubare dalla casa di Atena uno scrigno in cui erano riposte l'intelligenza e la memoria, e le donò agli uomini.

Non appena scoprì il furto, Zeus decise di liberarsi degli esseri umani

Perché Zeus voleva pure l'umanità?

Dovete sapere, infatti, che la mitologia classica racconta che ci fu un periodo, antichissimo, in cui gli uomini e gli dei vivevano assieme, divertendosi allegramente.

A peggiorare i rapporti tra Zeus e gli uomini fu un fatto accaduto durante un banchetto. Gli esseri umani avevano deciso di spartirsi un bue e Prometeo venne incaricato di fare le parti. Poiché il titano voleva di nuovo favorire gli umani escogitò un trucco: nascose i pezzi di carne migliori sotto un rivoltante ammasso di pelle del bue. Il resto, ossia le ossa e poche frattaglie, le nascose sotto un invitante strato di grasso. Poi invitò Zeus a scegliere per primo la sua parte. L'altra sarebbe toccata agli uomini.

Il padre degli dei, ovviamente, scelse la parte che sembrava più succulenta. Ma quando si accorse dell'inganno andò su tutte le furie e lanciò una maledizione: da quel giorno gli uomini avrebbero sì sacrificato agli dei solo le parti di scarto degli animali ma, da quello stesso momento, gli esseri umani sarebbero diventati mortali. In più, come ulteriore punizione, il vendicativo Zeus tolse agli uomini il fuoco , e da quel momento furono costretti a vivere nell'oscurità della notte.

Il furto del fuoco

Prometeo si recò allora dalla sua amica, la dea Atena , dea della saggezza e dell'artigianato, affinché lo facesse entrare di notte nell'Olimpo. Giunto lì accese una torcia col fuoco del carro di Elio (il dio del Sole) e fuggì.

Quando Zeus venne a sapere che Prometeo aveva riportato il fuoco agli uomini andò su tutte le furie e ordinò a Efesto, dio della scultura, della metallurgia, dell'ingegneria e del fuoco (Vulcano, per i romani), di creare una donna bellissima a cui venne dato nome Pandora: era la prima donna del genere umano, ricca dei meravigliosi doni che le fecero le altre dee dell'Olimpo.

L'eterna tortura

Zeus mandò Pandora come regalo a Epimeteo (il fratello sciocco di Prometeo), affinché la sposasse e lei potesse, poi, punire il genere umano  Epimeteo, però, avvertito dal fratello la rifiutò.

Allora Zeus, furioso, decise di farla pagare una volta per tutte al titano e agli uomini che difendeva. Così fece incatenare Prometeo a una roccia sulla vetta di un monte. Lì, ogni giorno, un'aquila gli avrebbe squarciato il ventre e dilaniato il fegato per l'eternità  il titano era immortale e durante la notte le ferite guarivano.

Il vaso di Pandora

Nel frattempo Epimeteo, che sperava di far cambiare idea a Zeus sulla sorte del fratello Prometeo, decise di sposare Pandora. Poco dopo, però, siccome la giovane era curiosa aprì un vaso che Epimeteo teneva nascosto. Al suo interno si trovavano tutti i mali che potevano colpire l'uomo e che erano stati chiusi lì da Prometeo stesso: le malattie  la pazzia, la fatica , la passione, la vecchiaia e la morte.

Non appena il vaso fu aperto, questi mali si sparsero subito tra gli uomini e solo la speranza, anche lei nel vaso, da quel giorno poté dare conforto gli esseri umani nei momenti peggiori.

Come finì la storia di Prometeo?

E Prometeo? Dopo ben tremila anni Ercole, figlio di Zeus, passò sul monte in cui l'eroe soffriva incatenato. Con una freccia trafisse l'aquila che tormentava Prometeo e ne spezzò le catene: il titano che aveva plasmato l'uomo e gli aveva donato il fuoco era di nuovo libero.

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