Tra lo sport con la palla più in ascesa – il Padel – e il primo conosciuto ci sono circa 4500 anni: la prima palla di cui si ha notizia, fatta di stracci e spago, era utilizzata in Egitto e aveva un ruolo così importante nella vita delle persone da accompagnarle nella tomba.
Nell’Odissea, si racconta di quando Ulisse fu ritrovato naufrago in seguito al lancio troppo lungo di una palla: gli studiosi si sono sbizzarriti sul tipo di sport a cui stava giocando Nausicaa, se ad “Aporraxis” (si doveva lanciare la palla contro una parete e riprenderla), a “Urania” (lo scopo era lanciare la palla più in alto che si poteva), o a “Harpastum”, uno dei primi sport di squadra che consisteva nel far passare la palla attraverso un mucchio infinito di giocatori.
I giochi con la palla si imposero durante il Rinascimento grazie al Calcio Fiorentino, parente alla lontana del calcio moderno in cui era consentito scontrarsi come nel rugby e prendersi a cazzotti come nel pugilato. Certamente, bastano un campo e una palla per accendere la magia: lo sa bene il maghetto più famoso del mondo, che insegue il boccino d’oro a bordo di una scopa volante, mentre i compagni fanno gol con la Pluffa.
La pallacorda, praticata in Francia e Italia all’inizio del 1200, consisteva nel mandare una palla nella metà campo avversaria facendola passare oltre una rete, inizialmente colpendola con il palmo della mano e in seguito con racchette e bracciali. Nonostante sia ancora diffusa, molto più conosciuto è il suo erede più diretto: il tennis.
Di concezione simile è il Tamburello, dal nome dell’attrezzo che veniva utilizzato (un telaio in legno su cui era tesa una pelle animale, oggi fatto in plastica). Le differenze? A Pallacorda si gioca in singolo o doppio, mentre a Tamburello 5 contro 5 e a dividere il campo ci pensa una linea sul terreno.
Il più antico pallone da calcio è stato scoperto nel tetto di un castello scozzese nel 1981: risaliva alla metà del sedicesimo secolo ed era stato realizzato utilizzando pelle di cervo e vescica di maiale (l’organo nel quale si deposita la pipì). La vescica, riempita di paglia e crini di cavallo, doveva essere gonfiata quando era ancora fresca e quindi molto puzzolente: serviva qualcuno in grado di soffiare a lungo in un bocchino di terracotta senza fare troppo lo schizzinoso!
La “Pelota Maya” era uno sport diffusissimo in Centro America 3000 anni fa: consisteva nel lanciare una palla da una parte all’altra del campo utilizzando esclusivamente i fianchi. Il gioco è tornato in voga in Messico, in onore degli antenati: i giocatori indossano elmi adornati di pelli e piume, si proteggono braccia e gambe con ossa e parti di teschio, si pitturano il corpo con disegni tribali.
Giocare a Pelota significava partecipare a un rito religioso: la palla era di gomma, materiale che le civiltà mesoamericane veneravano, e vincere significava garantire la continuità della vita.
Gli sport praticati con la palla sono decisamente più numerosi di quelli che si possono immaginare.
Siete consapevoli, ad esempio, di aver giocato chissà quante volte a Yugikassen senza saperlo? Lo Yugikassen, molto diffuso e praticato in Giappone, altro non è che la versione più evoluta della battaglia con le palle di neve: due squadre si sfidano in sette contro sette su un campo ben delimitato, con lo scopo di centrare gli avversari ed eliminarli lanciando 270 palle di neve compattate ad arte da una macchinetta.
Nel sud-est asiatico si gioca invece a Sepak Takraw: è uno sport simile alla pallavolo, con la differenza che la palla viene colpita principalmente con i piedi ed è composta da intrecci di rattan, una pianta rampicante.
Del resto, basta dotarsi di una palla per essere felici, perché il modo per colpirla si trova sempre: giocando a Ciclopalla si colpisce e si spinge la palla verso la porta avversaria con le ruote della bicicletta, scegliendo Elephant Polo lo si fa invece con una canna lunga tre metri, cercando di non perdere l’equilibrio in groppa all’elefante. Ma sono sicuro che qualche bizzarro e buffo gioco con la palla l’avete inventato anche voi, o lo inventerete presto!
La pallacanestro fu inventata nel 1891 da un professore di ginnastica canadese che insegnava negli Stati Uniti, James Naismith: allenando una squadra di football americano, aveva bisogno di trovare uno sport che i suoi studenti potessero praticare al chiuso durante le giornate invernali più fredde. Durante le prime partite, venivano utilizzati come canestri dei cestini chiusi sul fondo, col risultato che quando la palla finiva al loro interno serviva poi una scala per recuperarla a più di tre metri d’altezza.
L’invenzione della pallavolo risale alla fine del 1800, ma ci vollero decenni per avvicinare il regolamento a quello di oggi. Inizialmente, non erano previsti né un numero massimo di giocatori per squadra, né l’obbligo di mandare la palla nella metà campo avversaria dopo un massimo di tre tocchi (questa regola fu introdotta nel 1914). Ancora oggi, a distanza di più di un secolo, il regolamento del gioco continua a essere modificato per esigenze soprattutto televisive.