A settembre si torna in classe ma con la mascherina (per gli alunni sopra i sei anni) ed a un metro di distanza, l’uno dall’altro, in aula ma anche nei laboratori. Il pasto dovrà essere consumato in spazi adeguati oppure in classe in “lunch box”. Si entrerà a scuola scaglionati ma non sarà necessaria la rilevazione della febbre.
Si può dire che siamo di fronte ad indicazioni di un Comitato tecnico scientifico che non conosce la scuola italiana o finge di non sapere come sono fatte la maggior parte delle nostre aule.
QUALI SPAZI?
Partiamo dalla prima considerazione: il Cts chiede che vi sia nelle classi un metro di distanza tra un banco e l’altro. Chi insegna sa bene che nelle nostre aule c’è una media di 20-22 bambini e che lo spazio è così esiguo da non farci stare nemmeno un armadio a volte. Pensare di avere un distanziamento come quello prospettato significa spezzare la classe. Dividere il gruppo vuol dire avere altri spazi che non sempre ci sono. Anzi nella maggior parte delle scuole italiane mancano proprio.
Altra possibilità è quella di fare dei turni al mattino e al pomeriggio ma in questo caso andremmo incontro alla necessità di avere del personale docente in quantità maggiore.
LA DIDATTICA
Per anni abbiamo parlato e discusso della necessità di abolire la lezione frontale, di passare ad un nuovo modo d’insegnare ma la disposizione dei banchi non è casuale. I maestri sanno che il lavoro in aula è condizionato dall’arredamento scolastico. Avere 15 bambini separati l’uno dall’altro significa fare solo lezione frontale, abolire l’idea del lavoro in gruppo.
I metri, poi, diventano due se siamo in palestra. Dal punto di vista logico tutto fila: in quello spazio, in genere (non sempre) più grande dell’aula c’è la possibilità di avere più distanziamento. Il Cts sembra non aver parlato con alcun insegnante di educazione fisica della scuola primaria: che lezione di motoria si può fare divisi a due metri di distanza? Addio al gioco, elemento fondamentale nella scuola primaria.
QUESTIONE MENSA
Anche qui si chiede di rispettare le distanze di un metro o di passare alla “schiscetta” che il Cts chiama lunch box. Ora anche in questo caso si ha l’impressione che nessuno degli autorevoli esperti sia mai entrato in un refettorio: in mensa ci sono tavoli da sei proprio per contenere lo spazio che in genere è molto ridotto. Spesso si tratta di aule trasformate dai Comuni in mense.
A questo punto vorrà dire che passeremo tutti al “lunch box” ma nelle indicazioni del Comitato non è stabilito chi lo fornirà: le famiglie? La scuola? Se fosse il primo caso suonerebbe alquanto strana questa decisione dopo l’opposizione di molti dirigenti al pranzo da casa scelto da numerose famiglie in Italia.
GLI INGRESSI
Infine non possiamo non parlare degli ingressi e delle uscite dalle scuole. Gli esperti pensano a entrate scaglionate. Ora, in una scuola di paese dove ci sono cinque classi può essere tutto facile ma se andiamo a Milano o a Roma abbiamo anche tre, quattro classi per grado. Facciamo due calcoli: se in un plesso vi sono quindici classi a che ora entrerà a scuola l’ultima classe? O forse gli esperti pensano di far iniziare la scuola all’alba?
Focus Scuola è il mensile per gli insegnanti del Gruppo Mondadori, un magazine rivolto a tutti i docenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado, per aiutarli ad affrontare le nuove sfide dell’insegnamento nell’era digitale. La rivista propone approfondimenti sugli ultimi studi scientifici e pedagogici, ma anche idee di buone pratiche sperimentate in Italia e nel resto del mondo dai singoli insegnanti e fornisce spunti su didattiche innovative e sull’uso della tecnologia in classe