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Piano di rientro: che scuola ci attende a settembre?

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Piano di rientro: che scuola ci attende a settembre?
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Come sarà il ritorno a scuola per milioni di studenti? Come si tutelerà la loro salute e quella dei docenti? Sul tavolo del Ministero parecchi interrogativi al vaglio di un comitato di esperti

Orari di lezione scaglionati oppure metà classe in presenza e metà online. Lezioni della durata di quaranta minuti per non sovraccaricare gli insegnanti. Sabato in classe per recuperare la didattica. Aule all’aperto dove è possibile. Tablet e dispositivi elettronici per tutti gli studenti. Acquisizione da parte del Governo di una piattaforma propria per la didattica online, per ridurre al minimo le intrusioni hacker. Regole sul modello aziendale: distanziamento, ricreazione e mensa a piccoli gruppi, termoscanner all’entrata e igienizzanti in classe. Sono tutte le ipotesi in campo per il piano di rientro della scuola a settembre.

Al Ministero dell’Istruzione in questi mesi, data per scontata l’impossibilità di tornare in aula a maggio, si son messi al lavoro per pensare ad una soluzione per la ripresa dell’anno scolastico.

La ministra Lucia Azzolina lo ha voluto fare con l’aiuto di un comitato tecnico presieduto da Patrizio Bianchi.
Sul tavolo della ministra si sono studiate diverse soluzioni. Una certezza: non potrà essere una ripresa normale. La vita in classe è destinata a cambiare. La ministra ha escluso in un’intervista al Corriere della Sera i doppi turni e gli studenti con la mascherina. Più probabile la didattica mista: spiegazioni attraverso la didattica a distanza e verifiche in classe oppure metà classe in aula e metà a scuola a settimane alterne.

Altro punto fermo: si dovrebbe partire tutti nella stessa data, nonostante le regioni abbiano polemizzato con viale Trastevere sottolineando che è loro prerogativa stabilire il calendario scolastico in base anche ai contesti territoriali.

PARERI E PROPOSTE

Ad avere un’idea chiara per il rientro in classe è Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi: «L’idea di tornare a scuola con il distanziamento sociale non la vedo praticabile. Una lezione con le mascherine non credo sia possibile. Penso soprattutto ai più piccoli. Dobbiamo poi farci qualche domanda: quando i bambini devono uscire da un’aula come si fa? Il tempo della ricreazione come verrà gestito? E quello dell’ultima campanella della giornata? Finché il contagio non è ridotto a scuola non si può tornare, si deve continuare con la didattica a distanza come abbiamo fatto in questi mesi».

Dal canto loro le organizzazioni sindacali in questi mesi hanno fatto delle proposte. Per prima la Cisl Scuola che già in aprile proponeva un vademecum sulla riapertura: «È fondamentale – spiega Lena Gissi, segretaria nazionale - la stipula di un protocollo nazionale, da declinare poi a livello di singola scuola in specifici “protocolli di sicurezza anti-contagio". Proponiamo che ogni autonomia scolastica costituisca un apposito comitato con il compito di redigere, applicare e monitorare il rispetto del protocollo di sicurezza anti-contagio che individuerà in modo condiviso le misure integrate di intervento e le misure di tutela da adottare per contrastare il rischio di contagio (trasporti, servizi, personale, risorse, organizzazione) sulla base delle esigenze e specificità del singolo Istituto scolastico».

Particolarmente critico Francesco Sinopoli, segretario della Flc Cgil che rimprovera alla ministra un mancato coinvolgimento dei sindacati nelle decisioni per la ripresa dell’anno scolastico: «Servirà un organico straordinario. Dobbiamo evitare le cattedre precarie. Serve fare anche un ragionamento sull’edilizia scolastica per assicurare il distanziamento sociale ed è necessario affrontare il tema delle sanificazioni».

Anche Pino Turi della Uil Scuola pensa soprattutto al personale: «Il prossimo anno scolastico dovrà essere nel segno della continuità – propone Turi – tanto da considerare che sia una continuazione di quello attuale. Questo significa mettere a punto una legge che mantenga l’attuale livello organizzativo con il minimo di spostamenti.  Confermare il personale sulle classi compresi i precari docenti ed Ata».

A promuovere una delle ipotesi in campo è Rino Di Meglio della Gilda Scuola: «Il ministero si sta orientando per un mix tra didattica a distanza e lezioni in presenza, mi sembra una buona idea. Tuttavia dobbiamo tener conto che le lezioni online non sono mai uguali a quelle in presenza: basti pensare alla soglia di attenzione di un bambino di 6-7 anni davanti allo schermo. Lasciamo spazio a chi sta nella scuola nel trovare le soluzioni».

Focus Scuola è il mensile per gli insegnanti del Gruppo Mondadori, un magazine rivolto a tutti i docenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado, per aiutarli ad affrontare le nuove sfide dell’insegnamento nell’era digitale. La rivista propone approfondimenti sugli ultimi studi scientifici e pedagogici, ma anche idee di buone pratiche sperimentate in Italia e nel resto del mondo dai singoli insegnanti e fornisce spunti su didattiche innovative e sull’uso della tecnologia in classe

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