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Platone va a scuola: anche i bambini possono studiare filosofia?

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Platone va a scuola: anche i bambini possono studiare filosofia?
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I bambini hanno una mente portata per la filosofia e piena di perché. Ecco come stimolarla

Non ho mai superato del tutto l'età dei perché. Per questo adoro la filosofia e amo stare con i bambini.

La loro mente è altamente filosofica. Sono capaci di pensieri e riflessioni profondi e spontanei. Non si accontentano mai della prima risposta che viene data, anzi: sono alla continua ricerca di un sapere più completo per dare un senso al mondo.

Da quattro anni nella nostra scuola abbiamo avviato il progetto pARTEcipa: al venerdì pomeriggio, per cinque settimane consecutive, riuniamo tutti gli alunni, dalla prima alla quinta, e li coinvolgiamo in laboratori di danza, canto, cucina, arte, creazione di gioielli, cineforum e... filosofia!

LA COMPETENZA A ESISTERE

È una materia che emoziona: leggere Platone o conoscere Aristotele è affascinante, riempie l’anima. Personalmente trovo la filosofia molto consolatoria: vorrei insegnare ai bambini che i libri e la filosofia sono luoghi sicuri in cui ci si può rifugiare e stare bene anche se le cose non vanno benissimo nella vita.

Inoltre è perfetta per sviluppare negli alunni il senso critico che nasce dal pensiero profondo e non superficiale. Conoscendo i filosofi e il loro pensiero si impara che ci sono sempre più verità, mai una sola. Durante la lezione pongo loro tantissime domande e i bimbi trovano sempre risposte per nulla scontate. L’abilità che sviluppano, secondo me, è quella di imparare a vivere. Una volta ho letto da qualche parte che nella scuola delle competenze si dimentica quella più importante: la competenza a esistere. Ecco, in questo la filosofia è davvero di aiuto. In ne questa meravigliosa disciplina educa alla democrazia: tutti i nostri pensieri hanno diritto di cittadinanza nelle nostre menti!

PLATONE E IL SIMPOSIO

Ho scelto di raccontare una delle mie lezioni, quella su Platone. Il suo fascino e le sue idee sopravvivono al corso della storia. Inoltre il suo dialogo più famoso, il Simposio, è un inno all’amore: un argomento che coinvolge molto i bambini. Dopo aver fatto travestire i giovani filosofo da antico Greco con le tuniche ricavate dalle lenzuola lasciate in dote dalla mia povera nonna; dopo esserci tolti le scarpe per emulare il grande Socrate, maestro di Platone, che girava sempre a piedi nudi; dopo aver risolto piccoli quesiti matematici (sulla porta dell’Accademia ad Atene erano scritte queste parole: «Non entri chi non è matematico»); dopo aver scritto in greco antico i nomi di tutti i bambini, ci addentriamo nel dialogo del Simposio e conosciamo tutti gli invitati al party organizzato da Agatone. Una volta terminata la cena, ogni personaggio intorno alla tavola pronuncia un discorso sull’amore.

SENZA AMORE C'È SOLO IL CAOS

Il primo a parlare è Fedro che racconta com’era il mondo prima dell’arrivo di Eros: un gran caos! Crescevano gli alberi sulle nuvole e c’erano le montagne in fondo al mare. Tutti litigavano in continuazione, anché l’Amore scese sulla Terra e ogni cosa tornò al proprio posto. Poi è il turno di Pausania che racconta di quell’amore che dura per sempre. Arriviamo poi all’intervento che i bambini apprezzano di più: quello di Aristofane. Il grande commediografo racconta che all’inizio gli uomini erano forti perché possedevano l’interezza. Erano completi, bastavano a se stessi. Iniziarono però a “nutrire pensieri superbi”.

Queste strambe “palle” che erano gli uomini decisero di scalare il monte Olimpo perché volevano vivere come gli dei. Suscitarono così l’ira di Zeus che, furioso, scagliò le sue saette contro di loro dividendoli a metà. Da allora gli uomini dimezzati sono profondamente infelici. Ogni metà cerca disperatamente l’altra da cui è stata divisa per riunirsi a essa. Il mondo vivrebbe in pace se ognuno trovasse la propria metà. Tocca ora ad Agatone, il padrone di casa, che recita una poesia sull’amore. I piccoli filosofi sono invitati a loro volta a scrivere un breve componimento sull’amore.

EROS BIRICHINO

È il turno di Socrate che racconta la storia di Penia e Poros, anche questa molto apprezzata dai bambini, che poi vengono invitati a riordinare le sequenze della narrazione. Tutti gli dei si trovavano al banchetto per festeggiare la nascita di Afrodite, dea della bellezza.

La povera Penia si presenta alla festa per chiedere l’elemosina ma quando arriva vede Poros, di cui è follemente innamorata, che dormicchia sotto un albero perché ha bevuto un goccetto di troppo. Penia, approfittando dell’ubriachezza di Poros, gli si avvicina e lo seduce. Da questo incontro nasce Eros, un bel monello: si presenta quando nessuno lo invita, si rifiuta di andare da chi lo aspetta da tempo, fa perdere la testa ai saggi. Però Eros è importante, perché spinge gli uomini a volersi bene e a fare figli, così anche mille anni dopo la morte una parte di sé continua a vivere. Ecco la forza dell’amore: dà agli uomini la possibilità di vivere in eterno.

DA CARTESIO A HEGEL

Queste lezioni di filosofia sono state presentate alla scuola primaria “Bartolomeo Calchi” di Calco nell’ambito del progetto pARTEcipa e alla scuola “Carlo Collodi” di Verderio nelle classi terze. Nessun bambino ha mai chiesto di andare in bagno, erano tutti incollati alla sedia.

Nelle classi terze le lezioni hanno come tema Hegel e la sua Fenomenologia dello Spirito. Nelle quarte ci occupiamo di Pitagora e di Talete, il suo maestro e il primo filosofo della storia. Ci divertiamo con le sue dimostrazioni geometriche. Nelle quinte, gli alunni hanno fatto la conoscenza del grande Cartesio e del suo Discorso sul metodo. Insomma, nessun pensatore è troppo ostico per queste giovani menti. Ogni ciclo di lezioni termina sempre con una merenda filosofica: cuciniamo e mangiamo i piatti tipici del periodo storico in cui ha vissuto il filosofo preso in esame.

 

Alba Sala insegna alla scuola primaria “Bartolomeo Calchi” di Calco (Lecco). Potete seguire le sue lezioni anche su Instagram prendiamolaconfilosofia.

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