Come si tornerà a scuola a settembre? È la domanda che centinaia di insegnanti, presidi, studenti e genitori si sono posti in queste settimane. La risposta è arrivata con le linee guida firmate dalla ministra dell’istruzione Lucia Azzolina. Siamo di fronte ad una bozza ma dagli uffici di viale Trastevere confermano che cambierà ben poco prima della presentazione ufficiale che avverrà entro il fine settimana. In 18 pagine la ministra ha riassunto le indicazioni che i presidi, nell’ambito dell’autonomia scolastica, dovranno adottare.
Prescrizioni che hanno aperto nel mondo della scuola un grande dibattito. A protestare contro le linee guida della Azzolina sono soprattutto le organizzazioni sindacali.
“Il piano elaborato da viale Trastevere – afferma il leader della Gilda Rino Di Meglio – risulta del tutto inadeguato a garantire che il rientro in aula tra due mesi avvenga in sicurezza. Tutte le elucubrazioni sui possibili accorpamenti delle discipline e delle classi e sulla riduzione dell’orario di lezione, come ci insegna la proprietà invariantiva, non cambiano il risultato finale, cioè non evitano l’impoverimento dell’offerta formativa, impedendo, di conseguenza, agli studenti di godere pienamente del diritto all’istruzione”.
Di Meglio se la prende con la ministra che decide di non decidere:
“Continuando a delegare alle singole scuole le decisioni circa le strategie da adottare, – sottolinea il coordinatore nazionale – si mina gravemente l’unitarietà degli ordinamenti e del sistema scolastico garantita dalla Costituzione e il valore legale del titolo di studio. A tal proposito, sarebbe opportuno smetterla di invocare l’autonomia scolastica per giustificare lo scaricabarile costante che il ministero dell’Istruzione opera ai danni delle istituzioni scolastiche e di cui queste linee guida sono l’ennesima prova”.
Critiche anche dall’Associazione nazionale presidi che in una lettera ha scritto alla ministra:
“In particolare, deve essere chiarito cosa fare qualora lo scenario epidemiologico presenti ancora carattere di severità: il distanziamento interpersonale è infatti materialmente irrealizzabile in molte aule a causa dello sfavorevole rapporto esistente tra numero di alunni e metratura delle stesse”.
Secondo il presidente Antonello Giannelli “il 40% delle aule in Italia non può garantire il distanziamento”. Perplessità anche tra gli insegnanti che si aspettavano dalla ministra qualcosa in più rispetto alle indicazioni già date dal Comitato tecnico scientifico.
In questi giorni nelle scuole di tutt’Italia i docenti stanno lavorando proprio per prevedere i diversi scenari possibili per la ripresa a settembre andando a caccia di spazi negli istituti. Molti stanno pensando di usare palestre, atrii e corridoi ma tutto ciò dovrà fare i conti con le misure di sicurezza.
Ecco punto per punto i cambiamenti che ci aspettano.
MASCHERINE E DISTANZIAMENTO
Nel documento non c’è una sola riga rispetto a questi argomenti ma si rimanda all’atto presentato dal Comitato tecnico scientifico il 28 maggio scorso. Pertanto viene confermato che il layout delle aule destinate alla didattica andrà rivisto con una rimodulazione dei banchi, dei posti a sedere e degli arredi scolastici, al fine di garantire il distanziamento interpersonale di almeno un metro, anche in considerazione dello spazio di movimento. Due metri, invece, per la palestra. Le mascherine dovranno essere portate dai bambini dai sei anni in su.
FLESSIBILITÀ
La ministra propone nell’ambito dell’autonomia di adottare una riconfigurazione del gruppo classe: l’articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa classe o da diverse classi; una frequenza scolastica in turni differenziati; per le scuole superiori di secondo grado una didattica mista, in presenza e a distanza; l’aggregazione delle discipline in aree e in ambiti disciplinari; l’estensione del tempo scuola alla giornata di sabato.
PATTI EDUCATIVI DI COMUNITÀ
Si tratta di una vera e propria novità (se ne parla per la prima volta): in pratica si chiede di favorire la messa a disposizione di altre strutture come parchi, biblioteche, teatri, cinema, musei. Non solo, i “patti di comunità” dovranno creare le condizioni per la presenza a scuola o negli spazi esterni di attività integrative o alternative alla didattica, anche inerenti il terzo settore.
DISABILITÀ
Il piano presentato dalla Azzolina parla di “accomodamenti ragionevoli” sempre nel rispetto delle misure previste dal documento del Cts ovvero non dovranno portare la mascherina gli studenti non compatibili con l’uso della stessa. Inoltre per gli insegnanti di sostegno saranno previsti ulteriori dispositivi di sicurezza, oltre la mascherina, vista l’impossibilità di assicurare il distanziamento.
FORMAZIONE
Nelle 18 pagine si dedica un’amplia parte a questo argomento. Il Miur ha previsto una formazione sulle nuove tecnologie sia per il personale docente che per gli Ata. Si propongono corsi sulle metodologie innovative di insegnamento e apprendimento; sull’inclusione scolastica; sulla didattica interdisciplinare; sugli strumenti per la valutazione. E ancora per il personale Ata sull’organizzazione del lavoro in team; sui principi base dell’architettura digitale e sulla digitalizzazione delle procedure amministrative.
INGRESSI E USCITE NELLE SCUOLE
Vietati raggruppamenti e assembramenti. Bisognerà garantire ingressi e uscite, deflussi e distanziamenti ma soprattutto gli orari di entrata e uscita della scuola dovranno essere differiti e scaglionati.
SCUOLA DELL'INFANZIA
In questo caso il ministero dedica attenzione anche all’aspetto pedagogico: “L’organizzazione dei diversi momenti della giornata dovrà essere serena e rispettosa delle modalità tipiche dello sviluppo infantile, per cui i bambini dovranno essere messi nelle condizioni di esprimersi con naturalezza e senza costrizioni”.
L’uso di mascherine per loro non è previsto e i dispositivi per gli adulti non devono far venir meno la possibilità di essere riconosciuti. Ma non solo. Il documento prevede che gli ingressi e le uscite debbano essere regolamentati e che i giochi non debbano essere portati da casa.
MENSA
Dovrà essere fatta su due o più turni per evitare gli affollamenti e qualora non fosse possibile questa soluzioni gli enti locali potranno adottare il consumo del pasto in aula con monoporzioni.
Focus Scuola è il mensile per gli insegnanti del Gruppo Mondadori, un magazine rivolto a tutti i docenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado, per aiutarli ad affrontare le nuove sfide dell’insegnamento nell’era digitale. La rivista propone approfondimenti sugli ultimi studi scientifici e pedagogici, ma anche idee di buone pratiche sperimentate in Italia e nel resto del mondo dai singoli insegnanti e fornisce spunti su didattiche innovative e sull’uso della tecnologia in classe