Oggi l’uso del digitale da parte dei bambini si intreccia con la loro crescita relazionale ed emotiva. Infatti, il mondo delle relazioni viene espanso e reso rapidissimo dalle nuove tecnologie. I rapporti con gli altri sono immediatamente a disposizione, prendendo molte direzioni e diversi lessici, timbri, gradi di empatia in assoluta simultaneità. Al contempo mescolano voce, musica, immagini, tutto insieme. Una promessa smisurata di relazioni entra nel paesaggio dei bambini fin dalla nascita e influisce su un momento cruciale della crescita nel quale si avviano le competenze sociali.
Nessuno può negare il potenziale espressivo e anche creativo della Rete e la grande opportunità di partecipazione e di comunità che essa offre. Ma ogni relazione si carica di grande valenza emotiva, soprattutto per i più piccoli.
CONVERSAZIONE E PAROLE SUI SOCIAL: MONDI SIMILI MA CON GRANDI DIFFERENZE
Ogni bambino sente il bisogno di trovare amicizia, ottenere conferme di affetto e di comune partecipazione. A volte vuole restare sempre in contatto, condividere intensamente e teme di perdere i legami instaurati; altre volte, invece, vuole marcare le differenze con l’altro, mettere alla prova l’altro, minacciare rotture, esprimere distanza. È la natura delle relazioni umane, che i bambini iniziano a sondare, provare, capire.
Ma se tutto questo accade nei modi e nei tempi della relazione in presenza è un conto. Se ha luogo sui social, è un altro. “Fai così o non sei più mio amico e ti cancello con un click” è ben diverso che litigare di persona, con la possibilità di vedersi, esercitare il dialogo, ritrovare empatia e accordo o esplicitare il conflitto e pattuire una nuova distanza.
INSEGNARE... A PARLARE
Noi docenti registriamo ogni giorno lo scarto tra la crescita delle competenze sociali “in presenza” e i rischi relazionali che la Rete ha perché semplifica e velocizza la comunicazione, impoverendo le occasioni di dialogo a vantaggio delle spinte conflittuali e delle rotture improvvise e inappellabili. Perciò siamo chiamati ad aiutare i bambini a districarsi nella differenza tra comunicazione faccia a faccia e comunicazione mediata, come quella dei social, e a imparare a usare in modo accorto quest’ultima.
Così, a scuola già dedichiamo molto tempo ad aiutare gli alunni a fare i conti con vantaggi e svantaggi della comunicazione in Rete. Come? Parlandone. I modi che usiamo sono tanti, spesso informali. Ma molti insegnanti sono arrivati alla convinzione che sia giunto il momento di stabilire un tempo dedicato a ragionare sull’uso delle parole e dei gesti in Rete. E proprio il peso invasivo dei nuovi strumenti di comunicazione ci spinge a rivalutare la parola “in presenza” come mezzo di conoscenza del mondo, di sé e degli altri.
Dunque, ci vuole uno spazio dedicato alla parola, magari un’ora a settimana nella quale si “dicono parole”, uno alla volta, sulle relazioni tra persone, da vicino e a distanza e si elabora, in gruppo, un comune indirizzo su cosa funziona e cosa no. È un tempo nel quale, grazie alla guida dei docenti, ogni alunno può raccontare piaceri e conquiste, dispiaceri e frustrazioni nell’uso, con media diversi, delle parole e nel quale si può apprendere come soppesare le parole, come essere responsabili e cauti nel loro uso perché le parole possono incoraggiare, aiutare e includere o ferire ed escludere.
Focus Scuola è il nuovo mensile per gli insegnanti del Gruppo Mondadori, un magazine rivolto a tutti i docenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado, per aiutarli ad affrontare le nuove sfide dell’insegnamento nell’era digitale. La rivista propone approfondimenti sugli ultimi studi scientifici e pedagogici, ma anche idee di buone pratiche sperimentate in Italia e nel resto del mondo dai singoli insegnanti e fornisce spunti su didattiche innovative e sull’uso della tecnologia in classe