Inside Out è forse il cartone animato dell’ultimo decennio che è piaciuto di più anche agli adulti. Racconta la storia di Riley, una preadolescente che si confronta con un cambiamento drastico che avviene nella propria vita: a causa del trasferimento lavorativo del papà, anche lei deve traslocare in un’altra città, cambiare scuola e amici. E per lei non è semplice.
La storia viene raccontata in modo molto originale: il regista infatti ci mostra i fatti e gli accadimenti nella vita di Riley, ma contemporaneamente ci fa vedere anche tutto quello che succede nel suo cervello emotivo. Così possiamo assistere ai combattimenti che si instaurano tra le differenti emozioni: Felicità, che cerca di sbarrare la strada a Tristezza, o Rabbia, che invece riesce talvolta a costruirsi un varco in modo esplosivo, mettendo a tacere tutte le altre emozioni che abitano la mente della ragazza.
SCUOLA ED EMOZIONI
A scuola, in moltissimi casi, ci piacerebbe poter godere del medesimo “artificio” raccontato in Inside Out. Ovvero vorremmo a volte poter entrare nella testa dei nostri studenti e comprendere che cosa sta succedendo dentro di loro: perché Marta da una settimana è così agitata e tutto la mette in ansia? Perché Paolo non sta fermo un attimo, che nemmeno un domatore riuscirebbe a tenerlo seduto al banco? Perché Lucia, da chiacchierona che era, si è trasformata in una bambina silenziosa, quasi invisibile? Che cosa è successo a Luca, che da miglior amico di Giovanni ora gli sta sempre a distanza?
I nostri alunni, quando entrano in classe, hanno nello zaino anche le loro storie di vita, che spesso “ingombrano” e “mandano in tilt” il loro cuore e la loro mente.
SETE DI EDUCAZIONE EMOTIVA
Sarebbe bello – e anche molto utile per poterli aiutare – che loro ci potessero (e sapessero) raccontare ciò che sta succedendo nel loro mondo interiore, all’interno del loro cervello emotivo. Ma quasi sempre i bambini e i preadolescenti non hanno le parole per poter raccontare ciò che stanno provando e sentendo dentro di loro. Ed è questo il motivo per cui i loro stati di attivazione emotiva – invece che essere raccontati e condivisi con qualcuno che può dare aiuto a gestire e rielaborare le emozioni – spesso vengono agiti e portati sulla scena della vita di classe attraverso azioni maldestre o copioni che si rivelano involutivi, autolesivi o dannosi per i compagni di classe.
Promuovere l’educazione emotiva a scuola significa dotare ogni alunno delle competenze per diventare consapevole dei propri vissuti emotivi, imparando ad autoregolarli, così da non trasformare emozioni troppo intense e potenti in comportamenti disfunzionali, pericolosi o rischiosi.
Di fronte alle molte emergenze educative di cui sempre più spesso si parla nei media, insegnare l’educazione emotiva potrebbe rivelarsi il miglior modo per immunizzare i nostri studenti nei confronti di queste emergenze e allo stesso tempo per dotarli di competenze e fattori di protezione che risulteranno di importanza cruciale per il loro successo scolastico e nella vita. Come? È quello che vedremo nel corso di questa rubrica, fornendo indicazioni metodologiche e operative.